Governo Draghi: lo sport senza ministro

Dopo l’esperienza di Vincenzo Spadafora, con il governo appena insediato è nuovamente scomparso il ministero espressamente dedicato allo sport.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi (elab. da Shutterstock).

Con il varo del nuovo governo, nell’ambiente si è subito andati a cercare il nome del successore di Spadafora, ma si è dovuto constatare che in questa tornata avremo uno sport senza ministro.

Il giuramento del Governo Draghi (foto Presidenza del Consiglio – licenza Creative Commons).

Non che sia un’eccezione: negli ultimi dieci governi (in 15 anni…) solo a Luca Lotti è stato assegnato un ministero esclusivamente dedicato allo sport: in genere lo sport entra insieme con altre deleghe (soprattutto le “politiche giovanili”) oppure viene affidato a segretari e sottosegretari; sarà certamente così anche con il governo Draghi.

Deleghe allo Sport negli ultimi dieci Governi.

L’eredità Spadafora

Il ministro uscente lascia intanto una riforma dello sport ancora incompleta, con l’ultimo decreto attuativo approvato in extremis per evitare la (ipotetica) censura del CIO per violata indipendenza del Coni (ne abbiamo parlato qui). In questa ottica, dicono i commentatori, con la assenza di un vero e proprio ministero il Coni riacquista una insperata autonomia e si rimettono in gioco i ruoli del governo e della società Sport e Salute nella gestione delle attività (e dei fondi).

Ma, a proposito di fondi, restano al momento in sospeso i provvedimenti più attesi da collaboratori, società, e centri sportivi: in pratica il cosiddetto “Ristori 5”, per il quale è stato varato l’ultimo scostamento di bilancio (32 miliardi) e che contiene fra l’altro il bonus ai collaboratori sportivi per i primi due mesi del 2021,  i ristori a fondo perduto per le ASD e SSD, il sostegno ai centri sportivi e i fondi per i tamponi necessari alla ripresa delle attività. Sono fondi che il governo uscente non può erogare perché non fanno parte dell’ordinaria amministrazione, e dovranno aspettare l’operatività del nuovo.

L’ex ministro Vincenzo Spadafora (foto Ettore Griffoni / Shutterstock).

Non che Vincenzo Spadafora sia uscito di scena tra gli applausi di tutti (da ultimo è stato criticato il suo intervento su facebook con il quale dichiarava: “Quando diciassette mesi fa ho giurato come ministro per le Politiche giovanili e lo Sport (…) per molti anni avevo seguito le questioni relative ai diritti dell’infanzia e dei giovani, (…) non conoscevo invece il mondo dello sport, al quale mi sono avvicinato con curiosità, rispetto e attenzione…”.

Se il nuovo governo sta mettendo ai posti di lavoro persone che hanno esperienza nelle rispettive competenze, si vedrà dalla lista dei sottosegretari in che modo intende affrontare i problemi dello sport. Fin d’ora, dallo stile Draghi, sembra probabile che le notizie non saranno date attraverso twitter o facebook.