Refield, nuova vita ai campi in erba sintetica nel rispetto normativo e dell’ambiente

Refield è una newco nata nel 2022 (con previsione di piena operatività dalla primavera 2023) dalla volontà di alcune aziende già attive nel settore dell’erba sintetica, per soddisfare la crescente esigenza di smaltimento dei campi in erba sintetica. Un’esigenza che è oggi ambientale, industriale, ma anche sociale e culturale.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 348
erba sintetica smaltimento
(foto Shutterstock).
A colloquio con Matteo Invernizzi e Luca Cavalletti

Una risposta italiana al recupero dell’erba sintetica

Refield è la prima realtà italiana ad occuparsi concretamente del “fine vita” dei manti. Il numero di campi sintetici realizzati è infatti letteralmente esploso negli ultimi anni ed è ormai indispensabile poter contare su un procedimento che, nel rispetto di leggi e normative, si occupi di smaltimento e recupero di erba, intaso prestazionale e intaso di stabilizzazione.
Quello che faremo noi di Refield è offrire ai produttori, agli installatori e ai proprietari dei campi sintetici – siano essi Comuni, associazioni e società sportive o privati – un servizio che sia semplice, pratico e in grado di recuperare ogni tipologia di campo presente sul mercato” afferma Matteo Invernizzi, AD di Refield.
Ma prima di parlare di questo dobbiamo fare un passo indietro: cosa succede oggi ai campi in erba sintetica nel momento in cui devono essere sostituiti?
Essi vengono abbandonati al margine del rifacimento del nuovo campo o nel migliore dei casi inviati in discarica. Una volta sollevato, infatti, un campo diventa un rifiuto da post-consumo fine vita e, come tale, deve essere smaltito, sotto la responsabilità del proprietario di tale rifiuto e di chi opera nelle fasi di trasporto e smantellamento. Questa operazione, oltre che onerosa, non è semplice in quanto sempre meno discariche accettano lo smaltimento di questo tipo di rifiuto ingombrante e pulverulento.

Meno responsabilità per il proprietario e un costo inferiore della discarica

Qui interviene Refield: non solo potremo garantire un procedimento meno oneroso rispetto allo smaltimento in discarica, ma solleveremo il proprietario da ogni incombenza. Infatti, il servizio di smaltimento di Refield è completo: il campo verrà tagliato, caricato su camion autorizzati al trasporto di rifiuti e consegnato presso il nostro stabilimento aziendale dove avverrà il riciclo dei materiali”.
Nel dettaglio, Refield potrà garantire l’operazione di smontaggio in sito e trasporto tramite mezzi autorizzati con codici CER dalla Provincia di Pesaro Urbino. “Quando i materiali arriveranno allo stabilimento, essi saranno avviati al processo di recupero tramite trattamento meccanico in conformità con la normativa ambientale e il D.lgs 152/2006, in base al DM 5 febbraio 1998 che individua i rifiuti non pericolosi sottoposti a procedure semplificate di recupero”, puntualizza il geometra Luca Cavalletti, consulente ambientale di Refield.
Sono tre i principali momenti di questo processo, coperto da brevetto EP2096211:

  • Triturazione, ossia la riduzione di volume di tutte le parti del campo (tappetino verde, intaso prestazionale, sabbia);
  • Vagliatura, in cui i materiali vengono separati per dimensioni;
  • Cernita selettiva combinata con aerodinamica per la selezione dei materiali che vengono lavorati per poter essere riutilizzati.

L’obiettivo di Refield: il riciclo a 360 gradi

Trasportiamo, separiamo, selezioniamo e portiamo a nuova vita tutti i componenti del sistema, con un procedimento brevettato e versatile, capace di adattarsi alle molteplici tipologie di campi esistenti”, afferma Matteo Invernizzi.
Per farlo, disponiamo di specifica autorizzazione della provincia di Pesaro e Urbino, dove siamo attualmente collocati con il nostro stabilimento. Abbiamo scelto di collocarci a Piobbico, grazioso borgo delle Marche incastonato da boschi e montagne: la sede non è stata scelta a caso, ma con la volontà di rimanere al centro dell’Italia e poter servire in maniera agevole più parti del Paese”.
Oggi gli impianti di Refield possono recuperare oltre 50 campi all’anno: uno degli obiettivi per l’immediato futuro è svilupparsi anche in altre zone d’Italia, per poter soddisfare volumi di richieste sempre più ampi.
Refield è quindi un concreto passo avanti verso una reale economia circolare, con un processo in grado di recuperare e dare nuova vita a oltre il 90% del sistema manto.

(Notizia a cura di Refield)