L’Osservatorio O&B Padel analizza le differenze nello sviluppo di questo sport in altri Paesi europei rispetto all’Italia. L’obiettivo è quello di produrre uno studio che ne colga il potenziale generale, identificandone le regioni più interessanti in termini di matura potenzialità.
Il padel in Europa: uno sguardo sulla Francia

Indicazioni per un centro padel a Créteil, capoluogo del dipartimento della Valle della Marna nella regione dell’Île-de-France (Google Street View).
L’avenir appartient à ceux qui se lèvent tôt recita un proverbio francese. Il futuro appartiene a chi si alza presto. Se possiamo considerare il padel, la più recente innovazione sportiva, dobbiamo dedurre che i francesi… si stiano svegliando tardi. Eppure, anche qui il padel era apparso quasi trent’anni fa. Quando organizzarono, a Lione nel 1977, addirittura un mondiale, come ci ha ricordato Fabrizio Canè che a quei mondiali, in rappresentanza dei colori italiani, aveva partecipato.
Oggi, già da un primo sguardo, la situazione francese appare in evidente ritardo rispetto a noi e a qualche altra nazione europea (del nord in particolare). Al netto della Spagna che rappresenta un capitolo a sé stante.
Una differenza marcata che non poteva non destare l’interesse del nostro marketing, a maggior ragione avendo in programma in O&B, nel corso dell’anno, una carrellata sull’Europa. Francia (e a seguire Germania) ci appaiono i casi a cui dedicarci prioritariamente, non solo per la potenziale importanza economica: ci incuriosisce comprendere perché, pur avendo molte caratteristiche simili alle nostre (status economico, sportivo e sociale), vi sia una situazione, su questo sport, così marcatamente in ritardo. L’analisi si presenta quindi, già a prima vista, complessa; riteniamo che le due nazioni citate, meritino ciascuna uno specifico approfondimento, partendo qui, dalla Francia.

I macro indicatori
Teniamo come benchmark l‘Italia, dove il mercato, con un numero di campi superiore ormai ai diecimila, è entrato in una fase di rallentamento per quanto concerne la nascita di nuovi centri e campi. Coerente, nella curva discendente, con le più elementari teorie di marketing, ben illustrata dal premio Nobel Paul Samuelson, appunto dei “rendimenti decrescenti” che, banalmente, si identificano in quella fase del mercato in cui la domanda cresce meno dell’offerta. Aprendo, da un punto di vista anche imprenditoriale, una nuova fase: quella in cui gli investimenti devono essere meglio ponderati rispetto a quella più emotiva ed istintiva, iniziale.
L’analisi dell’Osservatorio O&B vuole comprendere se e quanto queste nazioni, con una rete di centri assai minore, siano in una fase differente e quali opportunità imprenditoriali offrano. L’obiettivo è quello di produrre uno studio che ne colga il potenziale generale, identificandone le regioni più interessanti in termini di matura potenzialità.
Per fare questo riteniamo sia indispensabile l’aiuto di due macro-indicatori:
L’indice A/C1, ossia quanti abitanti siano riferibili ad un singolo campo di padel (esistente). Tale indice permette un‘immediata considerazione sulla situazione del territorio analizzato, consentendo una chiara comparazione (come vedremo sotto) con lo status dei paesi in cui è maggiore sviluppo del padel (qui in particolare dell’Italia), fornendo di conseguenza, una indicazione sulla potenzialità del territorio francese.
La densità demografica. Dal momento che i nostri sondaggi indicano una percentuale di giocatori, rispetto alla popolazione totale, compresa tra lo 0,3 e lo 0,5 (nei primi due/tre anni di sviluppo), la densità demografica incide indirettamente sul numero di potenziali giocatori, perché laddove è maggiore è più facile, per un centro sportivo, poter contare su un numero più elevato di utenti. Un nostro recente sondaggio ha evidenziato che il “padelista” amatoriale accetta tempi di percorrenza per raggiungere i campi nell’ordine dei 20 o 30 minuti al massimo. Quindi maggiore è la concentrazione di abitanti e maggiore è la possibilità che un centro padel possa contare su un coinvolgimento più ampio. Fattore che abbiamo avuto modo di verificare nell’analisi di alcuni bacini in studi specifici.
Abbiamo dunque “scandagliato” la nazione d’oltralpe per individuare i due indicatori di cui sopra per ciascuna regione, e al tempo stesso per integrare l’analisi con altre utili informazioni.
L’aggregazione dei dati in funzione della ricerca condotta dall’osservatorio O&B è declinabile nei seguenti “capitoli”:
1- Dati Geo-demografici; incidenza popolazione urbana e principali città.
2- Numero impianti e campi declinati per regione e principali città.
3- Indice macro A/C1 (media numero di abitanti per 1 campo di padel) per regione; comparazione con le nazioni europee in cui è maggiormente diffuso il padel.
4- Dimensioni dei centri (numero medio di campi).
5- Aziende produttrici.

