La rigenerazione urbana dell’ex Arsenale di Pavia

L’Agenzia del Demanio ha promosso il progetto di riqualificazione dell’area dell’ex Arsenale di Pavia, estesa su 140 mila metri quadrati lungo il Ticino.

Render di progetto – ©Vittorio Grassi Architects

Ripensare una porzione di città rendendola fulcro di un sistema di spazi aperti, in rapporto con la natura e con l’acqua: questo, in sintesi, il progetto che si propone di rigenerare l’ex Arsenale di Pavia.

Si tratta di un intervento promosso dall’Agenzia del Demanio per riqualificare 140mila metri quadrati lungo il Ticino, con un investimento di circa 90 milioni di euro.

Il canale Navigliaccio, che attraversa l’area, sarà l’elemento chiave della valorizzazione complessiva, che trasformerà gli spazi in un parco lineare con un forte legame con l’acqua. Il canale diventerà l’interfaccia tra i nuovi edifici e il parco, che sarà un luogo strategico, con ampie aree fruibili e versatili.

Gli edifici storici esistenti saranno restaurati e valorizzati, preservando la memoria del luogo e integrandola nel tessuto urbano: l’intervento fonde passato e futuro, in un dialogo costante tra eredità industriale e linguaggio architettonico contemporaneo.

È lo specchio d’acqua alimentato dal Navigliaccio che, insieme ai nuovi edifici, definirà la scenografia degli ampi spazi collettivi del parco pubblico. Lo stesso corso d’acqua contribuirà a ridurre l’effetto isola di calore e alla gestione delle acque meteoriche.

La voce dei protagonisti dell’intervento

Conclusa la fase di demolizione degli edifici non storici, l’Agenzia del Demanio ha affidato il servizio di progettazione dell’ex Arsenale di Pavia.

Artelia Italia, Vittorio Grassi Architects, Parcnouveau, F&M Ingegneria e Iconia Ingegneria formano il raggruppamento che ha vinto la gara di progettazione.

Partecipare alla rigenerazione dell’ex Arsenale di Pavia è una sfida stimolante e un privilegio unico. Questo progetto rappresenta un punto di incontro tra memoria storica, innovazione e sostenibilità, restituendo alla città non solo edifici di straordinaria bellezza, mai accessibili prima, ma anche un corridoio naturale che riconnette Pavia al fiume Ticino.

L’ex Arsenale sarà un tassello chiave nei processi di rinnovamento urbano della città, che vive già una stagione di importanti interventi di recupero e rigenerazione. Lavorare su progetti dedicati alla collettività è un’occasione preziosa per creare valore condiviso, rispondendo alle esigenze di inclusività, sostenibilità e benessere urbano“, è stato il commento dell’architetto Vittorio Grassi.

Sarà un esempio di sostenibilità ambientale e sociale, con ampie aree verdi aperte al pubblico, in continuità con il parco fluviale del Ticino, e spazi moderni rifunzionalizzati per ospitare amministrazioni e fornire servizi al cittadino”, ha commentato il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme.

È fondamentale che questa rigenerazione non si limiti a ospitare esclusivamente funzioni amministrative, ma che sappia ibridare servizi pubblici, accessibilità, spazi per la cultura, il tempo libero e la socialità. Il cambiamento climatico ci impone di ripensare i luoghi urbani anche in chiave ecologica e ambientale, e il progetto va in questa direzione”, ha dichiarato il Sindaco di Pavia, Michele Lissia.

Il progetto di rigenerazione dell’ex Arsenale di Pavia

L’ex Arsenale si trova all’ingresso del centro urbano di Pavia,. L’Agenzia del Demanio, nel corso del 2024, ha proceduto a far demolire 20 edifici di scarso valore storico e architettonico che occupavano parte del complesso alterando paesaggio e ambiente.

L’intervento di riqualificazione interesserà un’area di 107.870 metri quadrati e 21 edifici: 16 saranno restaurati e 5 demoliti per realizzare 3 nuovi edifici destinati ad archivio, pensati in un’ottica di sostenibilità ambientale e di tutela del paesaggio, con una restituzione di suolo di 4.400 metri quadrati.

La superficie complessiva interessata dal progetto è di 33.800 metri quadrati e gli spazi rigenerati saranno destinati alle sedi di pubbliche amministrazioni e a servizi pubblici per far fruire nuovamente alla cittadinanza il sito.

L’operazione consentirà un risparmio di spesa in locazioni passive per lo Stato pari a 1,18 milioni di euro all’anno.