Lo stadio italiano, a colloquio con Sportium

Tsport ha incontrato Giovanni Giacobone, Christian Recalcati e Giuseppe De Martino, rispettivamente consigliere delegato, managing director e direttore tecnico di Sportium, la società del gruppo Progetto CMR che è stata selezionata da Inter e Milan come finalista per la progettazione del nuovo stadio, con la proposta “Gli anelli di Milano”.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 342
sportium meazza progetto
(Foto e render: Sportium)

La città

La vicenda del nuovo stadio di Milano è tuttora in divenire, anche se la notizia dell’ultima ora è la decisione, da parte di Inter e Milan, di procedere con il progetto proposto da Populous, “la Cattedrale”, a scapito di quello che i progettisti di Sportium hanno chiamato “Gli anelli di Milano”.

Comunque, per la pubblicazione sul numero 342 di Tsport, abbiamo incontrato i tre rappresentanti di Sportium una mattina di fine novembre, prima che fosse ufficializzata la scelta fra i due progetti.

Una mattina di novembre, dunque, di quelle in cui il sole filtra attraverso la foschia e la città gronda di rugiada. Ed è proprio la città il primo tema della conversazione. Perché Sportium è pienamente convinta che Milano abbia bisogno della rigenerazione di questa parte urbana, e l’occasione del nuovo stadio è non solo un’opportunità ma una necessità.
L’area che circonda l’attuale Meazza è un territorio privo di una connotazione unitaria e il quartiere di San Siro è notoriamente un ibrido tra edilizia popolare e residenze di lusso, in un’area con una scarsa dotazione di servizi.
Di fronte all’obiezione – che Tsport ha sempre messo in evidenza – del contrasto, pur legittimo, tra le iniziali richieste di Inter e Milan e le previsioni del Piano di Governo del Territorio in tema di volumetrie, i progettisti rimandano a quelle che sono scelte politiche degli Amministratori comunali: questione peraltro (al momento) superata dal taglio concordato delle volumetrie stesse.

Il vecchio Meazza

Passando dalla scala urbanistica a quella architettonica, prima di arrivare a parlare del nuovo stadio abbiamo chiesto a Sportium un parere sulla possibile sorte dello stadio esistente.
È unanime la condivisione del fatto che – dal punto di vista del tifoso – il catino del Meazza sia forse il migliore che ci si possa aspettare, per la ottimale visibilità del gioco da ogni singola seduta dei tre anelli. Il problema quindi non risiede nella qualità “sportiva” dell’impianto ma nella sua gestione.
Il Meazza non è uno stadio “moderno” e quindi non garantisce una sostenibilità economica per le società che vi giocano: da qui l’esigenza di un nuovo stadio con funzioni integrate che ne consentano lo sfruttamento al di là delle partite di campionato.

D’altra parte, il mantenimento della struttura -eventualmente come stadio alternativo – imporrebbe dei costi estremamente elevati per il Comune proprietario. È questo il motivo principale per cui non sarebbe possibile ipotizzarne un riuso, certo fattibile dal punto di vista puramente tecnico come dimostra l’esempio visto qui.
Quanto al mantenimento dello stadio esistente come memoria storica, posto che non c’è lo spazio fisico per affiancare integri il vecchio e il nuovo, Sportium crede che una soluzione sia la conservazione di un simbolico elemento architettonico (una delle “torri” che oggi sostengono il terzo anello), lasciando per il resto la traccia del campo attuale reinterpretata come segno nel paesaggio, nel contesto del più ampio parco ludico-sportivo che si affiancherà al nuovo stadio; il mantenimento delle rampe su tre lati connoterà inoltre l’ampliamento dello stadio realizzato negli anni ‘60.

Gli anelli di Milano

Infine, il progetto del nuovo stadio.
La descrizione del motivo ispiratore del progetto proposto da Sportium è nota. “Le forme curvilinee dell’architettura del nuovo impianto e la continuità delle gradinate che abbracciano il campo da gioco, tramandando la gloriosa immagine dello Stadio di San Siro, la interpretano in una chiave inedita che rappresenta pienamente la vocazione di accoglienza della nostra città”. “Un impianto che nasce dal territorio e che emerge dal terreno, con un podio in pietra lombarda che cela i tornelli e gli elementi per la sicurezza, dal quale s’innalzano due anelli rappresentativi delle tifoserie di Inter e Milan; un impianto all’avanguardia tecnologica che respira, con facciate connotate dalle immagini dei volti di 16.000 tifosi e un aspetto che cambia in base alle condizioni climatiche e agli eventi ospitati. Un progetto di stadio capace di garantire la migliore esperienza sportiva e di intrattenimento ai tifosi, in linea con le best practice internazionali e allo stesso tempo offrire ai residenti un’area urbana riqualificata”.

I progettisti tengono a evidenziare l’italianità dell’approccio al progetto, attento alla storia della città, del quartiere, ai bisogni delle persone ma con uno sguardo sempre rivolto al futuro, “a un’idea assolutamente nuova di edificio per lo sport che è sia una straordinaria macchina per l’intrattenimento sia un hub di integrazione sociale e di servizi per la collettività”.
Il progetto è inoltre pensato per essere realmente realizzabile con i costi preventivati: un impianto tecnologicamente avanzato, con un elevato livello di sostenibilità e una particolare attenzione alla manutenzione agevole ed economica dell’infrastruttura per il futuro. Si pensi ad esempio alla “pelle” costituita dalle migliaia di pannelli metallici sospesi su cavi d’acciaio, che daranno, vibrando, vitalità al fronte dell’edificio: un involucro permeabile che permetterà una ventilazione naturale dell’impianto minimizzando i consumi.

La conclusione del colloquio riflette la chiusura della “lettera aperta” che Sportium ha voluto inviare ai primi di novembre per far conoscere lo spirito e la passione con cui il progetto è stato pensato: “Abbiamo immaginato un nuovo modo di vivere lo Stadio che non si accenderà solo per le grandi occasioni ma che potrà trasformarsi anche quando non ospiterà le partite. Gli Anelli di Milano costituiscono la visione italiana e milanese del nuovo Stadio che pensiamo interpreti l’essenza dello sport: abbracciare, aggregare, includere, unire, vivere”.