Milano San Siro: ipotesi alternative

Se da una parte si discute a Milano sulla fattibilità urbanistica di un nuovo stadio nella zona di San Siro, altro argomento è la conservazione o meno del vecchio “Meazza”. Il lavoro degli ingegneri Aceti e Magistretti, depositato in Comune quasi un anno fa, non ha la pretesa di costituire la soluzione di tutti i problemi, ma vuole dimostrare che la riqualificazione e ammodernamento dello stadio esistente non è tecnicamente impossibile.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 342
san siro ipotesi
(foto BG/Tsport).

Una questione di urbanistica.

Prima di dare la parola agli ingegneri con il loro studio di fattibilità, andiamo a riepilogare in quale situazione si pone il tema del “nuovo stadio”: ne abbiamo seguito costantemente l’evoluzione nella rubrica “opinione” di TSPORT e sul portale Sport&Impianti.

La vicenda è in continua evoluzione, e i tempi delle decisioni finali sono ancora lontani; è opportuno però fare chiarezza su quali siano le problematiche connesse al progetto che da oltre due anni è stato proposto da Milan e Inter, ormai noto nelle due varianti alternative firmate da Populous e da Sportium-Manica.
Si tende infatti, nella pubblica opinione, a confondere il tema della rivoluzione urbanistica con quello della conservazione “storica” dello stadio attuale e con quello della realizzazione in sé di un nuovo stadio.
L’esigenza di uno stadio moderno ed efficiente per le due squadre milanesi non è messa in discussione. È piuttosto una questione di scelte urbanistiche se approfittare di questa esigenza per operare una “rigenerazione urbana” del quartiere di San Siro, anch’essa oggi necessaria.

Come dovrebbe essere chiaro a tutti, metter mano ai lavori per avere uno stadio “moderno” comporta dei costi: che siano 300 milioni per riqualificare il Meazza o 500 per un impianto nuovo, chi li investe vuole garantirsi una adeguata sostenibilità economico-finanziaria. Da qui la richiesta, da parte di Milan e Inter, dell’inserimento di volumetrie residenziali, commerciali e terziarie che renderebbero immediatamente remunerativo l’investimento, a prescindere dalla funzione e dalla redditività del solo campo di calcio.
Una richiesta, beninteso, legittimata dalla cosiddetta “legge sugli stadi”. Che tuttavia appariva inopportuna nella misura richiesta, pressoché doppia rispetto a quanto prevede il Piano di Governo del Territorio di Milano, entrato in vigore il 5 febbraio 2020, quindi recentissimo.
Questo autunno, dopo il reinsediamento della Giunta guidata da Giuseppe Sala, l’impasse urbanistico sembra improvvisamente risolto, con l’accettazione, da parte delle due società calcistiche, delle volumetrie previste dal PGT.
Se le Società garantiranno il piano economico pur con le volumetrie extrasportive dimezzate, il progetto dunque si attuerà.

Sul tavolo rimane l’istanza, da parte di una porzione dell’opinione pubblica, “salviamo il Meazza”. Può essere un’alternativa? Il problema non è tecnico, ma semmai gestionale (ne abbiamo parlato, più avanti, con i progettisti di Sportium). E per una comprensione dello stadio di San Siro abbiamo chiesto il contributo di Antonio Cunazza, appassionato studioso dei templi del calcio. Intanto, per prendere coscienza di quanto ingegneristicamente sarebbe possibile fare, vediamo la soluzione proposta da Aceti e Magistretti.

L’IPOTESI CONSERVATIVA

di Nicola Magistretti, Riccardo Aceti (professore a contratto al Politecnico di Milano)

Icona, monumento, memoria

Lo stadio Meazza di San Siro è icona, monumento, memoria storica, sportiva, architettonica, culturale, emozionale per la città di Milano, per lo sport e la cultura (concerti, manifestazioni), e tutti questi valori sono riconosciuti in Italia e nel Mondo. Nel 2009 è stato nominato dal Times il secondo stadio più bello e funzionale al mondo!
Negli ultimi anni è sempre stato ai primi posti nei 10 maggiori siti di ranking internazionali degli stadi.
È posizionato al secondo posto al mondo per numero di finali (4) di Coppa dei Campioni/ Champions League, l’ultima nel 2016.
In questo anno 2021 ha ospitato una semifinale e la finale della Nations League, rispettivamente il 6 e il 10 ottobre.

