Allenarsi a Fukushima

Tutti ricordiamo il terremoto e lo tsunami dell’11 marzo 2011 che ha danneggiato la centrale nucleare di Fukushima Daiichi dando luogo alla più grande catastrofe nucleare dopo Chernobyl.

Ed ecco la notizia degli ultimi giorni: Il complesso sportivo di Fukushima, che attualmente è la base per i lavori di bonifica della centrale nucleare, sarà restituito entro marzo al suo uso originale quale campo di allenamento per la squadra nazionale di calcio giapponese.

Si tratterebbe di un’azione dal forte contenuto simbolico nella corsa al ripristino della normalità da parte della Tepco (Tokyo Electric Power Company), gestore della centrale. Il centro sportivo sorge a 20 km dalla centrale disastrata e a 7 km dalla attuale linea di isolamento; inaugurato nel 1997 e chiuso dopo il disastro, verrebbe riaperto nel 2018 o 19, con i suoi 11 campi da calcio, 1.200 mq di palestra e piscina, per ospitare la nazionale di calcio giapponese in vista delle Olimpiadi di Tokyo 2020, secondo quanto dichiara il portavoce della Tepco, Tatsuhiro Yamagishi.

La Japan Football Association (Jfa) ha confermato che le squadre maschile e femminile giapponesi si potrebbero allenare a Fukushima, sempre che la decontaminazione sia stata effettuata in modo completo e l’effetto delle radiazioni sia pari a zero. Propaganda a parte, difficilmente le nazionali degli altri Paesi accetterebbero di allenarsi in questa località, pur con tutte le possibili rassicurazioni da parte delle autorità: d‘altra parte è noto che, ad oggi, i problemi sono ancora enormi: deve essere ancora rimosso il carburante fuso, e va ancora risolto il problema dell’acqua che continua a infiltrarsi all’interno dei reattori lesionati mischiandosi con il carburante e diventando un refluo altamente contaminato, che non si è ancora riusciti ad arginare.