Riforma dello sport: cinque passi avanti (e uno indietro)

Approvati cinque decreti attuativi del testo unico sullo sport, ma non il decreto sulla governance, tema sul quale le divisioni tra Stato e Coni sembrano incolmabili.

Tutte le immagini del servizio sono relative al Foro Italico, Roma (foto BG/Sport&Impianti).

Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per le politiche giovanili e lo sport, Vincenzo Spadafora, ha approvato, in esame preliminare, cinque decreti legislativi in tema di riforma dello sport, in attuazione di altrettanti articoli della legge delega 8 agosto 2019, n. 86. Il decreto legislativo relativo al  lavoro sportivo è stato approvato, in esame preliminare, anche su proposta del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo.

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I decreti approvati

I provvedimenti adottati sono attuativi di quanto disposto rispettivamente agli articoli 5, 6, 7, 8, 9 della legge 86.

Questi i temi, come sono sintetizzati dal comunicato del ministero.

Lavoro sportivo

Il decreto, in attuazione dell’articolo 5 della legge delega, introduce una revisione organica e della definizione del “lavoratore sportivo” in tutte le sue forme e prevede, per la prima volta, tutele lavoristiche e previdenziali per i lavoratori sportivi sia nel settore dilettantistico sia nel settore professionistico. Tra le principali novità, si prevede: l’abolizione del vincolo sportivo, anche nel settore dilettantistico, entro il mese di luglio 2022; il riconoscimento all’attività di associazioni e società sportive dilettantistiche che hanno formato l’atleta, alle quali è assicurato da un premio di formazione; l’affermazione delle pari opportunità per lo sport femminile, professionistico e dilettantistico; il riconoscimento di pari diritti delle persone con disabilità; la tutela e il sostegno del volontariato sportivo; l’istituzione di un “Fondo per il professionismo negli sport femminili”; l’istituzione della figura professionale del chinesiologo di base, di quello sportivo e del manager dello sport. Si prevede che le associazioni sportive dilettantistiche e le società sportive dilettantistiche possano svolgere anche attività commerciali, solo se secondarie rispetto all’attività sportiva e strumentali all’autofinanziamento, e che possano distribuire una parte dei dividendi con limiti stringenti a tutela della vocazione sportiva.

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Agenti sportivi

Il decreto attua l’articolo 6 della legge delega e disciplina per la prima volta, in modo organico, la figura dell’agente sportivo. Viene istituito presso il CONI uno specifico Registro nazionale al quale dovranno essere iscritti gli agenti.

 

Norme di sicurezza per gli impianti sportivi

Il decreto di attuazione dell’articolo 7 della legge prevede l’aggiornamento delle norme tecniche e la semplificazione delle procedure amministrative in ordine alla realizzazione e manutenzione degli impianti sportivi, con l’obiettivo di assicurare un effettivo ammodernamento delle strutture, soprattutto in termini di accessibilità, efficientamento energetico e sicurezza, in linea con la normativa internazionale e gli standard europei.

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Semplificazione burocratica

Il decreto attua l’articolo 8 della legge delega e interviene con la creazione di un Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche presso il Dipartimento per lo sport, gestito con modalità telematiche avvalendosi della società Sport e salute Spa

Contrasto alla violenza di genere

Sempre in attuazione dell’articolo 8 il decreto definisce modalità e tempi per la redazione di apposite linee guida, con validità quadriennale, per la predisposizione dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione prevista per ragioni di etnia, religione, convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale da parte di federazioni sportive discipline sportive associate, enti di promozione sportiva e associazioni benemerite.

Sicurezza sport invernali

Il decreto attua l’articolo 9 della delega dettando norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo, stabilendo i principi fondamentali per la gestione in sicurezza delle aree sciabili. Il decreto disciplina i criteri e le modalità previsti per la segnalazione del grado di difficoltà delle piste e per la delimitazione dei bordi delle medesime commisurato alla pendenza. Vengono definite specifiche norme di comportamento per gli utenti e l’obbligo per i minori del casco protettivo.

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Quello che manca

Il 30 novembre era il termine ultimo dettato dalla legge delega per la predisposizione dei decreti attuativi, che sono stati quindi approvati, in via preliminare, nel Consiglio dei Ministri del giorno 24. La procedura prevede ora una proroga di tre mesi per l’approvazione definitiva dopo il passaggio alla conferenza delle regioni e alle commissioni parlamentari.

Non è invece stato trattato il tema della governance, che sarebbe stato il vero punto di svolta della riforma. Si tratta della suddivisione dei compiti tra il Ministero, il Coni, Sport e Salute e le Federazioni, ipotecata – nel dibattito politico – dalle raccomandazioni del CIO a conservare l’autonomia dello sport dalla politica (si vedano le “minacce” di revocare l’assegnazione dei giochi olimpici all’Italia). Agganciate a questo tema, le altre norme divisive riguardanti il numero dei mandati ammissibili per i presidenti di Federazione, e l’incompatibilità delle cariche sportive con incarichi dirigenziali in enti di diritto privato a partecipazione pubblica.

Una riforma dello sport che, per ora, è avviata a metà.