Donnas (Aosta): Retopping della pista di atletica allo Stadio Crestella

Un manto vecchio di oltre 15 anni non era più compatibile con l’attività agonistica: l’impianto è stato quindi rinnovato con un’operazione di retopping generale, adottando il più recente sistema semi-prefabbricato con finitura in granuli di EPDM di colore azzurro.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 331

I sindaci di Donnas e di Pont-Saint-Martin (rispettivamente Amedeo Follioley e Marco Sucquet) lo scorso 12 ottobre hanno tagliato il nastro dell’impianto di Crestella, di proprietà dei due Comuni, rimesso a nuovo dopo un significativo intervento di riqualificazione, e che, vista la soddisfazione di tecnici e atleti, potrà ora accogliere nuovamente manifestazioni di alto livello.

Lo stato dei luoghi

La pista di atletica a 6 corsie corre all’intorno del campo di calcio in erba dello “Stadio Crestella”. La pista, omologata nel lontano 2003, come le relative pedane per salti e lanci, si fonda su uno strato di ghiaia di circa 30 cm, sul quale era steso uno stabilizzato di binder da 4 cm e un tappetino livellante di 2,5-3,0 cm.


La superficie sportiva era costituita da un tappetino sintetico prefabbricato di spessore circa 12 mm, aumentata a 14 nelle pedane dei salti.
Il rilievo plano-altimetrico eseguito preliminarmente ha permesso di stabilire che la pista di atletica e le relative appendici presentavano dimensioni e pendenze conformi ai requisiti imposti dalla normativa di settore vigente (circolare tecnica FIDAL 2015); tuttavia, a 15 anni dalla posa in opera, la superficie presentava ormai evidenti fenomeni di deterioramento in diversi punti. Sebbene fossero in atto fenomeni di fessurazione longitudinale tra i bordi di contatto delle diverse strisce di tappetino, la pista risultava comunque in generale ben ancorata al sottofondo esistente e il deterioramento riguardava la sola porzione superficiale, mentre le caratteristiche tecniche e prestazionali del sottostante strato elastico non risultavano in alcun modo compromesse.


Per tali motivi si è deciso di realizzare l’intervento di ripristino come “retopping” del manto esistente e non come sostituzione completa con il rifacimento del sottofondo.
Con l’occasione sono state effettuate inoltre delle opere di sistemazione dell’impianto sportivo atte a migliorarne la futura manutenzione e a soddisfare alcune richieste poste dagli atleti.

L’intervento

Assunte le analisi e i risultati emersi dalle indagini eseguite nelle fasi di rilievo dello stato di fatto, l’intervento si è configurato come sistemazione di quanto esistente (resa solidale della pavimentazione sintetica esistente mediante intervento di riparazione, trattamento superficiale e livellatura), mediante la successiva posa, al di sopra di quanto già esistente, di una nuova pavimentazione in manto sintetico semi-prefabbricato.


In particolare, questa soluzione prevede l’utilizzo di un tappetino di gomma prodotto direttamente in fabbrica, costituente lo strato inferiore del pacchetto manto finito (garantendo spessore, densità, forza elastica, allungamento, assorbimento di energia, deformazione verticale, resistenza ai chiodi ed abrasione perfettamente costanti in ogni punto dell’impianto), seguito da una finitura superficiale realizzata in forma liquida con semina manuale di granuli EPDM permettendo, quindi, di dare una superficie finale senza giunture verticali e perciò omogenea ed uniforme. In sede di realizzazione delle opere lo spessore del materassino è stato aumentato dai 7 mm previsti a 10 mm, mentre lo strato di finitura ha uno spessore nominale di 3 mm.
L’intervento si è esteso a tutte le pedane, ed oltre alle segnature è stato completato con le cordolature in alluminio e le targhette segnaletiche regolamentari.

