San Siro al tramonto

È solo il titolo di questa foto, scattata prima dell’inizio del concerto dei Muse lo scorso 12 luglio. Però, però…

Pubblicazione cartacea su: Tsport 328
(foto di Beatrice G.)

Negli stessi giorni arrivava sul tavolo del Sindaco di Milano lo studio di fattibilità per un nuovo impianto condiviso tra le due società calcistiche milanesi, Inter e Milan, che potrebbe sorgere nella stessa area dell’attuale Stadio Meazza, e preluderebbe alla sua demolizione.

Quello che è noto come Stadio San Siro ha 93 anni di età, ma la sua attuale silhouette risale ai Mondiali del ’90, quando furono realizzati il terzo anello e la copertura degli spalti.

Va dunque sostituito?

Lo studio di fattibilità (privo, per ora, di una definizione architettonica) mostra il vero motore della proposta: la necessità di rendere economicamente efficiente la gestione dell’impianto sportivo creando “una grande piazza con parco diffuso su cui si affacceranno centro commerciale, uno spazio per l’intrattenimento e tre edifici con funzione commerciale, più due livelli interrati di parcheggio”. C’è molto, oltre al calcio.

Ed ecco i dubbi, sull’altro piatto della bilancia. Fino a poco tempo fa non era forse in discussione l’ipotesi di due stadi di proprietà, uno per ciascuna squadra, e dei quali uno poteva essere il Meazza ristrutturato? Vale la pena di proseguire sulla strada dell’impianto condiviso?

Al di là del valore “storico”, per i milanesi l’attuale San Siro è un simbolo che viene appena dopo il Duomo. Del resto, a dispetto della data di nascita, è uno dei pochi stadi qualificati Categoria 4 UEFA, è il più capiente d’Italia (80.018 posti), e offre la dimensione per concerti di ampia affluenza, anche se la dotazione di servizi andrebbe certo migliorata.

Lo stesso sindaco di Milano si dichiara contrario alla demolizione, e prevede che lo spettacolo inaugurale delle Olimpiadi invernali nel 2026 avvenga nell’attuale San Siro.

Prendiamo allora con la debita cautela la proposta dei due club milanesi, teniamo conto dell’urbanistica (la volumetria è compatibile con il Piano di Governo del territorio?), del paesaggio, delle infrastrutture, della storia, e non facciamoci fuorviare dalle promesse di “un distretto urbano, moderno, sostenibile e accessibile”.

Siamo ad un primo esame; per il momento, il tramonto di San Siro è ancora lontano.