Con Gianfranco Bendi scompare un vecchio amico

Si è spento il 9 dicembre l’ingegner Bendi, amministratore unico del consorzio CIAS, esperto di impiantistica sportiva, grande amico di TSPORT. E sorprendente poeta dialettale…

Gianfranco Bendi era nato a Forlì nel 1940, e si era dedicato allo sport fin da giovane, praticando diversi sport ma appassionandosi in particolare all’atletica leggera. Negli anni ’60 è stato velocista dell’Edera Atletica Forlì, detenendo per due anni il record romagnolo nei 100 e 200 metri.

Gianfranco Bendi e l’impiantistica sportiva

Nella sua vita professionale, Bendi è stato amministratore e direttore tecnico di imprese impegnate nella costruzione di impianti industriali e sportivi, ma anche nella ricerca di tecnologie avanzate e materiali innovativi.

La sua vicinanza allo staff di Tsport data da più di 40 anni: è sul primo numero del 1977 che compare la pubblicità della sua Bendi Costuzione Impianti Sportivi. In tempi più recenti, lo troviamo nel ruolo di amministratore unico del consorzio CIAS, costituito da qualificate aziende nazionali di impiantistica sportiva, e sponsor tecnico della Fidal; in questi anni è stato consulente Coni per l’impiantistica sportiva della Romagna.

La prima pubblicità di Bendi Costruzioni su Tsport di gennaio 1977.
La prima pubblicità di Bendi Costruzione Impianti Sportivi su Tsport di gennaio 1977.

Per Tsport, in questi anni ha contribuito soprattutto nell’indirizzare progettisti e gestori degli impianti di atletica ad una corretta manutenzione, attraverso un appropriato uso del retopping; fra il 2013 e il 2014 ha pubblicato, a puntate, un importante documento contenente gli esiti di una ricerca sull’invecchiamento dei materiali polimerici utilizzati per la realizzazione dei manti superiori sintetici per l’atletica leggera (Tsport 294-302).

Le pagine di introduzione alla pubblicazione su tsport "Invecchiamento dei manti sintetici" firmata da Gianfranco Bendi.
Le pagine di introduzione alla pubblicazione su Tsport “Invecchiamento dei manti sintetici” firmata da Gianfranco Bendi.

Ma la sua passione nascosta era un’altra: il dialetto romagnolo, con il quale scriveva poesie e libri di fiabe, e che lo ha portato a partire dal 1996 a cimentarsi con un’opera monumentale: la Divina Commedia tradotta in vernacolo.

Le copertine delle prime due parti della Divina Commedia in dialetto romagnolo scritte da Gianfranco Bendi.
Le copertine delle prime due parti della Divina Commedia in dialetto romagnolo scritte da Gianfranco Bendi.

I vecchi amici di Tsport esprimono in questo momento la loro vicinanza alla moglie Teresa e ai figli Alfonso, Carlotta ed Elisabetta.