Non è vero che l’erba sintetica sarà vietata. Quando l’informazione è completamente errata.

Ogni tanto una parte della stampa pubblica notizie delle quali non ha verificato o compreso il significato, dando così al pubblico informazioni del tutto fuorvianti. Il caso delle microplastiche e dei campi in erba sintetica.

(Shutterstock)

Il 16 ottobre è comparso sotto più d’una testata (non diciamo quali) un articolo dal contenuto drammatico: “Campi in erba sintetica «dannosi per la salute»: l’Europa li bandisce, ma in Italia sono il 22% del totale. Ecco cosa cambierà. Nel giro di otto anni tutti gli impianti dovranno essere dismessi”.

Come i nostri lettori sanno, nulla di quanto espone il titolo corrisponde al vero. Dall’articolo si evincerebbe che i fili d’erba del manto artificiale “rilascino nell’aria particelle di materiale plastico” e che per tale motivo la Commissione europea avrebbe stabilito che, “nel giro di otto anni, tutti gli impianti dovranno essere dismessi”.

Se fosse vero sarebbe un problema gigantesco per i nostri impianti sportivi.

Come invece sapete, Bruxelles ha approvato la proposta di bando, formulata dal Comitato REACH europeo, dell’uso di intasi provenienti da PFU, o granuli polimerici in generale, per le superfici sportive. Si parla quindi solo di un tipo di granulo prestazionale (non del filo d’erba!), che dovrà essere – entro 8 anni – sostituito da prodotti alternativi. Oltretutto, gli impianti esistenti potranno mantenere i materiali attuali per tutto il periodo di transizione e quindi fino al raggiungimento del loro naturale “fine vita”.

La storia completa del processo seguito dalla Commissione Europea, con le relative considerazioni in merito, può essere riletta attraverso le tre puntate della rubrica “Intasi prestazionali: l’impatto ambientale e le conseguenze dello stop alle microplastiche in Europa” a cura di Antony Pizza.

Informazione di qualità

Inutile ricordare che sulle nostre pagine l’informazione è sempre controllata e di qualità. Per questo non trovate ogni giorno l’ultima dichiarazione circolata in merito al Grande Stadio o all’Evento Olimpico, almeno fino a quando non diventa una vera informazione, verificata e utile.

Un altro esempio. L’ICS (istituto per il Credito Sportivo) ha rilasciato il 13 ottobre scorso un comunicato circa le domande presentate dai Comuni per accedere ai bandi Sport Missione Comune e Cultura Missione Comune per l’anno 2023.

Abbiamo letto, su qualche testata che ha ripreso tale comunicato, che “complessivamente 2907 cantieri dello Sport si sono aperti in tutta Italia per un totale di oltre un miliardo di euro”, lasciando intendere che possa essere la cifra relativa ai cantieri aperti quest’anno, o forse no.

L’informazione completa è invece questa: “i mutui a tasso zero contratti dai Comuni, dal 2014 ad oggi, hanno portato all’apertura di 2.907 cantieri dello sport”. Una media di 290 all’anno per un valore di 100 milioni all’anno, per i soli lavori cui i Comuni hanno avuto accesso tramite i bandi di ICS. Senza dire “dal 2014”, la notizia è priva di significato. Come può verificare chi ci segue anche attraverso la newsletter “Costruendo”, i bandi di gara per impianti sportivi pubblicati in Italia in totale sono stati circa 1.100 negli ultimi 12 mesi, per un valore medio (a base di gara) di 2,2 milioni di euro per bando.

Questi sono dati certi e controllati. Per avere notizie corrette sul mondo dell’impiantistica sportiva sapete dunque dove trovarle.

Ricordiamo inoltre che un aggiornamento professionale continuo è garantito attraverso gli eventi formativi e i webinar programmati nel corso di tutto l’anno da Sport&Impianti.