Possibilità di riqualificare e ammodernare

Lo stadio Meazza si può riqualificare e ammodernare con un possibile ulteriore upgrade architettonico rispettando i seguenti aspetti:
[a] Immagine architettonica moderna e tecnologica.
[b] Funzionalità sportiva adeguata secondo i più moderni standard tecnologici e di sviluppo futuro.
[c] Si può usufruire del volume del Terzo Anello (110.000 mc) con una trasformazione e destinazione a servizi fruibili e vivibili per tutta la settimana, come retail, impianti sportivi per la collettività, ristorazione, aree verdi, terziario, commerciale e con una magnifica vista dall’alto sul campo sportivo da un lato e sulla città dall’altro.
[d] Funzionalità per attività collaterali e complementari foriere di redditività economica (aumento considerevole degli spazi di servizio, magazzini, tecnici, uffici, commerciali, merchandising, ristorazione con cucine): si possono infatti ricavare all’interno dello stadio esistente aree adeguate e paragonabili quantitativamente (90-100.000 mq) a quelle previste nei due progetti per il nuovo stadio, anche grazie alla possibilità di aggiungere elementi costruttivi/architettonici.
[e] Funzionalità statica (si veda l’ultimo collaudo decennale, valido fino al 2030).

Sostenibilità economico-finanziaria, costruttiva e ambientale

Il costo della riqualificazione è pari al massimo a meno del 50% del costo del nuovo stadio. Si valuta che per la demolizione del Terzo Anello (con recupero “ecologico” del materiale di risulta per essere utilizzato nei getti dicalcestruzzo di ricostruzione), la costruzione della galleria panoramica (su tre livelli) al posto del Terzo Anello e la riqualificazione/ integrazione di aree del primo e del secondo anello usufruibili per attività varie, occorrano circa 300 milioni di euro; tali costi sarebbero peraltro riducibili qualora si decidesse di ridurre i 90.000 mq da fruire.
Si prospetta un business plan bancabile, che si fonda, rispetto allo stadio nuovo, su una minor necessità di Investimenti, di finanziamenti e di nuove costruzioni, a tutto vantaggio del consumo di suolo.
La realizzabilità e costruibilità della riqualificazione appare compatibile con la continuità delle attività sportive durante il periodo di costruzione della durata di circa 3 anni, secondo consolidate prassi internazionali di “construction management”, con una predefinita e concordata sequenza degli interventi e sempre nella massima sicurezza dei lavori, con grande ricorso alla prefabbricazione e al riuso ecologico dei materiali demoliti (ad esempio, la soletta del terzo anello da demolire).

Secondo una prassi consolidata nel mondo dei progetti e delle costruzioni in prossimità di impianti/attività che devono continuare a vivere e servire i clienti – come avvenuto ad esempio per l’Aeroporto Malpensa Terminal 1 nell’ampliamento e ristrutturazione 2011-2015 per Expo 2015, senza preclusione delle partenze/arrivi dei passeggeri – è possibile intervenire programmando i lavori con queste modalità:
• 3 estati a tempo pieno, pari a 2,5 mesi ogni estate con 3 turni di lavoro 7/7, 24/24;
• per gli altri 9,5 mesi, ogni settimana: da Lunedì a Sabato 6/7 con turni di lavoro 24/24, con impegni calcistici solo Sabato o Domenica; oppure, 5/7 con turni di lavoro 24/24, con impegni calcistici infrasettimanali Martedì o Mercoledì o Giovedì.

Un esempio attuale e di facile evidenza, a supporto di quanto descritto sopra, è la ristrutturazione / riqualificazione in atto dello stadio Santiago Bernabeu a Madrid che consente la continuità dello svolgimento delle partite del Real Madrid con un programma di costruzione di 40 mesi iniziato al termine della stagione 2018-2019 e giornalmente monitorato e aggiornato qui.
Anche a Barcellona il prestigioso Camp Nou sarà riqualificato e non sarà perciò costruito uno Stadio nuovo al suo posto. In entrambi i casi la decisione delle Società, dei Comuni e delle Opinioni Pubbliche si è indirizzata su una scelta economica, finanziaria, affettiva e costruttiva di riqualificare senza consumare suolo pubblico.
Si evidenzia la possibilità di PPP tra Privati (le società sportive) e Pubblico (il Comune) con periodo di concessione concordato e compatibile con il Business Plan Economico-Finanziario: si veda ad esempio il caso dello stadio di Bologna da ristrutturare con PPP (70% Privati, 30% Pubblico). A questo proposito il Comune potrebbe anche, in parte, avvalersi del preannunciato contributo governativo per sostenere gli investimenti infrastrutturali per le Olimpiadi Invernali 2026.
Riterremmo molto bello e “politically correct” che lo Stadio rimanesse, comunque, sia pure in minoranza, di proprietà del Comune.

Riduzione di consumo del suolo

Viene assicurato il rispetto dei 0,35 mq/mq richiesti dal PGT del Comune di Milano in quell’area e in coerenza con il Business Plan Economico-Finanziario, con vantaggi urbanistici, ambientali, per la collettività e la popolazione del quartiere.
A questo proposito potrebbero nascere anche manifestazioni di interesse da parte di investitori che, a fronte della riqualifica dello stadio Meazza, si impegnerebbero nella costruzione di edifici residenziali da destinare a fasce sociali non abbienti in aree di Milano, da concordare con il Comune in base a stabilite priorità, secondo metodologie costruttive e gestionali sperimentate in altre realtà, rispettando i 0,35 mq/mq richiesti dal P.G.T.

