Il patrimonio del verde pubblico e i campi ibridi

Una soluzione al problema della manutenzione del verde pubblico può essere il manto ibrido: vediamo perchè.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 342
powergrass verde pubblico manti ibridi
Milano, Parco Nord (Foto: BG/Tsport).

Il “Verde Pubblico” è quella parte del territorio sottratta dalla edilizia per mitigare l’impatto della eccessiva edificazione sull’ambiente.
Negli ultimi anni però la manutenzione del verde è stata trascurata per la mancanza di fondi nella spesa corrente. Gli amministratori affermano che è più facile trovare fondi per gli investimenti ma questo paradosso dipende dalla programmazione finanziaria. La chiave di volta ci sarà soltanto quando la manutenzione ordinaria fa parte degli investimenti anche perché quanto si tratta di verde, la manutenzione ordinaria previene quella straordinaria.
Fortunatamente, questo sta per cambiare perché le norme attuali dei Criteri Minimi Ambientali (CAM) richiedono anche uno studio dell’impatto ambientale (SIA) di tutte le opere pubbliche che comprende anche le opere di mitigazione e di compensazione. Lo studio deve inoltre proiettare scenari almeno trentennali che tengono conto anche dei cambiamenti climatici. Nella specie, le norme richiedono un censimento del verde pubblico con una valutazione dello stato di conservazione, come punto di partenza per redigere lo studio (SIA). Il risultato finale deve produrre un sistema di gestione ambientale dove vanno integrati metodi anche di monitoraggio per misurare e controllare le attività durante le fasi di riqualificazione, uso e manutenzione e dell’impatto del clima al patrimonio verde pubblico.
I campi da gioco in erba naturale fanno parte del verde pubblico e la loro trasformazione in erba sintetica negli ultimi due decenni ha cambiato il riassetto del Verde Pubblico nel territorio. Il problema è ancora di maggior impatto nei grandi comuni e nelle città metropolitane perché sottraggono aree dal patrimonio verde.

Comunque, bisogna constatare che la domanda oggi è orientata verso i campi sintetici che nasce da una duplice esigenza: 1) dell’aumento della intensità di gioco dei campi naturali incapaci di sopportare un calpestio intensivo e 2) della necessità di ridurre i costi della manutenzione pensando esclusivamente a quella ordinaria.
Tuttavia, in questo modo si sposta il problema più avanti perché ogni 8 o 10 anni circa bisogna rifare il campo sintetico. Inoltre, gli effetti della manutenzione non sono visibili perché dall’esterno sono verdi. Questo nasconde una insidia perché la garanzia e la manutenzione straordinaria è subordinata all’ordinaria.
Alla fine della gestione bisogna consegnare il campo in uno stato di conservazione equivalente o migliorativa rispetto allo stato di fatto originale ma, nella maggiore parte dei campi, tocca nuovamente la proprietà a rifare il campo.
Gli incentivi sui progetti green aiutano a far sviluppare progetti più lungimiranti valutando scenari almeno trentennali.

La soluzione

Soltanto un sistema ibrido ben congeniato, associato ad una manutenzione ordinaria costante soddisfa maggiormente le esigenze della collettività in termini di fruibilità, sicurezza di gioco e sostenibilità.
Il costo di gestione è contenuto se si tiene conto un ammortamento pluriennale, per tutto il ciclo di vita del bene anche perché il campo ibrido migliora l’assetto verde e non richiede ulteriori azioni di mitigazione o di compensazione ambientale.
L’impatto è positivo, se vengono applicati gli insegnamenti dell’agricoltura rigenerativa per la manutenzione dell’erba naturale. Il sistema ibrido promuove una economica circolare ed occupazione qualificata di nuovi profili di lavoratori, sensibili alla cura dell’ambiente. Inoltre, anche il monitoraggio sull’impatto ambientale diventa più facile per attuare i controlli, perché l’erba naturale evidenzia subito eventuali incurie durante la fase di esercizio del campo.
Il progetto del campo ibrido permette di migliorare l’assetto idrogeologico perché assorbe rapidamente una grande quantità di acqua piovana e previene lo scorrimento superficiale per provoca la erosione del suolo ed il rischio di allagamenti. L’acqua piovana, in parte viene conservata per i fabbisogni dell’erba naturale ed in parte ricarica le falde con acqua pulita, filtrata biologicamente.
La soluzione di un sistema ibrido efficace, coniuga tutti gli aspetti intorno alla realizzazione, all’uso e manutenzione ed alla dismissione dei campi da gioco in erba con la possibilità di controllare e monitorare l’impatto sull’ambiente.

(Notizia a cura di Powergrass Srl).