Per Tokyo 2020, le medaglie che riciclano

A un anno esatto dalla data delle Olimpiadi, sono state presentate ufficialmente le medaglie: saranno realizzate con i metalli nobili ricavati da milioni di vecchi dispositivi elettronici

Alla presenza del presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, il 24 luglio sono stati presentati i prototipi delle tre medaglie che saranno assegnate agli atleti sul podio di Tokyo 2020. Disegnate da Junichi Kawanishi, direttore della Japan Sign Design Association e della Osaka Design Society, che ha vinto un concorso tra 400 concorrenti, non presentano originalità nel tema, che è obbligato dal regolamento olimpico: la dea greca della vittoria di fronte allo stadio Panathinaiko, con i cinque anelli e il nome ufficiale dei giochi. Ma nel dettaglio, vogliono assomigliare a pietre grezze che sono state levigate al centro, come è più evidente nel disegno del retro.

Del diametro di 85 mm e con uno spessore che varia da 7,7 a 12,1 mm, le medaglie d’oro saranno placcate con 6 grammi di oro su argento puro, quelle d’argento saranno pure al 100%, e quelle di bronzo useranno una lega di ottone composta da rame al 95% e zinco.

Tokyo 2020 Medal Project

L’aspetto significativo che rientra nel tema dell’ecosostenibilità dell’evento, è dato dalla campagna che il Comitato organizzatore dei giochi olimpici e paralimpici ha lanciato due anni fa, con lo scopo di raccogliere vecchi dispositivi elettronici: la “Tokyo 2020 Medal Project”.

Nei due anni tra aprile 2017 e marzo 2019, il 100% dei metalli necessari per produrre le circa 5.000 medaglie d’oro, argento e bronzo sono stati estratti da piccoli dispositivi elettronici che sono stati forniti da cittadini di tutto il Giappone: cosicché ogni singola medaglia che verrà assegnata agli atleti durante i Giochi di Tokyo 2020 sarà fatta di metalli riciclati.

Un primo tipo di raccolta è quella operata attraverso le autorità municipali di tutto il Giappone (hanno partecipato 1.621 città su 1.741), e che comprendeva ogni tipo di dispositivo elettronica: questa ha dato un esito di circa 78.985 tonnellate.

Contemporaneamente, i negozi di elettronica della NTT Docomo – compagnia giapponese di telecomunicazioni – hanno raccolto circa 6.210.000 smartphone usati, che si aggiungono ai materiali della prima raccolta.

(La gallery che segue è tratta dal sito ufficiale di Tokyo 2020 e le immagini sono di proprietà dei © indicati)

I piccoli dispositivi elettronici donati da persone in tutto il Giappone sono stati classificati e smantellati da appaltatori accreditati in linea con la legge governativa sul riciclaggio delle apparecchiature elettriche ed elettroniche. Le medaglie saranno prodotte con i metalli estratti per fusione.

I metalli raccolti ammontano a circa 32 kg di oro, 3.500 di argento e 2.200 kg di metalli utili a realizzare il bronzo, che come è noto è una lega a prevalenza di rame.

L’auspicio degli organizzatori è che il progetto di riciclaggio dei piccoli apparecchi elettronici di consumo e gli sforzi compiuti per contribuire a una società sostenibile e rispettosa dell’ambiente diventino un’eredità dei Giochi di Tokyo 2020.

Z-logo conclusivo

Altri progetti per la sostenibilità

Gli organizzatori hanno prestato particolare attenzione all’aspetto ecologico anche per le divise dei tedofori che saranno prodotte utilizzando in parte bottiglie di plastica riciclate e per i podi delle cerimonie di premiazione che saranno realizzati con rifiuti riciclati di plastica domestici o marini raccolti dalla popolazione.

A partire dal 13 giugno di quest’anno, gli organizzatori delle Olimpiadi di Tokyo hanno posizionato circa 2 mila raccoglitori all’esterno della catena di supermercati AEON in cui gli avventori potranno inserire gli oggetti in plastica che non usano più. Allo stesso tempo è stata lanciata una campagna per il recupero di bottiglie e altri inquinanti plastici dal mare e dalle spiagge: il progetto prevede di raccogliere almeno 45 tonnellate di plastica con cui realizzare i circa 100 podi su cui avverranno le premiazioni delle competizioni. Al termine della competizione, i podi dovrebbero essere donati a scuole e organizzazioni sportive.