Tennis: norme e materiali

Speciale Tennis e padel (parte 2 di 8).
Più che nelle misure, l’importanza del campo da tennis sta nella superficie di gioco e nella sua maggiore o minore “velocità”.

Circolo tennis di Rovereto (Trento), realizzazione Tipiesse, superficie in resina Mapei.

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Le misure del campo da tennis e le caratteristiche della rete sono degli standard classici, che nel dettaglio dei centimetri denunciano l’origine anglosassone del sistema di misura (23,77 metri di lunghezza corrispondono a 78 piedi, così come 10,97 metri di larghezza – per il doppio – sono 36 piedi). E perché la rete al centro deve essere alta 914 millimetri e non un metro? Perché la norma originale richiede 3 piedi.

Ma al di là di questa curiosità, l’elemento rilevante nelle caratteristiche del campo da tennis è dato dal tipo di superficie, che per la diversa risposta del rimbalzo della palla su una superficie piuttosto che un’altra, determina modalità di gioco estremamente diverse. Non per nulla, in tutti i tornei ufficiali viene specificato esplicitamente su quale superficie si giocano le singole partite. In Coppa Davis, ad esempio, la squadra che gioca in casa ha il privilegio di decidere su quale superficie giocare.

Campi lenti e campi veloci

Dal punto di vista della fisica, i fattori che incidono sulle caratteristiche del gioco sono:

  • L’attrito superficiale: questo determina la perdita di energia cinetica della palla che diventa quindi meno veloce dopo il rimbalzo;
  • L’elasticità, che al pari delle superfici per l’atletica è funzionale al comfort ed all’affaticamento muscolare del giocatore;
  • Il rimbalzo, funzione dei precedenti fattori, la cui combinazione determinerà un rimbalzo più alto o più basso della palla e anche la restituzione dell’effetto che è stato dato alla palla dal giocatore.

Per avere un quadro completo delle tipologie di superficie e delle relative caratteristiche di gioco, è opportuno fare riferimento ai manuali tecnici predisposti dalla Federazione Internazionale Tennis (ITF), cui rimandano anche – naturalmente – le norme italiane della FIT.

Una prima classificazione individua tre categorie di materiali:

  • Terra battuta
  • Erba (naturale o artificiale)
  • Superfici dure (cemento o manti sintetici)

A questi raggruppamenti non corrispondono, però, caratteristiche di gioco omogenee: una precisa regolamentazione dei test di rimbalzo consente di classificare ciascuna specifica superficie in una tipologia di “velocità” del gioco. Le classi che vengono assegnate dalla ITF a seguito dei test sono cinque:

Tennis-Intro-categorie

1-Lenta (slow pace): vi appartengono la maggior parte dei campi in terra battuta, semplice o ibrida, su cui la palla ha un rimbalzo più alto ma meno veloce;

2-Medio/lenta (medium/slow pace);

3-Media (medium pace): a questa, ed alla categoria precedente, appartengono la maggior parte delle superfici dure, ed in particolare quelle in resina;

4-Medio/veloce (medium/fast pace);

5-Veloce (fast pace): in queste ultime categorie rientrano i campi in erba naturale o artificiale, dove i rimbalzi sono bassi e rapidi.

Va fatto presente che ottenere la classificazione ITF è una scelta volontaria, e non interferisce con la omologabilità del campo.

In copertina

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La copertina di Tsport 329 riporta il dettaglio di una foto (realizzata da Neale Cousland) della tennista ceca Andrea Hlaváčková agli Australian open del 2011, in un match con la bielorussa Victoria Azarenka (19 gennaio). Oggi la Hlaváčková è sposata con l’italiano Fabrizio Sestini.

L’Australian Open è un torneo di tennis che si tiene ogni anno a Melbourne ed è il primo dei quattro tornei del Grande Slam. Inizialmente disputato sui campi d’erba di Kooyong il torneo venne rivitalizzato negli anni ottanta con lo spostamento a Melbourne Park, con superficie in cemento.

Il campo centrale, la Rod Laver Arena, può ospitare 20 000 spettatori, è dotato di copertura mobile e può essere richiuso in caso di pioggia o di caldo estremo.

La Rod Laver Arena di Melbourne durante l’Australian open del 2008.
La Rod Laver Arena di Melbourne durante l’Australian open del 2008.

Dal 2008 è cambiata la superficie di gioco, passando ad un nuovo manto a base acrilica leggermente più veloce, prodotto in Massachussets (USA), con lo scopo è rendere meno insopportabile il caldo che caratterizza generalmente gli incontri; il colore passa dal verde al blu: è il dettaglio visibile in copertina.

Il manto che vediamo nella foto è costituito da un substrato, realizzato con una miscela di lattice, gomma e particelle plastiche sviluppata per ammortizzare gli shock fisici. La superficie esterna è invece composta al 100% da acrilico, posata in più strati. Questa è realizzata in parte con materiali riciclati, per ridurre l’impatto ambientale, e fornisce la resistenza e la rigidità necessaria per il corretto rimbalzo della pallina.

Come fare un campo da tennis: gli strumenti per il progettista

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