Tirana (Albania): Nuovo Stadio Nazionale

Il nuovo stadio, progettato da italiani come lo storico Qemal Stafa oggi demolito, è un complesso multifunzionale che vuol essere volano per la rigenerazione di una parte fondamentale della capitale albanese. Con una rilevante partecipazione del privato che gestirà tutte le funzioni extra sportive.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 332

Il nuovo Stadio Nazionale dell’Albania, posto nella parte terminale dell’asse principale della città di Tirana, è stato inaugurato il 17 novembre scorso in occasione della partita Albania-Francia valida per le selezioni agli Europei di Calcio 2020.
Si tratta di un intervento di sostituzione edilizia in quanto ubicato nella stessa area dove sorgeva l’originale complesso sportivo dedicato all’atletica e al calcio disegnato alla fine degli anni Trenta dall’architetto fiorentino Gherardo Bosio. L’edificio, ad eccezione della struttura monumentale di ingresso della tribuna autorità, è stato completamente demolito e ricostruito con l’obiettivo di realizzare un impianto capace di soddisfare gli standard Uefa, un impianto per il calcio integralmente coperto con annessi servizi, funzioni e attività che facciano vivere l’edificio tutti i giorni con continuità.


Una precisa richiesta era inoltre quella di realizzare un monumento contemporaneo in grado di valorizzare, attraverso un’infrastruttura dedicata allo sport, l’immagine e il ruolo della capitale albanese.
Si tratta di un investimento da 80 milioni di euro: 70 finanziati dall’impresa Albstar che ha selezionato il team italiano per la progettazione, e costruito interamente l’opera di cui ha mantenuto in proprietà e in gestione tutte le funzioni extra sportive (gli spazi commerciali ubicati al piano terra, l’edificio per uffici sovrastante la parte monumentale originaria e la torre-hotel alta oltre cento metri). Ulteriori 10 milioni di euro sono stati stanziati della federazione calcistica albanese, che gestirà la parte sportiva del complesso che oltre al campo di gioco e alle tribune comprende gli spogliatoi e le palestre poste al di sotto della piazza antistante l’ingresso monumentale. Sono previste ricadute dirette sulla rigenerazione del quartiere che alzeranno il valore immobiliare di un’area, tanto importante dal punto di vista della localizzazione urbana ma fino adesso degradata.


Per i progettisti si è trattato di soddisfare le richieste di una committenza privata con la necessità di un intervento economicamente sostenibile.
La demolizione del vecchio stadio si è resa necessaria per poter aumentare la capienza dell’impianto, coprirlo in ogni ordine di posto (i posti seduti in tribune coperte sono circa 22.000), conservando al contempo lo stesso ruolo simbolico che la struttura originaria rivestiva all’interno della città.
Inoltre, per rispettare la storia e la tradizione del luogo e poter mantenere lo stadio all’interno dello stesso sedime, pur ampliandone la capacità, sono state adottate soluzioni progettuali e tipologiche innovative.

Segnaliamo che sono di produzione italiana anche i parapetti in vetro (Faraone Srl) e i pannelli di rivestimento (Elcom System Spa). Foto di Pietro Savorelli.