Stadio di Udine, nel futuro un impianto aperto 7 giorni su 7. Intervista ad Alberto Rigotto.

Pochi gli step mancanti per completare il progetto di ampliamento che ruota attorno alla Dacia Arena: ce li ha illustrati il project manager Alberto Rigotto, portatore di una “nuova visione di fare sport”.

Immagini tratte dal progetto di Area Progetto Associati + Coprogetti + Ing. Marco Armeni (archivio Tsport).

“Saremo i primi in Europa a prevedere l’intrattenimento e l’attività a carattere extra-sportivo in maniera permanente dentro allo stadio”: esordisce così il direttore amministrativo dell’Udinese Calcio, Alberto Rigotto, durante l’intervista in cui abbiamo discusso dei tasselli mancanti nel grande progetto che ruota intorno allo stadio di Udine, futuro polo di attrazione e fulcro di un’area di grande rilevanza per tutto il territorio di Udine e del Friuli in generale.

Nella sua visione, infatti, si tratta di un progetto che porterà grandi vantaggi non solo allo stadio ma alla città e alla regione e che ora è fermo per mere questioni burocratiche.

La ristrutturazione del vecchio stadio Friuli degli anni passati ha previsto il rifacimento delle curve e della tribuna distinti e la ricostruzione integrale della tribuna ovest. Oggi è uno stadio sicuro e a prova di famiglia, privo di barriere di separazione tra pubblico e campo, con posti a sedere coperti, ottima visuale da ogni posizione grazie all’inclinazione delle gradinate e un elevato livello di sicurezza.

Pianta nell'assetto previsto per grandi eventi, con il palco sulla destra.
Pianta nell’assetto previsto per grandi eventi, con il palco sulla destra.

 

udine intervista piccolaCi racconti quali sono stati gli ultimi step del progetto dello stadio di Udine.

“Prima della nuova normativa del 2013, che autorizzava l’inserimento di attività commerciali negli stadi, avevamo già preparato il progetto di ristrutturazione dello stadio e avevamo avuto l’intuizione di rendere usufruibili gli spazi “dentro la pancia” dello stadio, sotto le gradinate, anziché “annullarli” realizzando un terrapieno. Quando fu approvata la legge sugli stadi, ci siamo ritrovati, oltre che con uno stadio completamente rinnovato, con circa 20 mila metri quadrati da poter utilizzare per aree sportive e commerciali. Abbiamo presentato il progetto di fattibilità e abbiamo avuto l’ok della Conferenza di Servizi preliminare, con il parere degli Enti necessari. Ad agosto 2019, la Conferenza dei Servizi decisoria è stata rimandata per ragioni burocratiche. In questo modo non c’è stata la delibera che avrebbe significato procedere con la variante al Piano Regolatore, che a sua volta avrebbe permesso di iniziare i lavori su quegli spazi che amplieranno la funzione dello stadio”.

 Questi 20 mila metri quadrati dove si trovano?

“Sono situati nella “pancia” dello stadio,  al piano interrato e al piano superiore. Se il piano terra, infatti, è dedicato al match day con tutte le aree ospitality, il piano superiore e il piano -1, che si estendono in tutto per circa 20 mila metri quadrati, saranno focalizzati sull’intrattenimento e sul benessere: qui prevediamo una piscina e palestra, una clinica medica riabilitativa, un museo e una grande birreria. Ci sarà spazio per le famiglie, per il divertimento, per lo sport e si tratterebbe della prima iniziativa a livello europeo strutturata in questo modo, con l’intrattenimento all’interno dello stadio e combinando un’offerta completa, che soddisfi esigenze diverse. L’idea è quella di uno stadio aperto 365 giorni all’anno, quindi non esclusivamente per le partite di calcio o i concerti”.

Sezione delle tribune con gli spazi sottostanti.
Sezione delle tribune con gli spazi sottostanti.

Quali sono le previsioni in termini di tempo?

“Di queste iniziative che intendiamo realizzare, alcune dispongono già degli investitori e dei pre-contratti: manca solo la delibera formale, visto che abbiamo già ottenuto il parere favorevole mesi fa e siamo certi che sarà molto semplice giungere a questo ultimo step. Contiamo di superare questo ultimo ostacolo entro febbraio-marzo per ripartire”.

 Quali saranno le ricadute sul territorio di questo progetto?

“Consideriamo che si tratta di investimenti abbastanza importanti, con costi che si aggireranno intorno ai 20 milioni di euro complessivi, iniziative economiche di grande rilievo. A un investimento così forte, il riscontro sarà molto strategico: lo stadio fu collocato, sin dalla sua prima versione, in un’area periferica di Udine, ma molto vicina al centro, a soli 5 minuti di auto. Oggi questa collocazione è estremamente azzeccata: risponde all’esigenza di decentrare le attività per svincolare le città da traffico e inquinamento, è perfettamente situata tra gli assi viari, non presenta problemi di parcheggi, si trova nei pressi di un grande centro commerciale e di un grande parco verde, con accanto la Fiera di Udine. Il “nuovo” stadio di Udine sarà il fulcro di un polo aggregativo molto importante, di respiro internazionale e di grande attrattiva per il territorio”.

Si tratterà quindi di uno stadio di concezione moderna, uno “stadio per tutti”?

“La Dacia Arena è già così, perché prevede già oggi molti spazi per le famiglie: questo ci ha permesso di ottenere un ritorno significativo da parte di questo target. Inoltre è uno stadio senza barriere, con misure di sicurezza eccellenti che hanno permesso di allentare le misure di security più “visibili”, scelta che ha favorito la presenza di molte famiglie allo stadio. Le aree ospitality sono di buon livello in ogni settore, accessibili alle famiglie anche “in curva”, con servizi e megaschermi e possibilità di accedere a biglietti con diverse tipologie di costo. Pensiamo che il “modello Udine” possa essere un riferimento per gli stadi del futuro, con un costo accessibile anche alle società medio-piccole e ampie prospettive di ricadute positive sul territorio”.

 udine intervista finale

Il progetto di ristrutturazione dello Stadio Friuli è stato pubblicato su Tsport 291, maggio/giugno 2013.