Allarme Popillia sui campi di calcio

Con il mese di giugno si sono rinnovati gli allarmi, in alcune regioni del nord Italia, per la presenza della popillia, un insetto comparso in Europa solo pochi anni fa, che può danneggiare seriamente la vegetazione. L’ERSAF (ente regionale lombardo per l’agricoltura e foreste) segnala i rischi per i campi di calcio in erba naturale.

Popillia japonica è un insetto originario del Giappone inserito tra le specie da quarantena per gli ingenti danni economici e ambientali che può provocare. L’insetto è stato rinvenuto per la prima volta nell’Europa continentale nell’estate 2014 nel Parco del Ticino su entrambe le sponde, lombarda e piemontese.

Gli adulti sono polifagi e attaccano piante spontanee, ornamentali e forestali determinando danni a foglie, fiori e frutti. Le specie considerate ospiti dell’insetto sono circa 300.

Le uova vengono deposte nel terreno in preferenza nei prati umidi e da esse nascono le larve che si sviluppano a spese delle radici delle piante erbacee ivi presenti. Per questo motivo i manti erbosi dei campi sportivi e in particolare di quelli da calcio sono i primi ad essere danneggiati. La presenza di Popillia japonica è facilmente rilevabile in quanto determina il distacco delle zolle dal substrato sottostante e rende impraticabile il campo da gioco. Nel mese di giugno è possibile assistere all’emergenza dal terreno delle femmine evidenziata dalla presenza di assembramenti di maschi sul prato.

Strategie di controllo

Purtroppo non ci sono interventi preventivi che possono essere messi in atto per evitare l’infestazione dei campi da calcio in quanto le femmine che scelgono di ovideporre nel prato non provengono dalla vegetazione circostante, ma possono arrivare anche da molto lontano.

Gli adulti sono sensibili ai comuni insetticidi ad effetto abbattente, ma l’uso di prodotti fitosanitari comporta vincoli per la fruibilità dei campi in funzione del tempo di rientro previsto in etichetta. Trattamenti a base di azadiractina, olio di Neem, possono avere un effetto repellente, ma non risolutivo. La strategia di azione va valutata caso per caso con chi ha in carico la gestione del campo e integrata con interventi di risemina, concimazione ed aerazione.

Può essere interessante la distribuzione di agenti biologici di controllo quali i nematodi del genere Heterorhabditis o i funghi entomopatogeni anche se da sola non è risolutiva del problema.

Sicuramente è da sconsigliare l’utilizzo delle trappole perché attraggono più insetti di quanti ne riescono a catturare e quindi peggiorerebbe il problema.

Queste informazioni sono tratte da una comunicazione dell’ERSAF per la Lombardia (per maggiori notizie clicca qui); analoga attività di prevenzione è svolta dalla regione Piemonte (clicca qui).