Il Disegno di Legge di attuazione della riforma dello sport, avviata con la legge di bilancio di fine anno, è stato approvato dalla Camera a fine giugno, e passa all’esame del Senato. Ma il presidente del Coni Malagò, ricevuto in audizione, ha espresso fortissime riserve.
Legge delega sullo Sport: approvata alla Camera, ma Malagò…
(Roma, la sede del Coni al Foro Italico – Foto BG per sport&impianti)
Ai primi di gennaio abbiamo dato la notizia che la riforma del Coni era approvata. Si trattava della norma, contenuta nella legge di bilancio 2019, che sanciva la nascita della società Sport e Salute, dipendente dal Ministero dell’Economia, al posto della Coni Servizi.
Veniva quindi definita una delega al Governo per completare il processo di riforma dello sport nazionale con un apposito disegno di legge.
Ecco dunque che il Disegno di Legge n. 1372, riportante “Deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione”, dopo l’iter nelle apposite Commissioni, veniva licenziato dalla Camera il 27 giugno scorso, per passare all’esame del Senato.
È noto, però, che con la riforma di cui sopra, sono state sottratte al Coni molte competenze, prima fra tutte quella sulla distribuzione dei fondi alle Federazioni sportive, nonostante un tentativo di mediazione che aveva portato alla rassicurazione che il finanziamento delle federazioni avverrà “anche sulla base degli indirizzi generali adottati dal Coni in armonia con i principi dell’ordinamento sportivo internazionale”, per mantenere i corretti rapporti con il Cio (Comitato Olimpico Internazionale) e i suoi principi di indipendenza.
Malagò al Senato
Ma ecco che la Commissione Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport del Senato, presso cui il disegno di legge è in esame, ha convocato in audizione il presidente del Coni Malagò il 30 luglio scorso.
Ascoltato ufficialmente per la prima volta, Malagò ha espresso con forza il suo dissenso, arrivando a paventare “un serissimo problema con il CIO” nel caso che la legge venisse approvata nei termini in cui è attualmente delineata, tanto che “il Cio potrebbe sospendere il riconoscimento olimpico all’italia”.
Va detto però che la legge attuativa segue le linee già largamente tracciate nel provvedimento del dicembre scorso, e sembra difficile fare una completa marcia indietro.
Peraltro, essendo ancora in sospeso la definizione del contratto di servizio tra il Coni e la nuova “Sport e Salute”, i presidenti delle cinque maggiori federazioni, ovvero Gravina (calcio), Petrucci (basket), Barelli (nuoto), Binaghi (tennis) e Cattaneo (pallavolo), con una dichiarazione rilasciata all’ANSA, hanno chiesto che il presidente del Coni “firmi subito il contratto di servizio consentendo così di dare attuazione ad una legge dello Stato già approvata”, evitando di creare, con il suo atteggiamento ostativo, una situazione di “disagio e turbamento” nelle file dei federati.