L’ultimo progetto per salvare San Siro

Presentata in Comune a Milano da parte dello Studio Arco Associati una nuova ipotesi di ristrutturazione dello stadio Meazza.

Tutte le immagini sono di Arco Associati.

Mentre il Comune di San Donato Milanese porta a vanti la variante urbanistica che consentirebbe di collocare un nuovo stadio tra gli svincoli dell’Autostrada del Sole e la via Emilia, ai margini del Parco Agricolo Sud Milano, c’è ancora chi gioca il tutto per tutto per “salvare” il Meazza a san Siro.

È stato infatti presentato, dapprima in Soprintendenza e poi, il 31 gennaio, in Comune, un nuovo progetto di ristrutturazione dell’attuale impianto, che ne consentirebbe il suo uso in modo efficace e redditizio, per entrambe o anche per una sola delle due squadre milanesi se una delle due andasse effettivamente con uno stadio di proprietà a San Donato o altrove.

Il progetto (naturalmente un preliminare, o anche solo una suggestione) è stato redatto dallo studio Arco Associati e per esso presentato dall’architetto Giulio Fenyves. Va premesso che la Soprintendente Emanuela Carpani sarebbe favorevole, in relazione alla presenza del vincolo storico-architettonico su parte della struttura.

Al progetto hanno collaborato, insieme con l’architetto Fenyves, l’architetto Marco Bozzola, gli ingegneri strutturisti Stefano Calzolari e Paolo Barrichello, gli ingegneri per la sicurezza Fabrizio Songini e Fulvio Zaccanelli,  a manager dell’immobiliare Drees & Sommer Ginevra Macchi Alfieri e le interior designer Ingrid Berniga Dotras e Carlotta Rudoni.

La principale caratteristica della ristrutturazione (che garantirebbe 75.000 posti) consiste nell’inserimento di un quarto anello intermedio tra il primo e il secondo, destinato agli ospiti vip. Lo stadio sarebbe poi circondato da una “galleria” commerciale a forma di U contenente i negozi e i varchi di ingresso. La copertura verrebbe ampliata per attutire l’inquinamento acustico lamentato dagli abitanti del quartiere.

All’esterno, in un’area attrezzata a parco, sorgerebbero le immancabili torri per l’insediamento di uffici o attività ricettive.

Costo preventivato, 300 milioni. Vantaggio importante, la possibilità di non interrompere l’uso dello stadio anche durante i lavori, dato che possono essere eseguiti per comparti parziali; rimarrebbe intatta la possibilità di inaugurare i giochi invernali del 2026 (data che del resto è ormai imminente).

È bene precisare che questa proposta è stata avallata, in Comune, dall’opposizione, e che al momento in cui scriviamo le due società calcistiche non risultano essere state direttamente coinvolte, portando avanti tuttora le ipotesi progettuali su San Donato (il Milan) e su Rozzano (l’Inter): ipotesi su cui non abbiamo ancora fatto, da parte nostra, alcuna valutazione.

Ricordiamo inoltre che su queste pagine (e su Tsport 342) abbiamo ospitato una ipotesi progettuale di ristrutturazione formulata dagli ingegneri Aceti e Magistretti.