Tra il dire e il fare: gli appalti promessi e i cantieri avviati

Le segnalazioni che ogni mese la newsletter Costruendo offre ai suoi lettori danno un quadro dei lavori, nel settore dell’impiantistica sportiva, che si presta a diverse considerazioni.

(Foto BG/Sport&Impianti)

Sono ormai cinque anni che Sport&Impianti, attraverso l’osservatorio su appalti e cantieri che ogni mese raccoglie i risultati nella newsletter “Costruendo”, segue costantemente l’andamento dei lavori nel campo dell’impiantistica sportiva, in Italia, non solo quando effettivamente appaltati ma anche nelle fasi precedenti: quando sono promessi, progettati, approvati.

In certi periodi dell’anno, ad esempio, vi è una fioritura di “progetti approvati”: è quando scadono i bandi, nazionali o regionali, che assegnano contributi, e gli enti locali (o le società sportive quando i bandi sono aperti anche a loro) corrono ad approvare progetti di massima, quanto basta per poter partecipare.

 

Il valore degli appalti

Fra i tanti spunti che offre una lettura statistica di queste informazioni, ne salta all’occhio una, che voglio anticipare oggi.

Analizzando i cantieri di impianti sportivi che si sono aperti o chiusi negli ultimi due anni (esclusi i parchi gioco che costituiscono una categoria a parte che richiede investimenti relativamente ridotti), il valore medio degli appalti (a base d’asta: quindi senza tener conto dei ribassi offerti) risulta essere di 760.538 euro.

Nulla di inaspettato, se si considera che il 42% dei lavori è  riferibile a campi di calcio o calcetto, dove prevale il rifacimento del manto in erba sintetica.

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Analizzando, invece, quelli che risultano come “progetti approvati” (nelle diverse fasi: studio di fattibilità, progetto di massima, definitivo, esecutivo), ma non ancora appaltati, il valore medio risulta di euro 2.334.287, che diventano 2.477.384 per quella minoranza che rientra negli avvisi e bandi di partenariato pubblico-privato (che non sempre vanno a buon fine).

Riportiamo questi dati (esclusivi di Sport&Impianti) per indurre a qualche ragionamento: abbiamo tanta voglia di fare,  promettiamo tanto, ma quando si tratta di mettere in atto quanto progettato troviamo ancora molte difficoltà: dovute alla disponibilità economica certamente, ma anche alla capacità di programmare, di progettare, di superare gli scogli della burocrazia.

È solo uno degli spunti che offre l’osservatorio del “Costruendo”, un servizio che con il nuovo anno sarà ancora più attento e completo.