Impianti sportivi: il 35% delle inaugurazioni sono per calcio e calcetto. Anche con la rimozione dei manti sintetici più vecchi.

Selezionando i cantieri conclusi negli ultimi due anni, oltre un terzo dei lavori risultano su impianti dedicati al calcio, e nella quasi totalità comprendono la sostituzione del manto in erba artificiale. Non solo per passare dal naturale al sintetico, ma anche per rinnovare i manti artificiali di prima generazione, che vanno avviati allo smaltimento o, possibilmente, al riciclo.

Cernusco Lombardone (Lecco), centro sportivo comunale, estate 2020 (Foto BG/Sport&Impianti).

Attraverso “Costruendo”, l’osservatorio di Sport&Impianti sui cantieri dell’impiantistica sportiva, possiamo stimare l’incidenza delle tipologie di lavori che sono stati conclusi negli ultimi due anni in Italia.

Su 476 cantieri monitorati e conclusi nel biennio (308 nel 2019 e purtroppo solo 168 nel 2020 per le note restrizioni sanitarie), sono 170 quelli relativi ai campi di calcio o di calcetto, pari al 35% del totale, con un importo medio dei lavori di circa 399.000 euro.

Si tratta di interventi, in massima parte, definiti di “riqualificazione”, che comprendono quasi sempre un nuovo manto in erba sintetica e, spesso, l’efficientamento dell’illuminazione con fari a LED.

Pochi sono i campi che nascono ex novo; il manto in erba sintetica va più spesso a sostituire superfici in erba naturale talvolta ridotti a terra incolta, ma è sempre più frequente anche la sostituzione di manti artificiali posati ormai parecchi anni fa e giunti a fine vita.

Comincia così a essere tangibile anche da noi il problema del recupero dei materiali dismessi, per evitare che vada a disperdersi nelle discariche: l’argomento sarà oggetto di approfondimento nello “Speciale” sul tema delle superfici sportive in erba che sarà pubblicato su TSPORT 337, in uscita a fine febbraio, e seguito da un webinar sullo stesso argomento programmato per il 22 marzo.