Riaprono le piscine (ma non dappertutto): le linee-guida FIN aggiornate

Il 25 maggio è il giorno della riapertura di palestre e piscine (rimandata però in alcune regioni). Intanto la Federazione Italiana Nuoto ha aggiornato il documento con le misure di sicurezza per la Fase 2 integrandolo con le disposizioni dell’ultimo DPCM.

(Foto BG/Sporteimpianti)

La Fase 2 avanza e riaprono le piscine e le palestre a tutto il pubblico, con qualche differenza da regione a regione.

In Lombardia l’ordinanza n. 547 del 17 maggio, valida fino al 31, non prevede la riapertura degli impianti sportivi (ma non precisa una nuova data); così anche per la Basilicata che rimanda l’appuntamento al 3 giugno. Anche il Comune di Bologna ha deciso di mantenere la chiusura di palestre e piscine fino al 31, d’accordo con i gestori che devono adeguare gli impianti. La Campania infine apre, ad eccezione delle piscine termali e quelle con acqua di mare.

Come è noto molti sono gli adempimenti che devono essere seguiti per gestire in sicurezza gli impianti: li abbiamo descritti in questo articolo.

Il documento FIN

La FIN, che aveva già adottato un protocollo per la riapertura in sicurezza degli impianti dotati di piscina e palestra, dopo la pubblicazione del DPCM 17 maggio, e in particolare dell’allegato 17 che riporta le linee-guida proposte dalla Conferenza delle Regioni, ha aggiornato il protocollo stesso adeguandolo nelle parti che vanno rese coerenti con queste (trovate qui il testo integrale del protocollo FIN aggiornato al 19 maggio).

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Non sono molte le integrazioni, essendo il protocollo FIN già ampiamente adeguato: si tratta soprattutto di alcune ulteriori precisazioni, come la necessità di riorganizzare gli spazi alle necessità della distanza interpersonale, di 1 metro quando non in attività e 2 metri durante l’attività sportiva, o l’applicazione della superficie di 7 mq ad personam anche per le aree solarium.

Altre integrazioni riguardano le modalità di sanificazione e pulizia, prescritte almeno due volte al giorno e ad ogni cambio turno o atleta per attrezzi, macchinari e postazioni comuni.

Si apre dunque una fase che sarà soprattutto un “test” per verificare la fattibilità e la possibilità di gestire l’impianto sportivo in futuro con nuove logiche anche al di là della attuale situazione di emergenza.