Le regioni amministrative della Francia e le città più popolose.
1 – Profilo nazionale geo-demografico
Gli abitanti sono circa 67 milioni, distribuiti su una superficie di 551.700 km2, con 13 regioni amministrative, e una densità demografica di 120 abitanti per km2. I dipartimenti d’oltremare qui non considerati: sono statisticamente ininfluenti e possono falsare le medie. Ben 17 sono le città con oltre 150 mila abitanti in cui si concentra una popolazione di quasi 7 milioni, pari al 10,2% del totale.
2 – Numero impianti
Le società sportive di padel sono 1.076 con 3.021 campi, dei quali il 54% circa coperti. L’Occitania è la regione con il maggior numero di campi (538). Quattro regioni (Occitania, Provenza, Nuova Aquitania e Alvernia-Rodano-Alpi) esprimono, con 1.771 campi, quasi il 59 %. tab 2
3 – Indice C1- A/C1
L’indicatore che noi identifichiamo con la sigla A/C1, ossia il numero di abitanti ascrivibili ad un campo e riferiti al territorio considerato (regione, comune, ecc.), ha una doppia valenza: è un’espressione di sintesi dello status ed è, tra i disponibili, comparabile. La Francia ha mediamente un campo ogni 21,5 migliaia di abitanti circa. Sono le regioni del sud (Provenza-Alpi-Costa Azzurra ed Occitania, assieme alla Corsica) ad avere la situazione migliore. Invece la Borgogna-Franca Contea, con un campo ogni 58 mila abitanti circa è la regione meno “amica” del padel.


Ma che entità rappresenta, quella francese, con un campo ogni quasi 21,5 mila abitanti? Il grafico qui sopra, con la comparazione con alcune altre realtà europee, ci dà la dimensione di tale entità. Un gap, davvero notevole ancora. Con l’Italia, ad esempio, dove i 6.400 abitanti stanno ad indicare che ha un rapporto di numero di campi rispetto alla popolazione, tre volte maggiore; la Svezia nove volte maggiore e 12 volte il rapporto della Spagna. (Nota: i numeri comparati sono stati rilevati in un arco temporale comprendente gli ultimi 6 mesi. Riteniamo che ciò non sia influente ai fini delle sostanziali differenze espresse).
4 – Dimensione dei centri
La dimensione dei centri conferma quanto sia ancora “timido” l’approccio degli investitori. Solo tre regioni hanno una media di almeno tre campi per centro (vedi tabella sotto).