Le circolari FIDAL

Ricordiamo che questo specifico intervento non era inserito, fino allo scorso anno, tra le soluzioni di ricostruzione delle superfici sintetiche previste dalla Circolare Impianti FIDAL 2015, in quanto si tratta di una tipologia di intervento introdotta solo recentemente in Italia. Il sistema era comunque già dotato di dichiarazione FIDAL 2016 e di certificazione IAAF, che ne garantiscono la totale conformità alle attuali normative vigenti; con la Circolare Tecnica FIDAL 2019, pubblicata nello scorso mese di settembre, la tipologia “mista su manto prefabbricato e topping seminato” è stata introdotta tra le voci di capitolato sia nel capitolo relativo alle superfici di nuova realizzazione sia in quello relativo al retopping.

La fascia di rispetto esterna

L’impianto sportivo presenta sulla sua totalità del perimetro esterno una fascia di rispetto idonea secondo quanto indicato dalla Circolare Impianti FIDAL 2015, che era formata per gran parte del suo sviluppo da una pavimentazione in ghiaia e da due porzioni in asfalto ed erba: con l’intervento di sistemazione sono stati eliminati la ghiaia e il manto erboso presenti a ridosso della pista per garantire una migliore manutenzione e durabilità della stessa. È stata quindi posata una nuova pavimentazione in masselli autobloccanti lungo tutta la fascia di rispetto esterna della pista, ad esclusione dell’area nella quale è presente la finitura in asfalto che, oltre a creare un’omogeneità con la pavimentazione presente nella zona lancio del disco e zona tribune, evita l’invasione di ghiaia e terra sulla pista di atletica a seguito di intemperie.

L’impianto energetico del Crestella

Inaugurato nel 1975 e ristrutturato nel 1999, lo stadio Crestella comprende, oltre alla pista di atletica, il campo di calcio all’interno di questa e un campetto esterno di allenamento, utilizzato dalle squadre dell’Unione Sportiva Dilettantistica Calcio Pont-Donnaz.
I Comuni di Donnas e Pont-Saint-Martin hanno sempre condiviso la volontà di valorizzare l’impianto e a tal fine hanno effettuato negli ultimi anni importanti investimenti, tra cui spicca la realizzazione di un generatore di calore a fonte rinnovabile collegato all’impianto di riscaldamento e idrosanitario di distribuzione esistente, finalizzato alla produzione di acqua calda e riscaldamento degli spogliatoi e dell’alloggio del custode.
L’impianto, pur essendo costituito da un insieme di componenti standard di mercato (pannelli fotovoltaici, solari termici ed una pompa di calore), si presenta come innovativo in quanto fa un utilizzo originale dell’acqua calda prodotta dai pannelli solari termici durante le giornate invernali o poco soleggiate. Il poco calore recuperato dal sole infatti non sarebbe sufficiente ad alimentare un impianto di riscaldamento o di acqua calda sanitaria, ma viene comunque recuperato dalla pompa di calore per contribuire ad innalzare la temperatura della sorgente fredda e viene quindi riciclato all’interno del processo di riscaldamento dell’acqua.


La pompa è infatti di tipo ibrido a doppio ingresso, per cui, oltre a prendere calore dall’aria, può riutilizzare anche una sorgente secondaria, in questo caso i pannelli solari.
L’impianto è predisposto per implementare anche lo sfruttamento della geotermia, data la presenza di falde acquifere, ma questa funzione non è ad oggi attiva e può costituire un ulteriore filone di sviluppo per il futuro. L’impianto è costato tra progettazione e realizzazione 59.608 euro.
La realizzazione dell’impianto è stata accompagnata da un ciclo di lezioni a tema energie rinnovabili con gli studenti dell’ITIS di Verrès, classi terze, che hanno avuto l’occasione di vedere lo sviluppo del progetto nei suoi vari stadi. Due di loro hanno poi partecipato ad uno stage in Azienda realizzando un sistema di monitoraggio basato su un rilevatore wi-fi e un portale web “open source” che mette a disposizione in modo facile e gratuito i dati per ua monitoraggio ed una sorveglianza remoti.
(Si ringrazia l’ing. Aristide Clementi)