Le nuove linee guida FIFA per gli stadi

Con l’inizio del 2023, la FIFA (massimo organo internazionale del calcio a livello mondiale) ha pubblicato le nuove linee guida relative ai criteri infrastrutturali per gli stadi, alla gestione e all’adeguamento di quelli esistenti e alla realizzazione dei nuovi impianti.

La sede della FIFA (foto albinfo – lic. CC).

Questa nuova edizione delle “Football Stadium Guidelines” arriva a 11 anni di distanza dall’ultima pubblicazione dettagliata prodotta da FIFA (all’epoca denominata “5th edition of Football Stadiums: Technical Recommendations and Requirements”), che però si concentrava soprattutto su criteri e parametri relativi a stadi medio-grandi e all’aggiornamento dei requisiti per gli impianti ospitanti i Mondiali di calcio.

Questa nuova edizione, realizzata con la consulenza di una serie di studi d’architettura e di progettazione di livello internazionale (ARUP; HFP; Populous; The Stadium Consultancy; iTurf) cerca di ampliare l’orizzonte di influenza, allargandolo a tutte le possibili dimensioni di uno stadio e certamente in relazione al territorio e ai diversi Paesi.

Anche sulla scia dei recenti grandi tornei internazionali (i Mondiali di calcio in Qatar ma anche quelli di categorie giovanili, Under-20 ecc, spesso ospitati in Nazioni più lontane dai tradizionali circuiti del calcio), FIFA ha l’intenzione di stimolare lo sviluppo infrastrutturale sportivo in tutti i 211 Paesi associati, consigliando degli standard che possano creare continuità e coerenza nei progetti.

Questo nuovo documento intende stabilire un punto di partenza univoco e per farlo sono state introdotte 5 categorie di classificazione, così da poter suddividere criteri e requisiti in base alla grandezza e alla capienza dell’impianto analizzato. In questo modo, ogni progetto (sia di adeguamento che di nuova costruzione) dovrebbe poter trovare in queste pagine una serie di linee guida “consigliate” che riconducono a una visione centrale di base: l’obiettivo di FIFA è arrivare ad avere in ognuno dei 211 Paesi affiliati almeno uno stadio che rispetti i requisiti proposti.

La conseguenza di queste linee guida è anche quella di essere poi pronti a candidarsi per ospitare un qualunque torneo FIFA che, sebbene abbia i propri requisiti specifici, deriva in ogni caso dall’approccio di partenza della Federazione internazionale.

Questo documento infatti, risulta utile a tutti i soggetti solitamente coinvolti nella gestione o nella progettazione degli impianti per il calcio. Federazioni nazionali e Confederazioni continentali, singoli club, soggetti proprietari degli impianti (enti, Comuni, questo anche per eventuali interventi di adeguamento e restyling), autorità di controllo competenti per la certificazione degli edifici, studi di architettura e di progettazione, investitori.

I contenuti delle Linee Guida FIFA per gli Stadi

Il documento è suddiviso in 7 capitoli principali:

  1. visione e approccio generale
  2. design
  3. realizzazione in cantiere
  4. gestione
  5. linee guida e requisiti strutturali
  6. funzionalità e requisiti per pubblico e giocatori
  7. categorie

Le nuove 5 categorie in cui FIFA suddivide gli stadi (adeguando le linee guida alle realtà specifiche) sono certamente uno degli aspetti più interessanti di questa pubblicazione.

La base di partenza è la capienza dell’impianto, con ben 3 categorie che coinvolgono stadi con meno di 10mila posti. Il focus quindi diventa molto più regionale, più verso il “calcio per le comunità locali” come spesso ripetuto dal presidente FIFA, Gianni Infantino, e anche all’indirizzo di impianti molto piccoli (250 posti).

FIFA individua nelle categorie 1 e 2 (rispettivamente capienza minima 40mila e 20mila posti) i cosiddetti stadi di fascia molto grande e grande, capaci di ospitare grandi eventi internazionali.

In categoria 3 (minimo 10mila posti) stadi medi, che possono ospitare gli eventi giovanili (Mondiali di categorie under ecc). Infine, la cat. 4 (capienza minima 3mila posti) a uso ancora ufficiale ma più locale, e la categoria 5 (250 posti) che viene individuata come il limite minimo ammesso da FIFA e rivolto in particolare all’attività sportiva delle comunità.

Infine, oltre a proseguire nel percorso già tracciato con l’altro ampio programma di indicazioni, il “FIFA Quality Programme for Football Turf” (ed. 2021, se n’è parlato in TSPORT 344), rivolto alla cura e alla gestione dell’erba dei terreni da gioco, in questo nuovo documento FIFA ha voluto insistere anche sulle prospettive di sostenibilità, di cui si trova traccia nella sezione 4 e che più in generale vuole mettere al centro l’efficientamento energetico e la riduzione dell’impatto ambientale degli stadi, ritornando sul discorso dell’adeguamento dei progetti alle diverse scale locali (ambientazione, necessità, capienze) e puntando su una prospettiva futura consapevole nello sviluppo del calcio internazionale e dei tornei di grande richiamo.