Nuovo Codice Appalti: il parere dell’ANAC

L’autorità anticorruzione ha espresso pubblicamente le sue critiche in occasione del convegno “Cantiere Italia. Tra Pnrr, emergenze e nuovo codice appalti”.

(Foto BG/Sport&Impianti)

Il convegno che si è svolto il 18 gennaio presso la sede romana dell’ANCE, sul tema incrociato del PNRR e del nuovo Codice Appalti, è stato occasione per ascoltare la posizione dell’ANAC sull’argomento, per bocca del presidente Giuseppe Busia.

Pur convenendo sulla necessità della riforma del Codice – che peraltro è uno degli obiettivi primari del PNRR -, Busia auspica vengano apportate le necessarie modifiche anche a costo di non rispettare la scadenza del 31 marzo per la sua entrata in vigore.

Fra i punti su cui l’ANAC punta il dito, l’innalzamento della soglia per una gestione diretta degli affidamenti da parte dei Comuni, che passerebbe da 150.000 a 500.000 euro, comporta l’entrata in gioco di stazioni appaltante potenzialmente non qualificate, che si troverebbero in posizione di debolezza di fronte alla contrattazione con i grandi gruppi privati.

Inoltre, la possibilità di aggiudicare contratti sotto i 140.000 euro con affidamenti diretti (limite facilmente aggirabile con la parzializzazione dei contratti) mette a rischio la reale concorrenza fra le aziende lasciando un’eccessiva discrezionalità all’Ente.

Un altro punto criticato è la liberalizzazione dell’appalto integrato – di cui abbiamo parlato nelle pagine precedenti – che, a dispetto della velocizzazione delle procedure, “la stazione appaltante affida l’appalto e si ritrova un progetto diverso da quello pensato, con aumenti spropositati dei costi e contenziosi. E quindi ritardi infiniti”.

Tocca poi direttamente il ruolo dell’ANAC la soppressione del registro delle società in-house, sulle quali l’ANAC esercitava un controllo delle capacità operative: se oggi due terzi dei richiedenti è stato escluso dall’elenco, domani rientrerebbero in gara società in-house non realmente qualificate, con i conseguenti rischi di contenziosi e ritardi nell’effettuazione delle prestazioni.

Infine, ANAC chiede il ripristino della normativa relativa al conflitto di interessi, alla quale è stato anteposto il principio della fiducia.

Vedi le novità del nuovo Codice in questo articolo.

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La foto di Giuseppe Busia è fornita da ANAC.