Il futuro della Vela di Calatrava: dal Giubileo 2025 a Expo 2030

Quello che era nato come campus sportivo dell’università di Tor Vergata, poi destinato ai Mondiali di Nuoto e mai terminato, torna nei dossier romani con la candidatura della Capitale a Expo 2030.

(foto ronin_espada/Shutterstock)

Da un lato l’inesauribile voglia di “grandi eventi”, dall’altro l’imbarazzante presenza dell’incompiuta Vela a Tor Vergata, ed ecco che nasce una nuova ipotesi sul futuro di quel che resta della mai nata Città dello Sport di Roma.

La “Vela” bianca che troneggia nel deserto della campagna romana, come è noto, risale al progetto che nel 2005 era stato affidato all’archistar Santiago Calatrava per un campus (impianti sportivi ma anche laboratori, alloggi per studenti) al servizio dell’Università di Tor Vergata, cui apparteneva l’area.

Con l’assegnazione a Roma dei Mondiali di nuoto 2009 si decise di ampliare il progetto per ospitare anche uno stadio del nuoto.

I costi raddoppiano, i lavori rallentano, i Mondiali vengono dirottati sugli impianti del Foro Italico: lo scheletro della prima “Vela” (delle due in progetto) rimane fermo come lo vediamo oggi.

Voglia di Expo

Considerato quanto è costata fino ad oggi, e quanto altro costerebbe completarla, l’opera è stata soggetta, negli anni, a proposte di natura opposta: dal portare avanti il lavoro e candidarsi a Olimpiadi future, al demolirla vendendone le parti come rottami.

Penultimo obiettivo, farne un luogo di riferimento per il Giubileo del 2025: mancano però solo due anni e mezzo, non è detto che si riesca a trasformarla in tempo.

Non va dimenticato poi che, nel “carrozzone” del PNRR, e in particolare nel bando relativo ai Piani Urbanistici Integrati, la riqualificazione della “Vela” compare all’interno del PUI 28, Piano per Tor Bella Monaca, sia pure come elemento secondario.

Infine, durante l’Expo di Dubai nel dicembre 2021 viene ufficializzata la candidatura di Roma a Expo 2030: e lo scorso 7 settembre il sindaco Gualtieri ha portato a Parigi il dossier (618 pagine) sul quale si esprimerà l’assemblea del Bureau International des Expositions nel novembre 2023, scegliendo la sede fra i (pochi) candidati.

Roma dovrà vedersela con tre città che hanno storie e motivazioni del tutto particolari: Riad (Arabia Saudita), Busan (Corea del Sud) e Odessa (Ucraina). Certo dopo il successo di Milano 2015, e dopo aver rinunciato alle Olimpiadi, Roma ha voglia di riscattarsi con un “grande evento” – anche se le altre città del mondo occidentale sembrano oggi un po’ titubanti ad affrontare i costi e le incertezze che questi nascondono. Nel 2025 sarà il turno di Osaka, mentre possiamo osservare che Riad non ha certo problemi economici, la Corea del Sud è un Paese emergente, e Odessa al momento ha i suoi ben noti problemi.

Fatto sta, che Roma presenta un corposo dossier predisposto da nomi quali Ian Philion, Richard Burdett, Carlo Ratti, Italo Rota, Michele Costabile, Christian Iaione e Alessandro Mancini, guidati da Matteo Gatto che già ha lavorato su Milano 2015.

Il futuro della Vela di Calatrava

In questo progetto, dal tema “Persone e Territori; rigenerazione, inclusione e innovazione”, l’area di Tor Vergata torna sotto i riflettori con al centro la Vela di Calatrava: leggiamo che il sito delle Vele diventerà “il padiglione “All together/Alt together”, composto da due grandi arene, uno spazio per raccogliere e rilanciare le aspirazioni di tutto il mondo, confrontandole e immaginando scenari e soluzioni”.

Attorno sarà creato un grane Parco Solare con 150.000 mq di superficie fotovoltaica e una capacità produttiva di 36 MWp.

I comunicati stampa riportano che “La strategia alla base della costruzione dei padiglioni è basata sul principio di circolarità, per garantire la sostenibilità generale dell’evento, progettando l’Expo ed il post-Expo contemporaneamente, con la possibilità di lasciare il proprio contributo anche per gli anni futuri“.

Al momento non è ancora chiaro quale sarebbe, dopo l’Expo, il futuro della Vela. L’area è stata ceduta, dall’Università al demanio dello Stato; si conta sull’arrivo di 23,6 milioni di visitatori in 6 mesi. Dopo di che, possiamo solo riportare una dichiarazione del Sindaco, risalente al marzo scorso quando ha presentato il programma per il Giubileo: “L’obiettivo è che la vela possa svolgere un ruolo nel Giubileo come polo di accoglienza per alcuni grandi eventi. Poi che possa far parte dell’Expo e infine nel futuro del post Expo. La vocazione sarà mista: scienza, salute e sport. Come si combineranno e quale sarà il progetto architettonico finale è oggetto di un lavoro in corso”.

Che aspettiamo di vedere.