Un passo avanti è stato fatto dal Comune di Milano approvando la proposta di acquisto da parte di Inter e Milan. Vediamo cosa dovrebbe succedere adesso.
Nuovo stadio a San Siro: il punto

(Google Maps+Shutterstock)
Aggiorniamo le notizie sulla possibile vendita dello stadio e dell’area di San Siro, evitando di immergerci nelle valutazioni politiche su chi, nel Consiglio Comunale di Milano, è stato a favore o contro.
I consiglieri, con una discussione durata dodici ore, il 30 settembre a notte inoltrata hanno approvato – con qualche aggiustamento – la delibera che la Giunta aveva varato due settimane prima, e che prevede la vendita dello stadio e del terreno circostante per 197 milioni di euro.
Ciò non significa che “lo stadio è venduto”. Le due società calcistiche devono costituire un’apposita società, che dovrà firmare il rogito con il Comune, versando un acconto (sorvoliamo anche sui dettagli, riportati dalla stampa, circa quote di compartecipazione, spese a carico del Comune, costi di bonifica, arretrati dovuti per la mancata manutenzione del Meazza).
Questo deve avvenire entro il 10 novembre affinché i muri dello stadio non risultino di proprietà pubblica in quella data, nella quale scatterebbe altrimenti il vincolo culturale/architettonico di cui abbiamo parlato in altre occasioni, e che sarebbe d’intralcio ai programmi delle società acquirenti.
Se si riesce a superare questo snodo (dribblando eventuali ricorsi al TAR e relative sospensive, obiezioni della Corte dei Conti, ecc.), lo stadio e l’area sarebbero da quel momento di proprietà privata.
A questo punto, si dovrà ripartire con tutta la procedura che spetta a qualunque operatore privato per costruire su un’area di sua proprietà. Quindi, prima ancora del progetto del nuovo stadio (che è ciò che più attira l’opinione pubblica) c’è da pianificare l’intera area con un progetto urbanistico (ne abbiamo già visti negli scorsi anni), sottoscrivere un accordo di programma con il Comune, presentare e farsi approvare il progetto (non i classici rendering) del nuovo stadio, che sorgerebbe nell’area dove fu realizzato il palasport poi crollato sotto la nevicata del 1985 (area ora occupata da un parco e tutta da bonificare): difficile giurare che tutto potrà avvenire nel corso del 2026 consentendo quindi di avviare i lavori nel 2027; non impossibile, ma staremo a vedere.
L’obiettivo è quello di avere lo stadio pronto per gli Europei 2032, altrimenti Milano non potrebbe parteciparvi, dato che l’attuale Meazza non è idoneo nelle sue condizioni attuali. Alla UEFA va dimostrato, entro ottobre 2026, che il nuovo stadio è cantierabile entro il marzo 2027.
Se tutto filasse liscio, solo dopo gli Europei partirebbero gli altri lavori: abbattimento del vecchio Meazza, realizzazione del verde, costruzione di alberghi e servizi commerciali.
Aspettiamo dunque i prossimi passi.