Con un’operazione di filtro su tutte le gare pubblicate nel corso dell’anno 2024, Sport&Impianti ha potuto selezionare 610 bandi in materia di impianti sportivi. Mensilmente queste informazioni sono riassunte nella newsletter Costruendo; in questa occasione ne sintetizziamo alcuni dati complessivi.
Speciale Rapporto Italia – I bandi di gara nel 2024

(Shutterstock).
Tipologie e valori
Va premesso che i dati elaborati vanno considerati come un campione di analisi, e non necessariamente coprono l’intero panorama del settore: questo perché non sempre i bandi di gara riportano esplicitamente la presenza dell’impianto sportivo tale da poter essere selezionata da un motore di ricerca: si pensi, ad esempio, alle strutture scolastiche che possono comprendere una palestra senza che questa compaia tra le parole-chiave del testo del bando.
Il valore totale dei bandi selezionati tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2024 ammonta a poco più di 1 miliardo e mezzo a base d’asta. Si tenga conto, però, che nel 4% dei casi l’importo non è indicato poiché si tratta di manifestazioni di interesse o richieste di offerta. Calcolando il valore medio solo sulla base dei bandi in cui l’importo è esplicitato, questo è di circa 2 milioni e mezzo per appalto.

Ma le statistiche ingannano se non vengono analizzate nelle loro componenti. Il totale comprende, infatti, anche 34 bandi di partenariato pubblico-privato, o comunque di concessioni comprendenti la realizzazione e successiva gestione di impianti sportivi: con una percentuale del 5,6% nel numero dei bandi, questi coprono il 40,1% del valore totale.
Un’altra cospicua porzione di bandi dal valore apparentemente elevato è costituita dagli appalti integrati, comprendenti la progettazione esecutiva e la successiva realizzazione dei lavori: con il 5,2% del numero di bandi questi coprono il 28% del valore totale.
Se, infatti, limitiamo la selezione ai soli appalti di lavori (il 54,1%), questi coprono il 25,5% del valore totale, con una base d’asta media di 1.161.000 euro. Ciò risulta in linea con quanto è riportato dall’ICSC nel Rapporto che abbiamo richiamato nelle pagine precedenti. I bandi di valore inferiore a 500.000 euro sono, infatti, il 55% del totale.

Stazioni appaltanti
Una diversa analisi riguarda gli enti appaltanti e il valore dei bandi pubblicati da ciascuna categoria di essi.
Innanzitutto è interessante notare che i singoli Comuni coprono il 66,1% del numero di bandi pubblicati; è infatti in crescita la modalità di aggregazione degli Enti Locali, che unificano la stazione appaltante attraverso diverse forme di collaborazione: Unioni di Comuni, Centrali Uniche di Committenza, Stazioni Uniche Appaltanti, che gestiscono le gare per più soggetti, talvolta anche appartenenti a province diverse; questi sono l’8,4% dei casi. Seguono le Province, i ministeri e altri soggetti pubblici. In tutti questi casi la percentuale del valore degli appalti sul totale è sempre inferiore alla percentuale del numero di bandi.
Infatti la parte del leone la fanno le gare indette dagli enti con competenze dirette nel settore dello sport: in primis Sport e Salute, seguita dalle Società preposte alla gestione dei Grandi Eventi (come le Olimpiadi invernali o i Giochi del Mediterraneo). Questi soggetti, da soli, con 48 bandi raggiungono quasi il valore dei 403 bandi dei singoli Comuni (649 milioni contro 676).

Lavoro per i progettisti
Un altro modo di separare i dati relativi ai bandi di gara è quello di distinguere le occasioni rivolte ai professionisti per “servizi di architettura e ingegneria”. Le occasioni di lavoro (progettazione, direzione lavori, validazione di progetti, coordinamento della sicurezza, collaudi) si trovano nel 27% dei bandi.
Il 16,2% sono gare espressamente destinate ad incarichi professionali, per un valore medio di circa 500.000 euro. Il 5,2% sono appalti integrati, nei quali il professionista si presenterà in gara insieme all’impresa concorrente. Un altro 5,6% è per il partenariato pubblico-privato, in cui il progettista partecipa insieme con il costruttore ed il finanziatore. È acclarato che la formula del partenariato è l’unica che consente oggi agli enti locali di realizzare impianti di un certo rilievo; così come l’appalto integrato è uno strumento adottato per accelerare i tempi di realizzazione di opere evitando di sdoppiare le procedure con un appalto per la progettazione seguito, a tempo debito, dall’appalto per la realizzazione dei lavori.
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