5 – Aziende produttrici
Anche il know how pare proprio non manchi, l’industria si è velocemente attrezzata fiutando l’imminente business. Parecchie già le aziende produttrici (verrebbe da dire che ci sono più industrie che giocatori…al momento). Ben sette le francesi che rileviamo, pronte a contendersi un ‘importante fetta di mercato: NXP, TecnoPadel WSport, Eps concept, Padel Court, Padel International, Universo Turfle; presente anche già la leader spagnola Galis e addirittura una cinese, la Sanjng. Provano ad esportare la loro esperienza, in un mercato già molto affollato, anche le principali italiane (Ecover, Italgreen e Italian Padel).
Possibili cause
Possiamo quindi constatare che non manca nulla alla nazione della Marsigliese. Eppure, la differenza verso l’Italia che emerge dai numeri sopra è evidente. Di non facile identificazione le cause. Proviamo qui a considerare alcune ipotesi.
Densità demografica. È facile comprendere il perché possa essere una precondizione chiave, non solo per il padel, ma in generale per qualsiasi mercato. Ad esempio, nella ricerca sulla Svezia abbiamo dimostrato quanto possa condizionare se molto bassa (là è di 20 abitanti).
Quella della Francia risulta essere poco più della metà di quella italiana (120 contro 196). Non sufficiente a determinare il rapporto della differenza di strutture (14 volte inferiore la francese). Anche le aree urbane (tabella 1), che esprimono certamente un indice di densità demografica ben superiore alla media nazionale, denotano un rapporto campi/abitanti molto inferiore al nostro.
Cause sportive. È possibile che l’attrattività verso altri sport crei maggiore resistenza verso questo, rispetto a quanto accade agli sportivi italiani con il padel? Abbiamo indagato le percentuali di praticanti di Calcio, Ciclismo, Basket. L’unica rilevante differenza è risultata essere il rugby, con 300 mila tesserati verso i nostri 71 mila. Seppur più di quattro volte maggiore, la differenza non copre quanto manca al padel francese.
Cause normative. Premesso che le nazioni europee si devono riferire a norme comuni dal punto di vista sportivo, potrebbe esserci differenza nel rigore dell’applicazione delle prescrizioni urbanistiche ed edilizie. In particolare, i tempi di autorizzazione dei progetti presentati pare siano lunghi (circa due anni), come ci testimonia Leonardo Ravizzini, direttore commerciale di Ecover (l’azienda italiana produttrice di coperture).
Cause promozionali. Non abbiamo riscontro che la FFT (Federation Francaise de Tennis) si sia prodigata come la nostra FIT (divenuta proprio per questo FITP) nella diffusione del Padel. Tuttavia, ne concorre alla diffusione, perlomeno in termini di visibilità, ad esempio concedendo il prestigioso impianto parigino, sede del blasonato Roland Garros, ad una tappa major della Premier Padel (la relativa federazione internazionale). Già nel corso delle Olimpiadi dell’anno scorso era stato montato un campo sotto la torre Eiffel dalla spagnola Galis. Cosa che sarà replicata dal 20 maggio al 9 luglio 2025. Grande visibilità quindi e accessibilità a tutti coloro che vorranno provare.
Costi quasi triplicati. Negli ultimi 5 anni il costo dell’acciaio e del vetro è, per ragioni varie, fortemente aumentato. Questo comporta investimenti più che doppi, rispetto a 4 o 5 anni fa. Aggravati dal fatto che nelle nazioni nord-europee, come vediamo dagli attuali numeri, le coperture coinvolgono almeno due terzi dei campi. Il cui costo è almeno pari a quello della costruzione del campo e prevede maggiori implicazioni per le autorizzazioni (e come abbiamo già evidenziato, tempi dei permessi, spesso lunghi).
Questa potrebbe costituire una causa più sostenibile. Ma anch’essa confutabile se si considera che a Parigi i campi costano anche più di 20 euro a giocatore (dagli 80 ai 100 euro a slot), nelle ore di punta. Lo stesso campo sotto la Torre Eiffel, dimostrativo, costa, a persona, 30 euro. Come a dire che almeno nella capitale e nelle maggiori città, i prezzi applicabili degli slot consentirebbero di raggiungere nei tempi ortodossi i punti di pareggio degli investimenti.
Conclusioni e indicazioni
Esaminate le ipotetiche cause che potrebbero essere all’origine del gap attuale della Francia, abbiamo potuto appurare che non ne esistono di evidenti. Nell’ultimo anno, infatti, i transalpini hanno innescato una significativa accelerazione, confermata anche in queste settimane, al punto che abbiamo dovuto correggere i dati dello studio più volte. Anzi, dal 30 aprile – data conclusiva della ricerca – al 10 maggio, data della consegna del lavoro per la pubblicazione, il nostro osservatorio ha rilevato ben 26 nuovi centri, e 93 campi di cui 61 coperti.
A conclusione dello studio, proviamo ad evidenziare quelle regioni che possano avere maggiore attrattività degli investimenti seguendo un metodo empirico già sopra illustrato, con la interrelazione tra l’indice A/C1 e la densità demografica. L’abbiamo esposta in due modi, con le percentuali e con i numeri assoluti della matrice riferiti alle singole regioni.

Nel grafico sopra si evidenziano, per singola regione, le percentuali di campi (colonna grigia) e abitanti (colonna arancione) verso i rispettivi totali. Maggiore è la differenza tra le due percentuali e più è evidente la potenzialità per insediare nuovi centri con campi. Ad esempio, l’Ile de France rappresenta il 19% del totale abitanti della nazione, con solo l’11% dei campi. L’Occitania ha una situazione inversa: il 18% di campi con il 9% di abitanti. Tale grafico ha il solo scopo di fornire un’indicazione di massima dello status delle varie regioni. È evidente che se si vuole implementare specifici progetti, l’analisi va ulteriormente declinata.
L’indicazione può essere meglio evidenziata con l’incrocio delle due variabili, attraverso un diagramma.
Prendiamo quindi, nel grafico sotto, in esame solo le cinque regioni che riteniamo esprimano la relazione più indicativa tra le due variabili, partendo quindi da quelle che evidenziano un numero di abitanti, riferibili ad un singolo campo, maggiore. La Borgogna Franca Contea, ad esempio, ha ben 82.403 abitanti per campo padel, però una densità molto bassa (59 abitanti per Kmq).

Nel grafico, l’interrelazione dei valori assoluti con l’ascissa equivalente alla densità demografica (media nazionale di 120 abitanti), e l’ordinata, la mediana di A/C1 (21.636 abitanti per singolo campo).

Le nostre indicazioni prendono in considerazione quindi le prime 5 regioni che risultano le più potenziali proprio dalla relazione dei due indicatori sopra menzionati. Da cui si evince che la regione della Capitale, Ile de France, risulterebbe essere la più appetibile, avendo la maggiore densità demografica e un A/C1 di oltre 40 mila abitanti. Seguita dall’Alta Francia. Le altre tre regioni con abitanti per km quadrato inferiore a 200 esprimono opportunità attraverso l’altra variabile, l’alto numero di abitanti per campo.

Adelio Rosate, Responsabile Team e Marketing; Giacomo Cirelli, gestore data base delle strutture (O&B Padel – Osservatorio & Business).
A conclusione di uno studio che evidenzia una certa complessità, chi fosse interessato ad approfondimenti può contattare gli autori all’indirizzo: arosate@yahoo.it
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