Giro d’Italia: il riscatto del Passo Manghen

Dopo la tempesta di vento che nell’ottobre scorso ha distrutto vaste aree di bosco anche nelle valli laterali della Valsugana, interrompendo la strada per il passo Manghen, il programma del Giro 2019 garantisce che il 1 giugno prossimo la classica salita sarà percorribile per il decisivo tappone dolomitico.

La salita verso i 2.047 metri del passo Manghen, preceduta e seguita nella stessa giornata da altre tre salite lunghe e dure, è una grande classica del Giro, e quest’anno sarà compresa nella ventesima tappa, l’ultima prima della cronometro finale sulle strade di Verona.

Ne parliamo in anticipo perché quest’anno la possibilità di percorrere la strada provinciale 31 che collega la Valsugana con la Val di Fiemme è stata messa in serio dubbio dalle conseguenze della disastrosa tempesta che il 29 ottobre scorso ha raso al suolo interi boschi di abete rosso in tutto il nordest. All’indomani della burrasca, la strada era devastata in più punti da frane e smottamenti e per oltre 5 chilometri era completamente invasa dai tronchi degli abeti schiantati, e del tutto impercorribile.

 

La tempesta

L’evento meteorologico eccezionale, insieme alle intensissime piogge che avevano indebolito il terreno, ha avuto il suo apice in dieci ore nelle quali il vento di scirocco, secondo le rilevazioni di meteotrentino effettuate proprio al passo Manghen, ha superato continuamente i 120 km/h, fino a toccare una punta di 191,5 km/h.

Nelle vallate poste in favore di vento, le raffiche hanno agito sulle piante dotate di un apparato radicale superficiale come gli abeti, aggrappati in un suolo intriso d’acqua, causandone l’abbattimento le une sulle altre.

Un documento illustrativo del WWF, redatto come guida all’oasi della Valtrigona, posta proprio nella valle che sale al Manghen, ricorda – non da oggi! – che “la coltivazione del bosco nel passato prevedeva l’alternanza di tagli rasi a cui seguivano impianti di nuove pianticelle, poste molto vicine le une alle con un sesto d’impianto di 1 – 2 metri; successivamente o per selezione naturale o con appositi interventi di diradamento, il bosco giovane veniva avviato verso stadi più maturi e struttura più naturaliforme.

Se però tali interventi non si fanno o sono troppo saltuari si ottiene un bosco debole, con molti alberi stentati e morti all’interno, con un equilibrio ecologico assai precario”.

 

Il ripristino della strada

La strada di passo Manghen viene normalmente chiusa ogni inverno dal 30 novembre al 10 aprile nel tratto a quota più elevata dalla località di Valtrighetta nel Comune di Telve alla località Ponte Stue nel Comune di Castello-Molina di Fiemme. Quest’anno, l’intero tratto è stato oggetto di un intenso lavoro di rimessa in pristino – come ha ricordato l’ingegner Paolo Nicolussi Paolaz del Servizio Opere stradali e ferroviarie della Provincia autonoma di Trento nella conferenza di presentazione delle tappe trentine del Giro il 13 febbraio scorso – attraverso diversi contratti di somma urgenza per circa 5 milioni di opere, eseguite nonostante i disagi della stagione invernale.

La riapertura completa del collegamento è prevista per il 18 maggio prossimo con il via libera dell’ultimo tratto ancora chiuso tra le località di Ponte Stue e Piazzol, sul versante della val di Fiemme.

 

Il tappone

Ecco dunque che la corsa ciclistica mostra ancora una volta un significato che va oltre la semplice prestazione atletica entrando nel vivo del territorio.

La ventesima tappa del Giro, sabato 1 giugno, partirà da Feltre e prevede 5.000 metri di dislivello da scalare, suddivisi in quattro salite; di queste, dopo la Cima Campo (m 1.425) la seconda è quella del passo Manghen, lunga quasi 19 km, che parte dalla quota 600 di Telve, si snoda lungo la valle del torrente Maso – quella più colpita dalla caduta degli alberi – inerpicandosi quindi con una pendenza che raggiunge un massimo del 14,5% fino agli oltre 2.000 del passo.

I girini dovranno poi affrontare il passo Rolle (1.980) e infine la salita di Croce d’Aune – Monte Avena, arrivo di tappa poco distante dalla località di partenza.

La tappa ricalca in effetti il percorso di un’altra classica, la gran fondo “Sportful Dolomiti Race”, che si correrà solo 15 giorni dopo sulle stesse strade, con partenza e arrivo a Feltre (e un circuito ridotto per i cicloamatori meno affiatati e per gli ultra 65enni).

Siamo quindi in attesa di vedere sui nostri schermi il riscatto del Manghen e di un intero territorio.