La galleria panoramica: aspetti tecnici

Il progetto prevede l’inserimento di una grande trave reticolare tridimensionale chiusa con vetrate (“galleria panoramica polifunzionale”) che sostituirebbe le campate del terzo anello esistente – sempre meno utilizzato negli ultimi anni -, previa decostruzione delle gradinate (larghezza pari a circa 20 metri) e delle relative mensole e travi a cassone, tutti elementi prefabbricati.
Per completare la riqualificazione complessiva di San Siro, mantenendo il più possibile inalterata la configurazione degli spettatori al primo e al secondo anello (capienza di circa 60.000 spettatori), è possibile prevedere un ammodernamento anche con riuso degli spazi nel retro tribuna e miglioramento/ implementazione dei servizi, degli accessi e della sicurezza in generale, tenendo presente che in data 13/11/2020 è stato emesso il Certificato di Idoneità Statica decennale 2020/2030.
Complessivamente, l’estensione del terzo anello si configura su 10 campate da circa 55 metri cadauna, appoggiate sulle torri circolari e collocate su tre dei quattro lati dello stadio. La nuova trave reticolare spaziale verrebbe parzialmente rivestita con elementi in lamiera stirata disposti a spirale all’esterno dell’impianto, in modo tale da riprendere le linee che connotano i prospetti esistenti.

La nuova trave reticolare, caratterizzata da peso non eccedente le strutture sostituite, potrebbe ospitare nuovi volumi su un’estensione plano-altimetrica simile alle gradinate del terzo anello e potrà essere vincolata alle torri circolari esistenti, al cui interno verrebbero inseriti nuovi adeguati impianti ascensore. Inoltre, potrebbe essere utilizzata porzione dello spazio interposto tra la nuova copertura della galleria panoramica e la copertura metallica esistente, con funzione di belvedere e terrazza sommitale.
Le strutture portanti del primo anello (intervento originario ultimato nel 1926, raccordo curve ultimato nel 1939) e del secondo anello (ultimato nel 1955), nonché della copertura (ultimata nel 1990 insieme al terzo anello) continuerebbero a garantire prestazioni statiche adeguate, anche in virtù degli interventi strutturali manutentivi succedutisi nel tempo e in funzione della corretta programmazione di manutenzioni future.
Peraltro, laddove necessario, potranno essere eseguiti interventi strutturali migliorativi delle strutture esistenti anche attraverso il riciclo del calcestruzzo delle opere decostruite, con reimpiego del materiale in ottica di sostenibilità e vantaggio ambientale.
Tale riqualificazione dello stadio potrebbe essere eseguita interferendo in modo limitato con le attività dell’impianto poiché il terzo anello è staticamente indipendente dalle altre parti strutturali del primo e del secondo anello, il tutto senza precludere la possibilità di effettuare comunque eventuali idonee edificazioni e modifiche urbanistiche nelle aree esterne adiacenti allo stadio, realizzabili anche per lotti funzionali successivi.

Possono essere altresì previsti puntuali interventi di manutenzione e di efficientamento e miglioramento energetico – tecnologico – funzionale dell’impianto esistente.
In particolare, San Siro potrebbe sempre mantenere la sua funzionalità per le partite di calcio delle società Milan e Inter, come avvenne durante le fasi costruttive del terzo anello ultimate nel 1990.
Inoltre, se si volesse mantenere una capienza superiore ai sessantamila spettatori contenuti nei soli primo e secondo anello, l’intervento proposto verrebbe opportunamente rimodulato, decostruendo solo alcune campate del terzo anello esistente (collocando quindi la capienza totale definitiva tra gli attuali ottantamila e il minimo ipotizzato nel presente progetto, pari a sessantamila).
In questo modo, la nuova galleria panoramica, realizzabile con un volume di circa 110.000 mc, anche su più livelli, potrebbe avere le seguenti caratteristiche, non esaustive delle potenzialità dei nuovi spazi: apertura 7 giorni su 7; spazi commerciali, spazi multimediali, punti di ristoro e permanenza, musei, attività sportive; nuova prospettiva da cui seguire i concerti; il tutto con vista mozzafiato sulla skyline di Milano e non solo.

Oggi, a novantacinque anni dalla prima costruzione, lo stadio “Giuseppe Meazza” di San Siro merita un’attenzione particolare tesa a valutare possibili sviluppi futuri nel rispetto della sua grande storia e della fama mondiale della “Scala del Calcio”.
E la nuova galleria panoramica, collocata a cappello del secondo anello, può davvero completare in chiave moderna questo teatro consacrato al calcio.