Piero: un ricordo.

È impossibile distinguere la figura di Pietro Chianchiano dalla storia di Tsport.
Se, infatti, fu sua, nel 1976, l’idea di lanciare una pubblicazione come non ce n’erano, è dovuta solo alla sua inventiva e alla sua intuizione ogni novità che è intervenuta nel corso degli anni dentro e intorno alla testata.

Lo spirito dell’iniziativa fu ben spiegato dal giornalista Ezio Suppini, cui Piero volle dare la direzione di Tsport  perché la guidasse con grinta verso gli obiettivi di allora: “…Lo sport di tutti, al di là di qualche bella parola e di qualche rarissima iniziativa, è completamente dimenticato da coloro che dovrebbero essere preposti alla cura della “cultura fisica” della popolazione (…) E poiché anche i giornalisti sportivi d’altro non sanno scrivere che delle gesta dell’uno o dell’altro atleta o di quella squadra di calcio, e per loro lo sport è solo questo, allora per poter parlare dello sport di tutti con tutti gli altri, ecco abbiamo deciso di creare questo “T sport” , per instaurare un dialogo con la gente che la pensa come noi, e non è poca; con le autorità che dovranno pur arrivare a pensarla come noi; con i tecnici perché è ad essi che incombe il compito di punta  di questo discorso; con gli istruttori che sono senza dubbio i veri propugnatori dello sport di massa; infine, perché no, anche con i produttori di impianti e attrezzature dato che il loro apporto sarà essenziale”.

La copertina del primo numero di Tsport
La copertina del primo numero di Tsport

Non si trova, in quei numeri, la firma di Pietro Chianchiano sotto gli articoli: lui volle sempre essere il deus-ex-machina affidando ai collaboratori il compito di esprimere nero su bianco le idee della rivista.

E furono anni di lotta anche dura, e di polemiche, nei confronti di una politica sorda alle esigenze dei cittadini: pagine appassionate, cui si alternavano rigorose informazioni tecniche rivolte ad un pubblico che ancora – in assenza degli odierni mezzi di comunicazione telematica – aveva un grande bisogno di essere aggiornato.

In parallelo, l’attenzione si rivolge sin da subito al mondo della produzione, che approda alle pagine di Tsport per farsi conoscere e riconoscere, in un mercato dispersivo e poco organizzato che cerca di farsi largo attraverso la partecipazione alle fiere di settore, puntualmente documentate dalla rivista.

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Un’attenzione che si rende attiva nel seguire e promuovere l’associazionismo tra i produttori di impianti sportivi, con il sostegno all’AFIS – Associazione Fabbricanti Impianti Sportivi -, nata il 30 settembre 1976, della quale Tsport diverrà “socio corrispondente” dal 1979, e fino al suo scioglimento (per le mutate caratteristiche del mondo produttivo) all’inizio degli anni 2000.

Una prima svolta significativa, dettata dai tempi, avveniva proprio nel ’79, quando la testata dichiara esplicitamente di allargarsi alle categorie dei progettisti, ampliando la parte dedicata agli aspetti tecnici: nascono così le varie forme di supplementi, inserti, schede tecniche che tanto hanno contribuito alla formazione di professionisti e studi di progettazione nel campo dell’impiantistica sportiva.

Il rapporto con il mondo produttivo si concretizza, fra le altre cose, con il costante aggiornamento dell’informazione circa le aziende che producono e distribuiscono attrezzature per l’impiantistica sportiva, il cuore di quella che è oggi la ben nota “Mappa dei Fornitori”: sviluppata in forma diverse sin dal ’77, e che assume il formato di supplemento annuale a partire dal 1991.

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Negli anni di maggior successo della carta stampata, quando la partecipazione alle Fiere di settore vedeva l’arrembaggio dei visitatori agli stand per accaparrarsi ogni possibile pubblicazione, (parliamo degli anni ’80 e ’90) alla rivista madre si affiancavano nuove testate, tutte frutto dell’immaginazione del nostro Piero: presero vita così “L’Arredo della città”, “Abacus” “Abacus Materiali“, “Technics&Leisure”, “Which Park?“.

Ma ancora una svolta, al cambiare del secolo, si rendeva necessaria: con l’avvento dell’informatica e lo sviluppo della Rete, l’informazione non può più essere generale; occorre dare al pubblico qualcosa che non può essere trovata nel caos di Internet.

Tsport si struttura quindi su una solida galleria di progetti e realizzazioni, documentate con i più completi materiali illustrativi, consolidando ulteriormente il suo ruolo di strumento per chi pianifica, progetta e gestisce gli impianti sportivi.  Non senza affiancare la versione cartacea all’ormai indispensabile presenza sul web.

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E cogliendo il segnale di una esigenza specifica, nasce un’altra testata parallela, il “tutterba” che dal 2006 documenta l’impiantistica sportiva con riferimento agli impianti in erba – naturale e sintetica – , con un taglio particolarmente rivolto ai fruitori, ossia alle compagini di tutti i livelli – dalla prima squadra ai pulcini ai gruppi da oratorio – riallacciandosi così, ancora una volta, ai principi originari dello “sport per tutti”.

Il passo successivo, a cui Piero stava da tempo lavorando – e che non ha potuto vedere realizzato – è l’entrata in modo innovativo e, possiamo dire, ancora una volta rivoluzionario, nella Rete, con un Portale che svolgerà quelle funzioni che Tsport, nella sua lunga vita, ha sempre inteso svolgere al servizio del pubblico: l’informazione completa, aggiornata, pulita e tecnicamente ineccepibile per essere strumento della massima utilità per chi opera nell’impiantistica sportiva, e in tutti i settori finalizzati al tempo libero in un’ottica di salute, comfort e performance.

È l’eredità che Piero ci ha lasciato, come abbiamo già ricordato su queste pagine, e che lo staff di Tsport porterà avanti con l’entusiasmo di sempre.