Biopiscina e biolago, definizioni ed esempi

La biopiscina (così come il biolago) è uno specchio d’acqua artificiale balneabile nel quale la depurazione è effettuata esclusivamente in modo naturale, senza l’intervento di prodotti chimici.

 (ph. josefcubes/Shutterstock)

Il principio al quale è improntata la biopiscina è la fitodepurazione, un sistema di depurazione naturale applicato da tempo nel trattamento delle acque reflue, in prevalenza agricole ma anche domestiche e talvolta industriali. Il sistema non fa che mutuare il principio di autodepurazione presente in natura negli ambienti acquatici.

Biolago in un contesto naturalistico (ph. josefcubes/Shutterstock)
Biolago in un contesto naturalistico (ph. josefcubes/Shutterstock)

La fitodepurazione avviene consentendo alle piante acquatiche – sommerse o galleggianti – di interagire in simbiosi con i microorganismi presenti nell’acqua in cui sono immerse, che degradano le sostanze organiche inquinanti, i batteri patogeni, e anche alcuni metalli pesanti. Le piante a loro volta si nutrono di una parte delle sostanze disciolte in acqua e delle sostanze inorganiche prodotte dai batteri, ossigenando l’acqua.

Per l’ottimale funzionamento del sistema di fitodepurazione, il substrato su cui sono radicate le piante acquatiche è composto di ghiaia; le piantine vengono solitamente inserite sul fondo in cesti microforati da cui le radici possano espandersi ancorandosi al fondo.

Alcune piante adoperate per la fitodepurazione, nelle immagini di stampe d'epoca (clicca per ingrandire). Da sinistra: alisma plantago aquatica; carex riparia; scirpus setaceus; phragmites australis; caltha palustris.
Alcune piante adoperate per la fitodepurazione, nelle immagini di stampe d’epoca (clicca per ingrandire). Da sinistra: alisma plantago aquatica; carex riparia; scirpus setaceus; phragmites australis; caltha palustris.

Sistema integrato o separato

Lo specchio d’acqua creato artificialmente può assumere una forma organica, soprattutto se in un contesto già di tipo naturale, e in tal caso è più correttamente definito come biolago; ma può anche essere disegnato come una piscina tradizionale, alla quale deve essere comunque affiancata un’area per la fitodepurazione.

L’area destinata ad accogliere le piante può essere integrata nello specchio d’acqua oppure separata da questo.

biopiscine-schema

Nel sistema integrato, le due aree – quella balneabile e quella di fitodepurazione – sono separate solo al di sotto del livello dell’acqua, che può quindi fluire liberamente tra di esse.

Se invece si vuole mantenere una maggiore indipendenza della piscina dalla vegetazione, l’area destinata alle piante va collocata in una vasca separata, posta a un livello leggermente più alto, dalla quale l’acqua depurata può scendere per caduta nella piscina balneabile. Per mantenere in vita il circuito, sarà necessario prevedere una pompa, immersa in quest’ultima, che riporti l’acqua nella vasca di depurazione.

Le biopiscine sono nate una trentina di anni fa a seguito dell’esperienza nella depurazione delle acque reflue, diffondendosi all’estero e solo in tempi più recenti nel nostro Paese. Diversi Comuni – a partire dal Trentino Alto Adige ma anche in altre regioni del centro nord – sono presenti impianti pubblici dotati di laghetti a depurazione naturale; biopiscine vengono inoltre realizzate presso agriturismi all’insegna del ritorno alla natura.

Il biolago di Sasso Pisano

Il progetto del Biolago Balneabile di Sasso Pisano (comune di Castelnuovo Val di Cecina), situato ai piedi del centro storico, (LDA_iMdA architetti associati) ha ricevuto una menzione al Premio Architettura Toscana edizione 2017, in quanto l’area di intervento viene inserita attraverso il progetto di paesaggio in un percorso funzionale e paesaggistico. Il progetto del centro benessere rappresenta, secondo la giuria, un esempio virtuoso di riqualificazione paesaggistica e restituzione dello spazio all’uso pubblico.

Il biolago balneabile è suddiviso in una zona di acqua relativamente bassa, dove sono state messe a dimora piante palustri, acquatiche e piante sommerse che svolgono un’azione fitodepurante e ossigenante. La loro funzione è integrata dall’utilizzo di elementi minerali (ghiaia e zeolite). E’ presente inoltre una zona più prettamente balneabile con acqua profonda.

Planimetria (clicca per ingrandire)
Planimetria (clicca per ingrandire)

Il progetto nasce e si sviluppa intorno al concetto di acqua ed alla presenza di due sorgenti termali Lavatoio e Lagoncino che da sempre sono elementi essenziali del territorio nelle relazioni e nella storia.

Riportiamo la descrizione con le parole dei progettisti:

Ci è sembrato subito interessante estendere questi concetti e pensare al progetto come ad un sistema di luoghi coinvolti dal movimento delle persone che, come l’acqua, entrano negli invasi per poi ritornare al percorso naturale. E così come l’acqua calda delle due sorgenti si immettono nella vasca superiore riscaldandola, così le persone dalla rampa d’ingresso scendono verso la balneazione naturale, incontrando i diversi cubi in policarbonato e legno che costituiscono i servizi: Cassa, Deposito, Spogliatoio e Modulo invernale di accesso alla vasca. Con la balneazione l’acqua sorgiva e le persone entrano in contatto procedendo idealmente nella stessa direzione. Così dalla prima vasca che ha una temperatura di 37° gradi le persone, come l’acqua, si spostano nel secondo invaso dove troviamo una temperatura inferiore per poi tracimare metaforicamente nel laghetto naturale balneabile. L’invaso artificiale diviene naturale l’acqua in eccesso ritorna al suo percorso l’uomo finisce il suo “cammino” con la natura e nella natura.

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