Con il DPCM del 24 ottobre il cerchio si stringe intorno alle attività sportive

Come già era nell’aria, l’ennesimo provvedimento del presidente del Consiglio assunto per tentare di frenare i contagi torna a penalizzare (fra gli altri) il settore dello sport. Il Ministro Spadafora intanto promette aiuti economici, ma le premesse non sono rassicuranti.

Giuseppe Conte (foto Massimo Todaro/Shutterstock).

Era già chiaro fin dall’uscita del precedente provvedimento, che sarebbe stato necessario adottare nuove misure in tempi brevissimi, e il DPCM del 24 ottobre (firmato a notte fonda dopo estenuanti contrattazioni all’interno dei tavoli decisionali) ha dato un nuovo colpo ad alcuni settori economici fra cui quello della gestione delle attività sportive.

I numeri e la necessità di intervenire

Non si può negare che la paventata “seconda ondata” di contagi da Covid-19 sia in piena ascesa, anche se si fa fatica a capire – o a spiegare – il valore dei numeri. Chiarito che i “nuovi contagiati” non significano molto dato che dipendono da quanti tamponi vengono fatti e a quali soggetti, la pur relativamente piccola percentuale di coloro che si presentano in ospedale con sintomi sta aumentando rapidamente e mette in crisi un sistema sanitario nazionale che non è in grado di fronteggiare una nuova emergenza numerica senza far crollare l’ordinaria attività di cura di tutte le altre patologie.

I provvedimenti intesi a frenare il contagio sono quindi finalizzati ad evitare che i numeri (per ora ancora inferiori a quelli della scorsa primavera) superino una soglia critica.

Numero di "attualmente ricoverati" dal 24 febbraio al 25 ottobre (elaborazione su dati del Dipartimento Protezione Civile).
Numero di “attualmente ricoverati” dal 24 febbraio al 25 ottobre (elaborazione su dati del Dipartimento Protezione Civile).

Chi ci va di mezzo oggi

Detto questo, come evitare il contatto tra persone sane e persone potenzialmente contagiose è il grande rebus che sta in mano ai decisori, e richiederebbe serie analisi delle occasioni di contagio: in mancanza di queste, si va per tentativi.

In questa tornata, ci vanno ancora di mezzo alcune categorie ben precise: la ristorazione (che dovendo chiudere alle 18 è come sopprimerla), lo spettacolo (chiusi cinema e teatri) e lo sport.

Si può pensare che siano efficaci misure in questi ambiti che, se seguono i protocolli di sicurezza, sono fra i più sicuri in assoluto?

Se sono caduti nel vuoto gli appelli dei gestori di palestre e piscine (oltre a ristoratori e lavoratori dello spettacolo) che hanno investito in sicurezza per poter riaprire e ciononostante devono richiudere, quel che preoccupa è che il loro sacrificio si riveli inutile se le fonti di contagio sono ben altre (vedi, ad esempio, i mezzi di trasporto pubblici nelle ore diurne).

Campo di calcetto presso il Play Sport Village di Busto Garolfo (foto BG/Sport&Impianti).
Campo di calcetto presso il Play Sport Village di Busto Garolfo (foto BG/Sport&Impianti).

Riepiloghiamo i nuovi divieti

Sintetizziamo le prescrizioni che il DPCM introduce (o reitera) in materia di attività sportiva, valide fino al 24 novembre, riservandoci di approfondire ulteriormente se interverranno nuove indicazioni ministeriali su frasi e definizioni ancora non chiarissime.

 

Sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato; restano consentiti soltanto gli eventi e le competizioni riconosciuti di interesse nazionale, ma senza presenza di pubblico. Decadono quindi i 1000 spettatori previsti fino ad oggi. A porte chiuse anche gli allenamenti relativi a queste competizioni.

Le tribune della Parabolica di Monza durante le gare dell'ACI Racing Weekend il 18 ottobre scorso (foto BG/Sport&Impianti).
Le tribune della Parabolica di Monza durante le gare dell’ACI Racing Weekend il 18 ottobre scorso (foto BG/Sport&Impianti).

Sono sospese le attività di palestre, piscine, centri natatori, centri benessere, centri termali. Però l’attività sportiva di base e l’attività motoria svolte all’aperto presso centri e circoli sportivi sono consentite nel rispetto delle norme di distanziamento sociale. Sembra di capire che il centro sportivo dotato di spazi all’aperto possa continuare a funzionare senza utilizzare l’eventuale palestra o piscina; e ad esclusione degli “sport di contatto”, come recita il punto seguente.

 

Lo svolgimento degli sport di contatto è sospeso, inclusa tutta l’attività sportiva dilettantistica di base e le attività connesse, anche se aventi carattere ludico-amatoriale. Ricordiamo che gli sport di contatto sono elencati nell’apposita tabella del Ministro dello Sport.

 

È consentito svolgere attività sportiva o attività motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici. Si richiede solo di mantenere la distanza di due metri per l’attività sportiva e un metro per ogni altra attività.

la Polizia Locale vigila sull'attività motoria nei parchi (foto BG/Sport&Impianti).
La Polizia Locale vigila sull’attività motoria nei parchi (foto BG/Sport&Impianti).

Quest’ultimo punto va letto insieme con quelli precedenti, in quanto bisogna riuscire a distinguere l’attività sportiva di base (consentita nei centri sportivi all’aperto), l’attività sportiva all’aperto anche presso aree attrezzate (consentita), le attività connesse agli sport di contatto anche ludico-amatoriali (non consentite).

Ad esempio, questi ragazzi ripresi (non diciamo dove) sabato mattina stanno svolgendo un’attività consentita o vietata?

Attività sportiva di base (consentita) e/o sport di contatto (non consentito)? Foto BG/Sport&Impianti.
Attività sportiva di base (consentita) e/o sport di contatto (non consentito)? Foto BG/Sport&Impianti.

Gli aiuti economici

Chi è obbligato a non lavorare deve essere risarcito per il mancato guadagno. A parole il Governo lo ripete fin dall’inizio.

Il Ministro dello Sport Spadafora è intervenuto sul suo profilo Facebook per assicurare di aver fatto tutto il possibile per evitare le chiusure, riconoscendo gli sforzi fatti, anche dal punto di vista economico, dai gestori di palestre e piscine e da società e associazioni sportive per adeguarsi ai protocolli di sicurezza; e spiegando però che di fronte alla crescita dei contagi il governo non ha potuto far altro che chiudere tutto.

Il Ministro
Vincenzo Spadafora (foto Ettore Griffoni / Shutterstock).

Ha poi annunciato che fin da questa settimana sarà varato un provvedimento che stanzierà aiuti economici ai settori danneggiati, da erogare entro la metà di novembre.

Questa la traccia degli aiuti di cui si parla: una indennità di 800 euro per i collaboratori sportivi relativa al mese di novembre; contributi a fondo perduto per le ASD e SSD con un plafond di 50 milioni, con un automatismo per l’ottenimento dei contributi da parte di quelle che ne hanno beneficiato nei mesi precedenti.

Ci sembra del tutto evidente che le proposte sul tavolo sono estremamente limitate, se solo per il settore degli impanti natatori nei giorni scorsi era stata delineata la necessità di recuperare perdite per almeno tre miliardi (come ha ricordato il presidente della Federazione Italiana Nuoto Paolo Barelli) , e tenendo conto che il danno economico non sarà limitato ai trenta giorni (se pure tali rimarranno) di chiusura.