Palme a Milano: conoscerle prima di parlarne

Prima ancora di valutarne l’estetica, per la scelta del verde nell’arredo urbano bisognerebbe conoscere le piante: un conto sono le palme di Starbucks in piazza Duomo e un conto quelle comparse nel rendering per la linea M4 a San Vittore.

Foresta di Cocos nucifera (foto Suthat Chaithaweesap / Shutterstock).

Con la presentazione del dossier “Focus M4 ambito Sant’Ambrogio” del 19 gennaio scorso, che include un avventato rendering di arredo urbano per la piazzetta su cui si affacciano la basilica di San Vittore e l’ingresso del Museo della Scienza e della Tecnica, il tema delle palme a Milano è riemerso riesumando le polemiche nate nel 2017 per l’intervento (provvisorio e promozionale) attuato dallo sponsor Starbucks di fronte al Duomo di Milano.

Il Trachycarpus fortunei

La famiglia delle palme comprende 4.000 specie di piante legnose, tipiche della flora tropicale e subtropicale con qualche rappresentante nelle zone temperate.

Premesso che nessuna è, certamente, autoctona della pianura Padana, la maggior parte delle specie richiede temperature invernali elevate e non potrebbe sopravvivere nel nostro clima.

Fanno eccezione poche specie, che sopportano periodi di gelo non prolungati. Tra queste, il Trachycarpus fortunei, originario dell’Asia, che nei monti della Cina sale fino a 2.400 metri di quota: questa specie può resistere, da adulta, fino a 15°C sotto zero, anche se non per periodi prolungati.

È questa la palma che è stata collocata in piazza Duomo. Impiegata spesso nei giardini come pianta ornamentale per la sua rusticità anche in nord Italia, è diffusa lungo le sponde dei laghi lombardi, dove il clima è più dolce.

Dal punto di vista del suo impiego in arredo urbano, dunque, può essere eticamente scorretto se si vuole sposare il principio ecologico delle specie autoctone, ma dal punto di vista climatico si può dire che è adatta all’ambiente.

Le palme tropicali

A parte qualche palma a cespuglio – come la Chamaerops humilis che è addirittura spontanea in alcuni lembi del sud Italia – le palme arboree come ce le immaginiamo (e come le immagina l’estensore del rendering di M4) vogliono invece climi più caldi.

Ora, consideriamo acqua passata l’immagine di cui sopra: la Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Milano ha nei giorni scorsi smentito di avere mai approvato un progetto del genere. Del resto, guardando l’immagine delle piante scelte dal disegnatore, si individua perfettamente la specie: è una Cocos nucifera, la palma da cocco, come si evince dal fusto slanciato, di colore chiaro, con il fogliame a penna. La palma da cocco, originaria delle coste tropicali, vuole una temperatura minima che non scenda sotto i 15 gradi (sopra zero!).

Forse l’ideatore (volendo garantire la percezione delle facciate degli edifici)  aveva in mente le palme, dal tronco alto e slanciato, che fiancheggiano i viali di Beverly Hills, o quelle che si trovano in molte città del sud Italia: tra le più note, la Washingtonia filifera, la Phoenix Canariensis, la Phoenix dactylifera (palma da datteri). Queste sopportano occasionalmente qualche grado sotto zero, ma nel corso dell’anno vogliono un clima caldo e asciutto. Se ne trovano esemplari nei giardini dei laghi lombardi, ma non amerebbero certo il clima padano anche se mitigato dall’isola di calore metropolitana.

Il progetto della M4 per Sant’Ambrogio/San Vittore

A questo punto, possiamo considerare superato il rischio che compaiano le palme da cocco viste in quei disegni. Per dovere di completezza, accenniamo al progetto generale presentato il 19 gennaio, pertinente alla risistemazione dell’arredo urbano in superficie in corrispondenza della futura stazione Sant’Ambrogio della M4. L’ambito dei lavori presentati interessa piazza e via San Vittore e le vie limitrofe, collegandosi all’intervento di riqualificazione di piazza Sant’Agostino.

Tavole dal “Focus M4 – Ambito Sant’Ambrogio” (Uff. Stampa Comune di Milano).

Così l’assessore alla mobilità Marco Granelli:Il piano prevede di aumentare di 5.700 metri quadrati il verde in tutta l’area, per un totale di 200 alberi. Pur garantendo la mobilità delle auto, l’allargamento importante di molti marciapiedi e il rifacimento delle pavimentazioni accentueranno la vocazione pedonale e monumentale di queste strade, arricchendole di un’importante offerta in termini di mobilità sostenibile e accessibilità, a cominciare dalla nuova linea metropolitana, e valorizzando il profilo storico della zona”.