Colloquio con Giuseppe Anastasi di Fratelli Anastasi Impianti Sportivi

L’impegno per la rigenerazione urbana, quando scende alla scala locale si rende esplicito nei singoli interventi che un’azienda di lunga esperienza come Fratelli Anastasi sta svolgendo a favore delle fasce più sensibili della popolazione: quella scolastica da un lato e quella dei reclusi nelle case Circondariali dall’altra.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 346
fratelli anastasi impianti sportivi
Campo da calcetto nella Casa Circondariale “Bicocca” di Catania.

Dalle scuole alle carceri, con lo sport la rigenerazione è sociale

Fra gli esempi più recenti del lavoro svolto dall’azienda in Sicilia ricordiamo in questo articolo i campi di calcio a cinque realizzati tra le mura delle Case Circondariali di Catania e di Messina, e alcuni interventi nelle scuole siciliane.

A questo proposito, abbiamo posto alcune domande a Giuseppe Anastasi.

Fratelli Anastasi ha un’esperienza più che trentennale nelle costruzioni stradali e soprattutto nell’impiantistica sportiva. Cosa vuol dire per voi affrontare oggi i temi della rigenerazione urbana e sociale?
Riteniamo che ogni azione e quindi anche costruzione vada contestualizzata. Negli anni del boom economico, nella maggior parte dei casi, si pensava a costruire palazzi e strade senza avere una precisa programmazione urbanistica relativa alla vivibilità ed ai bisogni dei cittadini. Oggi la visione urbanistica, fortunatamente, è cambiata e la cosiddetta rigenerazione prevede spazi sociali di aggregazione. Parte di questi spazi ospitano impianti sportivi aperti con la possibilità di esercitare liberamente attività sportiva e parchi giochi per i bambini. Noi siamo disponibili a collaborare sia nella progettazione che nella realizzazione dei lavori relativi ad entrambe le attività.

Che risposte avete avuto da parte delle istituzioni carcerarie e degli utenti dopo la realizzazione dei campi da calcetto all’interno delle case circondariali di Catania e Messina?
Lavorare all’interno delle Case Circondariali è sacrificante in quanto già per entrare è un problema. Ogni attività deve essere sottoposta al vaglio delle autorità interne. Questo sacrificio però è compensato dalla soddisfazione di sapere che quanto stiamo realizzando servirà a rendere meno gravosa la mancanza di libertà. Normalmente, da alcune celle il campo è visibile e sentire l’entusiasmo dei carcerati che vedendo crescere di giorno in giorno il manufatto manifestano la speranza di potere giocare e tirare calci ad un pallone dà la certezza che si sta realizzando qualcosa che, oltre ad essere un lavoro, è un modo per cercare di dare sollievo a chi è stato meno fortunato.

(Notizia a cura di Fratelli Anastasi Impianti Sportivi)