Speciale: Erba naturale per lo sport – Introduzione

Parte 1 di 7
Con una serie di 7 articoli, riprendendo il percorso pubblicato su Tsport 331, rivediamo le informazioni, i suggerimenti e le regole che riguardano la realizzazione e la gestione dei manti sportivi in erba naturale, e che sono state oggetto delle rubriche apparse nel corso degli anni sulle pagine di Tsport e tutterba.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 331
Lo Stadio San Nicola di Bari, progettato da Renzo Piano per Italia ’90, con la copertura in teflon parzialmente degradata negli ultimi anni (foto Milan Ingegneria Srl).

Lo Speciale Erba naturale per lo sport si articola in 6 temi:

Il drenaggio

La composizione floristica

Manutenzione e rigenerazione

Il campo da golf

Gli aspetti ecologici

Il prato rinforzato (o ibrido)

Se gli oltre cento campi di calcio che vengono realizzati in un anno in Italia sono in massima parte in erba sintetica, i campi delle società professionistiche continuano ad essere preferibilmente in erba naturale, o – spesso – naturale “rinforzata” con fibre sintetiche.

Ma realizzare, e mantenere, un campo in erba naturale, richiede professionalità ed esperienza.

 

L’erba naturale sui campi di calcio

La storia del calcio contemporaneo e delle strutture relative è stata caratterizzata, negli ultimi decenni del secolo scorso, da una forte spinta all’innovazione nelle sue concezioni costruttive. Decisivo a questo titolo il mondiale di calcio 1990 disputato in Italia, vero spartiacque tra periodi nei quali il gioco veniva attuato su campi “storici” (il più delle volte nati da semplici “ritagli” di spazi metropolitani) e il “boom” del football nella sua piena accezione di business: pur in presenza di notevoli risorse finanziare, la maggior parte dei nuovi stadi soffrirono in seguito per carenze originarie più o meno evidenti.

Vi è in realtà, comprensibilmente, una forte correlazione tra aspetti prettamente fisio-fitopatologici e una corretta interpretazione delle tecniche costruttive (fin dalla fase progettuale) del suolo/substrato su cui insiste il nostro manto erboso. Nello specifico, possiamo affermare che un terreno adeguatamente drenato e con caratteristiche pedologiche favorevoli all’erba, unitamente a un’attenta distribuzione delle strutture circostanti (anelli, tribune, coperture), ne permette il massimo rigoglio e, di conseguenza, il pieno utilizzo delle naturali difese immunitarie. Ciò è condizione fondamentale per cautelarsi da un futuro altrimenti condizionato da un crescendo di interventi curativi e/o correttivi.

Niente di nuovo: la vecchia regola del “è meglio prevenire che curare” trova anche nel nostro settore l’ennesima conferma. La progettazione e l’esecuzione ottimale di un campo di gioco permette, nei termini consentiti, il controllo dei fattori limitanti (umidità, insolazione, temperatura, caratteristiche fisico-chimiche del terreno) e con esso un notevole vantaggio economico e pratico nel saldo delle attività manutentive.

(Con il contributo di Erminio Sinigaglia)