Nuovo stadio: le volumetrie per San Siro in campo

Seguiamo la vicenda del progetto per un nuovo stadio proposto da Inter e Milan. Cosa vuol dire il SI “condizionato” del Comune di Milano.

(foto BG per Tsport / sport&impianti)

I temi e le motivazioni che stanno a monte della mozione sulle volumetrie per San Siro che è stata approvata in Consiglio comunale a Milano lo scorso 27 ottobre sono tutte già nella nostra nota del 30 settembre scorso.

La mozione, di cui i giornali riportano i punti sostanziali, è stata approvata con 27 voti favorevoli, 11 contrari, 7 astenuti. Ma dire che il parere dei consiglieri sia un parere favorevole con 16 condizioni non significa che l’operazione si potrà fare.

Ecco i nodi principali sulle volumetrie per San Siro

L'esterno del meazza in una foto del 2012, come testimonia il manifesto cinematografico.
L’esterno del Meazza in una foto del 2012, come testimonia il manifesto cinematografico.

Non abbattere il Meazza: e qui, andando incontro al sentimento di molti milanesi e tifosi in genere, si tratterebbe di lavorarci un po’ su per trovare il modo di riutilizzare il vecchio stadio, ma la cosa non impedirebbe l’attuazione del progetto.

Minimizzare l’impatto ambientale (e qui niente da dire) “realizzando una cittadella di sport e servizi ‘car free’, che connetta il quartiere attraverso corridoi verdi alle grandi aree site ad ovest” prevedendo “un incremento significativo di verde pubblico fruibile rispetto alla situazione attuale, garantendo inoltre il rispetto di criteri ambientali che il nuovo Piano di Governo del Territorio delinea“. Ma ecco il punto dolente: “sia raggiunta una consistente revisione del carico insediativo rispetto a quanto prospettato dalla proposta attraverso la riduzione degli indici volumetrici nell’area della GFU (Grandi funzioni urbane)”, e “sia rafforzata la vocazione sportiva dell’area, in modo che questa sia prevalente rispetto a tutte le altre funzioni previste (in particolare Gsv e terziario)“.

In parole povere: in merito alle volumetrie per San Siro, va ricercata la coerenza dell’intervento con il Piano urbanistico vigente (e quello in via di adozione), che non prevede la consistente volumetria proposta dal progetto, quando la sua sostenibilità economica si appoggia palesemente sulle volumetrie stesse, sulle grandi strutture di Vendita (Gsv) e sul terziario, che prevalgono sul tema della “cittadella dello sport”.

Lo possiamo ribadire con chiarezza; la proposta in campo non è coerente con le previsioni urbanistiche per l’area di San Siro: o gli amministratori milanesi cedono sulla coerenza urbanistica, o le società sportive – per far tornare i conti – dovranno orientarsi su opzioni diverse.

E le aree industriali dismesse di Sesto San Giovanni (qui il punto sulla rigenerazione urbana presentato dal Comune alla XXX Rassegna Urbanistica dell’INU nello scorso aprile) sarebbero – almeno da questo punto di vista – una soluzione accessibile.

Una tavola del piano per le aree ex Falck di Sesto San Giovanni
Una tavola del piano per le aree ex Falck di Sesto San Giovanni