Il popolo dello sport a Vivicittà

La 36esima edizione di Vivicittà, manifestazione podistica organizzata da Uisp, ha coinvolto 33 città italiane e 11 estere sulla distanza dei 10 chilometri.

Era il 1984 quando nasceva la prima edizione di Vivicittà, corsa non competitiva che si svolse in venti città in contemporanea, con il via dato per radio da Sandro Ciotti. Da allora, per 36 edizioni, Vivicittà è cresciuta nello stesso spirito, quello dello “sport per tutti”.

Grazie alla compensazione dei percorsi è come se si corresse su un unico tragitto in una sola grande corsa, ad Ancona come a Palermo, a Cagliari come a Bolzano e in altre città del mondo. Partenza in contemporanea, alla stessa ora, e unica classifica proprio in base ai tempi e ai percorsi compensati. Si corre ogni anno per valori diversi, per la solidarietà, la pace tra i popoli, i diritti umani, il rispetto dell’ambiente. Quest’anno, in 60 città in Italia e nel mondo, lo slogan è stato “L’uguaglianza è in gioco”, frase scelta per sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica sul valore del legame sociale. Come ha commentato il presidente nazionale Uisp, affermando che all’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla sostenibilità ambientale, si è unito il valore dell’uguaglianza, “perché è bene rilanciare i valori della coesione sociale”.

I numeri dell’edizione 2019

Vivicittà si è corsa l’11 marzo 2019 in 33 città italiane con partenza in contemporanea alle 8,30, siglata dai microfoni di Radio Rai.

Hanno preso il via complessivamente 11.377 atleti alla manifestazione competitiva da 10 chilometri e 40 mila a quella non competitiva da 4,5 chilometri; la massima partecipazione si è registrata a Reggio Emilia con 7mila corridori.

Grazie alla collaborazione tra UISP e specifiche associazioni internazionali e organizzazioni umanitarie, oltre al patrocinio dei ministeri italiani per l’ambiente, la giustizia e gli affari esteri, la manifestazione ha coinvolto anche quest’anno diverse altre località nel mondo come Tokyo, Yokohama, Osaka e Otsu in Giappone; Namibe, Benguela, Bengo e Luanda in Angola; Ginevra in Svizzera; Sarajevo e Tuzia in Bosnia Erzegovina oltre a due istituti penitenziari a Bollate (Milano) e Monza, questi ultimi con oltre 600 corridori.

La prova maschile del 2019 ha visto trionfare Samuele Dini, atleta delle Fiamme Gialle allenato da Stefano Baldini, che ha avuto la meglio sul bosniaco Oman Junuzovic, primo a Sarajevo e su Matteo Morelli a Reggio Emilia. La prova femminile ha avuto la sua vincitrice in Isabel Mattuzzi di Rovereto, specialista di siepi e mezzofondo, che è riuscita a superare altre due italiane, Joyce Mattagliano a Reggio Emilia e Ilaria Sabatini ad Ancona.

Parte del ricavato delle iscrizioni è stato donato all’associazione Onlus Terres des Hommes.

Le prossime date

La corsa di Vivicittà non si ferma qui. Ecco le altre date previste per correre all’insegna del rispetto, perché la libertà – anche quella di correre – non sia privilegio di pochi:

7 aprile: Bolzano, Riccione, Bron (Francia), Ivry Vitry (Francia), Saint Caprais (Francia), Saint Ouen (Francia), Marsiglia (Francia);

14 aprile: Avellino e Lucca;

21 aprile: Vieux Conde (Francia);

27 aprile: Tizi El Korn (Algeria);

1 maggio: Ait Issad (Algeria);

giugno: Zavidovici (Bosnia Erzegovina) e Beirut (Libano).

Inoltre, fino al 31 maggio si correrà in altri 16 istituti penitenziari italiani.