Dove vanno i diritti TV del calcio

Dal 2008 la “Fondazione per la mutualità generale negli sport professionistici a squadre” istituita con la legge Melandri gestiva una quota dei diritti televisivi del calcio, a sostegno dei settori giovanili e degli sport minori, di cui beneficiavano in particolare la federbasket e il Coni.

Nei giorni scorsi, un emendamento al decreto fiscale collegato alla legge di bilancio, approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, ha abrogato l’articolo della legge Melandri che istituiva la Fondazione, stabilendo che la gestione del fondo passi direttamente alla Figc.

In particolare, la quota che fino ad oggi era del 4% passa al 10% e viene così distribuita: il 6% alla Serie B, il 2% alla Lega Pro, l’1% alla Lega Nazionale Dilettanti e l’1% alla Figc, che in precedenza non aveva alcun beneficio. Le risorse potranno essere utilizzate esclusivamente per lo sviluppo dei settori giovanili delle società, per la formazione e utilizzo di calciatori convocabili per le nazionali giovanili italiane maschili e femminili, per il sostegno agli investimenti per gli impianti sportivi per lo sviluppo dei Centri federali territoriali e delle attività giovanili della Figc. Contrastanti le reazioni all’emendamento: da un lato, viene meno la mutualità nei confronti delle altre attività sportive, che restano senza questa importante risorsa aggiuntiva, concentrando peraltro tutto il potere programmatorio in mano alla Figc; dall’altro, il calcio torna a beneficiare per intero di risorse che nascono specificamente dalla propria attività.