Centri natatori: le norme di riferimento (parte I)

Tracciamo, in due articoli, un quadro generale delle norme che vanno seguite nella progettazione e realizzazione degli impianti sportivi destinati al nuoto, con l’aiuto dell’architetto Giampaolo Martino, omologatore FIN e docente al Master Sport dell’Università Bicocca di Milano

Il quadro normativo di riferimento per la realizzazione di centri natatori ed impiantistica sportiva in genere è diventato estremamente complesso.

Il processo realizzativo di un intervento edilizio sia di nuova costruzione sia di ristrutturazione è regolato da un insieme di norme che condizionano non poco la procedura imprenditoriale, progettuale, costruttiva e gestionale.

Mentre alcuni aspetti sono comuni ad altri settori dell’edilizia, l’impiantistica sportiva deve far riferimento ad una complessa e spesso intricata normativa tecnica, che varia sia per le diverse tipologie sportive (impianti all’aperto, al coperto, piscine, autodromi, con pubblico o senza, ecc.) sia per i diversi livelli di attività che vi si svolgono (pratica sportiva, spettacolo sportivo, grandi eventi nazionali o internazionali), sia per l’incidenza degli impianti tecnologici (sicurezza, risparmio energetico, inquinamento ambientale ecc.).

Inoltre la tendenza già in atto a livello europeo a sviluppare l‘integrazione nelle strutture sportive di funzioni complementari quali l’attività di intrattenimento spettacolare, attività culturali e di tempo libero, attività commerciali, attività ricettive e turistiche e i servizi relativi, comporta un allargamento sostanziale di tipologie e di riferimenti normativi, che spesso si rivelano inadeguati ed arretrati rispetto alle esigenze innovative di tali strutture.

In particolare, la trasformazione degli impianti sportivi tradizionali in centri polifunzionali nei quali si svolgono varie attività durante tutto l’arco della settimana e dell’anno per necessità economiche impone un rinnovamento progettuale e gestionale che non può più fare capo ai soli regolamenti sportivi, ma deve poter integrare esigenze di sicurezza, di funzionamento, di accessibilità e di fruizione del tutto nuove.

Per quanto riguarda gli impianti natatori occorre precisare che i costi di costruzione e di gestione sono impegnativi, ma una corretta gestione può essere in grado di sostenere l’investimento e l’attività, producendo utili interessanti.

Centro natatorio a Borgovalsugana, Trento (da Tsport)
Centro natatorio a Borgovalsugana, Trento (da Tsport)

Le norme principali

La normativa di riferimento principale è costituita dal Decreto Ministro dell’Interno del 18 marzo 1996 e successivi aggiornamenti e modifiche.

Gli aspetti igienico-sanitari sono di competenza regionale, e pertanto la normati-va di riferimento è regionale e comunale: occorre adeguarsi ai vari Regolamenti di Igiene locali.

Per le piscine vale anche l’ Atto d’Intesa tra Stato e Regioni del 16 gennaio 2003 sugli aspetti igienico-sanitari per la costruzione, la manutenzione e la vigilanza delle piscine ad uso natatorio, che per avere efficacia deve essere adottato con legge regionale da ciascuna Regione, che può anche modificare tale Atto. Tutte le Regioni hanno emanato una normativa sulle piscine, tranne il Lazio.

Il parere del CONI deve essere richiesto alla Commissione Impianti Sportivi del CONI quando l’importo delle opere a base d’appalto è superiore a € 1.032.913,80; al Comitato Provinciale del CONI, Servizio Impianti Sportivi, competente per territorio, per impianti sportivi il cui importo a base d’appalto è inferiore.

La realizzazione di impianti sportivi è soggetta anche alle norme che regolano le costruzioni edilizie in generale, che riguardano principalmente la collocazione sul territorio (norme urbanistiche e ambientali, regolamenti edilizi e d’ igiene), la sicurezza statica (norme sulle strutture portanti, sulle zone sismiche, sulle indagini geognostiche, sui materiali), e la qualità e sicurezza durante l’uso (norme d’igiene e benessere ambientali, di risparmio energetico, di funzionamento degli impianti tecnologici, di accessibilità e deflusso da parte di pubblico, addetti, atleti, disabili ed utenti in generale,  norme antincendio).

Inoltre gli impianti sportivi devono rispettare le richieste delle Federazioni Sportive per quanto riguarda campi di gara (omologazione), attrezzature sportive e servizi.

Durante l’iter della progettazione e costruzione dell’impianto sportivo spetta ai progettisti conoscere ed applicare nel progetto tutte le suddette norme, in modo da soddisfare ogni singola richiesta ed ottenere, al momento dei controlli e delle verifiche, le “prescritte autorizzazioni”, collaudi e omologazioni.

In pratica, il progetto di un impianto sportivo viene controllato più volte e a diversi livelli di approfondimento, prima e dopo essere stato appaltato e costruito; il controllo è particolarmente severo se l’impianto è di uso pubblico.

Centro sportivo GEMS, Francia (da Tsport)
Centro sportivo GEMS, Francia (da Tsport)

L’omologazione

Talvolta si verifica che l’impianto completamente finito e dotato di tutti i pareri e i certificati, non abbia ottenuto l’omologazione da parte della competente Federazione sportiva, per carenze dimensionali o di attrezzature; oppure semplicemente l’omologazione non è stata mai richiesta; oppure è stato erroneamente considerata “omologazione” l’approvazione del CONI.

Occorre pertanto chiarire che una cosa è il parere favorevole del CONI tramite SIS e CIS (trattasi di parere tecnico di carattere generale, rilasciato dopo l’analisi del progetto), altra cosa è l’omologazione sportiva, ossia la dichiarazione da parte di una Federazione che quel dato impianto è idoneo allo svolgimento di gare e campionati ufficiali riconosciuti dalla Federazione.

L’omologazione sportiva viene effettuata generalmente dopo una visita di controllo da parte di un tecnico incaricato della Federazione che provvede a misurare il campo di gara e a verificare l’esistenza e le conformità delle necessarie attrezzature (porte, pali, reti, canestri, blocchi di partenza, attrezzature a disposizione, ecc.). L’omologazione è anche richiesta, nel caso in cui l’impianto sia stato realizzato con il finanziamento parziale o totale dell’Istituto per il Credito Sportivo di Roma, come condizione indispensabile per ottenere il pagamento dell’ultima rata di tale finanziamento.

La domanda di omologazione va inoltrata alla Federazione competente (in caso di impianti multifunzionali, con varie tipologie sportive, ad ogni Federazione competente) presso il Comitato Regionale o presso la Sede Centrale della Federazione stessa.

(vai alla parte II)

Strumenti per il progettista

Per gli standard dimensionali e altre informazioni tecniche riguardanti gli impianti per le attività natatorie consultate gli “Strumenti per il progettista” alle voci NUOTO, PALLANUOTO, TUFFI.

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