Recupero funzionale della pista di atletica a Pordenone

L’Impianto sportivo di atletica leggera dedicato alla memoria di “Mario Agosti”, omologato di tipo B, è composto da una pista di 400 m a 6 corsie, con corsia interna per i 3.000 siepi, da due pedane per il salto in alto, due pedane per il salto in lungo/triplo, una pedana per il salto con l’asta, oltre alle varie pedane per i lanci.

Non essendo più possibile mantenere l’omologazione con semplici interventi di manutenzione straordinaria, si è deciso di intervenire con un progetto che, mantenendo inalterate le misure e le geometrie della pista e delle zone salti già omologate, potesse riqualificare l’impianto di atletica leggera all’aperto.

Lo stato di fatto

Nell’edificio a servizio degli atleti e degli arbitri/istruttori, gli spogliatoi risultavano sufficientemente ampi e dotati di antibagno, wc e docce perfettamente rispondenti alla Normativa CONI ed accessibili e fruibili anche da disabili motori; vi è inoltre una sala medica con annesso servizio igienico. L’omologazione dell’impianto risale al 2003, poi rinnovata dopo alcuni interventi di manutenzione nel 2010.
La pavimentazione presente prima dei lavori era del tipo prefabbricato a teli bicolore e presentava un forte stato di usura, soprattutto sulla corsia interna; il manto al semplice calpestio si presentava leggermente rigido, conseguenza dell’usura e della cristallizzazione.

L’intervento

Di concerto con l’Amministrazione Comunale il progettista ha deciso di procedere al recupero funzionale della superficie della pista e delle pedane mediante un intervento di ristrutturazione del manto stesso come da Capitolo IV, Art. 4.1 della Circolare Impianti FIDAL 2015 ove “viene riconosciuto come “Retopping” l’intervento di ricostruzione di una superficie sintetica, eseguito con la necessaria aggiunta di nuovo materiale (colato in opera o prefabbricato) per uno spessore solitamente compreso tra i 4,0 e gli 8,0/9,0mm.”
Nella scelta è stato sicuramente determinante il costo dell’intera operazione, decisamente inferiore rispetto al rifacimento totale del manto, mediante rimozione e nuova posa.
Per l’identificazione della miglior soluzione tecnica da adottare nel ventaglio di possibilità dato dalla Circolare sopracitata, si è anche tenuto conto di quella che poi sarà in futuro la manutenzione della pista, sia ordinaria ma soprattutto straordinaria, secondo quanto previsto dalla stessa circolare.
Dopo un’attenta valutazione tecnico-economica anche in relazione alle destinazioni d’intervento, è stata scelta l’opzione “Retopping in colato su manto prefabbricato bicolore nello spessore, impermeabile, sandwich a finitura topping seminato; spessore totale del retopping mm 8.0/9.0”.
All’interno delle varie specifiche tecniche descritte minuziosamente dalla Circolare e necessarie per realizzare al regola d’arte la pavimentazione con la tecnica del retopping, ci si è soffermati ad analizzare il punto 4, ovvero la realizzazione del sottofondo base prima del seminato finale.

Una scelta innovativa

Quanto inserito nella tabella di cui alla Circolare come “strato di base dello spessore di mm 6/7 realizzato a freddo per colata di impasto di granuli di gomma SBR di colore nero…” prevede una colata in opera a freddo mediante macchina finitrice/lisciatrice;
Si è invece optato per una più “moderna” e veloce proposta di intervento, collaudata da anni sul mercato internazionale e riconosciuta da IAAF ottenendone la certificazione: la medesima soluzione tecnica complessiva, realizzata sostituendo al sottofondo colato in opera uno strato di supporto prefabbricato a spessore costante, costituito da fibre e granuli di gomma SBR selezionati con dimensioni controllate, miscelati ed uniti con un legante poliuretanico monocomponente non contenente metalli pesanti: lo strato di gomma prefabbricata è progettato e realizzato in rotoli avente prestazionalità costanti e uniformi, che vengono incollati al sottofondo bituminoso mediante adesivo poliuretanico bicomponente formulato in modo specifico.
Un secondo strato superficiale viene eseguito attraverso la rasatura del tappetino prefabbricato con rasante poliuretanico bicomponente, e la successiva stesura di un rivestimento continuo in poliuretano, resistente ai chiodi, applicato allo stato liquido, costituito da vari strati di poliuretano autolivellante.
Infine, la finitura superficiale – che differenzia anche visivamente questo manto da quelli tradizionali – è eseguita con la semina manuale di granuli di gomma EPDM colorata con diametro controllato da 1,0 – 3,5 mm.
Proprio la caratteristica della superficie in granuli di gomma pura permette l’ammortizzamento e dà una sensazione di morbidezza pur conservando la necessaria elasticità del manto.
Lo spessore naturalmente è inferiore a quello di un tappeto realizzato ex novo dato che si tratta di un intervento di retopping.
A posteriori la scelta si è rivelata assolutamente vincente in quanto ha permesso di verificare prima dei lavori il rispetto dei parametri richiesti, poi in fase di omologazione (KA e TA) con test di laboratorio che poi hanno trovato conferma nei lavori realizzati.
Inoltre tale soluzione ha consentito di svolgere i lavori anche in periodi di clima non particolarmente favorevole (ottobre-novembre) senza che ciò abbiamo comportato ritardi e/o modifiche.
Per completare l’intervento su pista e pedane sono stati realizzati anche il rifacimento della segnaletica fissa orizzontale eseguita con particolare lacca PU per delimitazione corsie, cambi, precambi, partenze, arrivi ecc., in conformità e secondo le prescrizioni F.I.D.A.L., il riposizionamento della cordolatura esistente in alluminio, mediante recupero e sistemazione dei fori di fissaggio esistenti, e la targhettatura completa di tutta la pista.

Il percorso 3.000 siepi

Verificando quanto previsto dal Regolamento IAAF vigente, si è potuto costatare che il percorso adibito alla gara dei 3.000 siepi non è conforme: pertanto si è reso necessario provvedere ad una modifica del tratto interessato.
Tale nuova soluzione ha previsto il raccordo tra i due tratti rettilinei in entrata ed uscita dalla riviera con i due tratti curvi di collegamento alla curva dell’anello standard di 400 metri.
Per poter attuare tale soluzione si è reso necessario allargare leggermente il percorso nella parte interna, in quanto il raccordo da realizzare fuoriusciva dalla sagoma di sedime della sottostruttura della pista.