DPCM di ottobre: lo sport fa bene, ma non se è amatoriale

Gli sport praticati secondo regole certe sono esenti dalla stretta imposta con il nuovo Decreto emesso per contrastare l’attuale aumento dei contagi da Covid-19. Il ministro Spadafora chiarisce.

Vincenzo Spadafora alla finale della supercoppa di volley femminile il 6 settembre scorso a Vicenza (foto Ettore Griffoni / Shutterstock).

Ancor prima che venisse pubblicato il DPCM di ottobre, il ministro Spadafora con un intervento sulla sua pagina Facebook alle 9,04 di oggi (13 ottobre) ha illustrato il senso e i limiti del provvedimento firmato nella notte dal Presidente del Consiglio e dal ministro per la Salute.

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Frutto di un sudato compromesso, il nuovo DPCM – interpretato alla luce delle parole del ministro per lo Sport e le politiche giovanili – finisce col riconoscere il ruolo dell’attività sportiva nel “promuovere corretti stili di vita e tutelare il benessere psico-fisico in ogni suo aspetto e a tutte le età”. Nel suo intervento, Spadafora dichiara che “faremo di tutto affinché lo sport, con tutti i benefici che comporta, non si fermi di nuovo. Anche se questo implica una maggiore consapevolezza e una maggiore responsabilità da parte di tutti nel rispetto delle regole, dentro e fuori i campi sportivi”.

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Che cosa si ferma

Il nuovo Decreto conferma la possibilità di svolgere ancora le attività sportive professionistiche, ma anche quelle svolte dalle associazioni e società dilettantistiche riconosciute dal CONI e dal CIP nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni; “sono invece vietate tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto, aventi carattere amatoriale”.

Quali siano gli sport di contatto di cui si parla lo dovrebbe individuare “un successivo provvedimento del Ministro dello Sport”.

Questo significa – scrive Spadafora su Facebook – che le ragazze e i ragazzi iscritti a scuole o campionati potranno continuare le loro attività, ad esempio, anche per quanto riguarda il calcio, il basket, la pallavolo tra gli altri, fatto salvo il rispetto delle regole e la prudenza oggi necessaria in ogni aspetto della vita quotidiana. Nessun cambiamento invece per quanto riguarda l’attività delle palestre (già ben regolamentata) e la corsa, ovviamente senza mascherina.

Dal lato sportivo al momento si è deciso di fermare solo le attività amatoriali degli sport di contatto: per intenderci, le “partitelle” organizzate tra amici. Non che non abbiano importanza o non siano utili ma in un momento così difficile, e speriamo per un breve periodo, dobbiamo ritornare a fare qualche sacrificio”.

Gli spettatori

Resta fermo quanto già previsto per la presenza degli spettatori agli eventi e competizioni sportive ufficiali, con il limite massimo di 1000 presenze all’aperto e 200 al chiuso: tuttavia rapportate alla capienza dell’impianto nella misura massima del 15%, e sempre che sia possibile la prenotazione e l’assegnazione preventiva del posto a sedere.

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Andamento quotidiano dei ricoverati per Covid-19 dall’inizio della pandemia al 12 ottobre: massimo, minimo e ultimo dato. Nostra elaborazione su dati della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile (clicca per ingrandire).

Continua a non essere un momento facile per lo sport, e in particolare per chi gestisce le attività amatoriali. Bisogna però dare atto che le disposizioni, rese necessarie da una curva epidemica non troppo rassicurante, stanno tentando per ora di limitare il più possibile i danni nella stretta tra la necessità di evitare le occasioni di contagio e la necessità (che non è solo economica) di garantire l’attività fisica indispensabile per il benessere psico-fisico del cittadino.

Qui il testo integrale del DPCM del 13 ottobre.