Il palazzetto del ghiaccio in Corso Tazzoli (Torino)

La struttura di Corso Tazzoli ha ospitato, durante i Giochi di Torino 2005, gli allenamenti di short-track e pattinaggio di figura.

L’importanza dell’impianto di pattinaggio i Corso Tazzoli, che fu forse un po’ meno di altri sotto i riflettori dell’Olimpiade, sta nella sua funzione di struttura sportiva al servizio della città: infatti, dopo la chiusura dei Giochi, è diventato il palaghiaccio di Torino, conservando, a differenza di altri impianti, la sua funzione.
L’inserimento del grosso volume architettonico nel contesto urbano, ha tratto ispirazione, come spiegano gli stessi progettisti, da esempi storici torinesi quali il Teatro Regio o il Palazzo Carignano, di cui richiama le forme e/o i materiali, ponendosi in antitesi con le architetture industriali circostanti.
Il profilo curvilineo che caratterizza l’architettura esterna è marcato dal muro in mattoni facciavista che si snoda parallelo a Corso Tazzoli, e prosegue all’esterno dell’edificio delimitando le due piazze d’ingresso.
Oltre il muro, verso strada, si sviluppa il grande foyer vetrato: con le parole dei progettisti, di tratta del luogo dove i percorsi degli utenti si intrecciano visibili dall’esterno in un continuum dinamico, lo spazio dei “passi perduti”, degli incontri e delle attese.
Il palazzetto vuole evocare la sua natura di luogo dello spettacolo, facendosi definire come “teatro del ghiaccio”.
Gli accessi avvengono, come si è visto, dalle due piazze, su cui si affacciano le biglietterie.
All’interno, a quota – 4,50, è collocata la pista del ghiaccio, che gode di un’altezza netta di 14,30 metri sotto trave. La distribuzione delle gradinate non è ovale come ci si aspetterebbe, ma assolutamente rettilinea: ciò consente l’immediata comprensione dello spazio e dei percorsi da effettuare all’interno dell’edificio.
I lati corti delle tribune sono sottolineati da due grandi archi aventi lo scopo di enfatizzare il senso spettacolare del luogo, ponendo quasi lo spettatore come protagonista.

Sopra le tribune, sono previsti due ordini di palchi destinati a vip, giornalisti e disabili, con accesso diretto dal foyer vetrato. A questo livello è stato previsto il ristorante, oltre ad altri spazi disponibili per l’Amministrazione.
Il muro curvilineo che abbiamo visto all’inizio, è realizzato in mattone lavorato a faccia vista, ed è scandito da partiture orizzontali e verticali arricchite da forature destinate ad accogliere piccole luci scenografiche.
La vetrata del foyer è direttamente incollata ai montanti metallici di supporto. Nella scansione ampia e regolare dei montanti sono inserite le uscite di emergenza su Corso Tazzoli.
Il rivestimento delle facciate è in fibrocemento colorato. Le aperture sono piccole fessure verticali allungate; verso le piazze di accesso, queste sono segnalate da setti in vetro luminoso.
La copertura è realizzata in travi di legno lamellare verniciato. L’orditura delle travi realizza un grande cassettonato di legno con tamponamenti in grigliato metallico. Al di sopra, un piano tecnico contiene le canalizzazioni impiantistiche nascoste alla vista del pubblico.
Il complesso può ospitare 3000 posti a sedere; gli spogliatoi, con relativi servizi e locali di supporto, sono 6 per l’hockey e 3 per il pattinaggio artistico o short-track, oltre a 4 spogliatoi per arbitri ed allenatori.
Per il pubblico è previsto anche uno spazio destinato al pattinaggio libero; l’accesso dai mezzi pubblici avviene direttamente alla quota della pista tramite tunnel e rampa.