Lo stadio del nuoto per Taranto 2026

Tra le opere messe in programma in vista dei XX Giochi del Mediterraneo Taranto 2026, lo Stadio per il nuoto è stato oggetto di un concorso di progettazione internazionale che ha visto nascere una proposta dalla forte identità iconica.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 352
Stadio del Nuoto Taranto 2026

Per il nuovo stadio del nuoto che sorgerà in occasione di Taranto 2026, XXesima edizione dei Giochi del Mediterraneo che si svolgeranno a Taranto e territori circostanti (al di là delle problematiche operative in corso in questi mesi), è stato indetto un concorso di progettazione internazionale in due fasi. 

Nel mese di marzo, a conclusione della prima fase, erano state selezionate 5 proposte, ammesse alla seconda parte della fase progettuale: il vincitore è risultato lo studio MDU Architetti di Prato in RTP con altri professionisti, che ha presentato un progetto dalla forte identità iconica.

Un esercizio di stile che soddisfa sia le esigenze architettoniche, sia quelle paesaggistiche”, ha dichiarato in merito il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci. “Ci offre la visione di un waterfront rinnovato e, al contempo, integrato nell’esistente”. 

È un altro pezzo di strada che compiamo con grande impegno per restituire alla nostra città il suo ruolo di centro nevralgico del Mediterraneo: i Giochi hanno soprattutto questo scopo, ancor prima di essere un appuntamento con lo sport di livello internazionale”.

Negli stessi giorni in cui veniva annunciata la conclusione del concorso, l’Agenzia del Demanio ha formalmente consegnato – seppure in via provvisoria – al Comune di Taranto la settecentesca Torre D’Ayala, monumento in condizioni degradate che si trova al margine dell’area destinata al centro natatorio. “Si tratta dell’immobile che costituirà di fatto la porta d’accesso del nuovo impianto sportivo”, ha aggiunto l’assessore all’Urbanistica Francesca Viggiano.

Il nuovo stadio di Taranto, per i Giochi del Mediterraneo 2026, sarà un segno architettonico visibile dal mare, con due vasche da 50 metri, una coperta e l’altra scoperta, dotate di servizi di supporto per gli atleti.

Ne tracciamo le linee progettuali attraverso la documentazione di gara redatta dal gruppo vincitore.
(Sabina Orrico)

L’integrazione dell’edificio con il contesto

La collocazione sul mare dell’area del concorso rimanda direttamente alla geografia del Mediterraneo e alle sue coste così simili e così diverse, ognuna espressione di paesaggi e storie profondamente radicate nel passato. Così è Taranto che si erge sul mare aperto con alti bastioni murati per contenere e proteggere la vita della città, e così per analogia abbiamo inteso organizzare il profilo dal mare del nuovo stadio del nuoto; i bastioni si trasformano in gradonate che assecondano l’orografia del luogo riprendendone le linee di pendenza e la grande copertura della piscina sembra librarsi leggera nell’aria sostenuta dall’azione della brezza marina.

Il progetto si inserisce nel contesto cercando di armonizzarsi con questo, senza contrasti o contrappunti formali se non per la presenza della copertura “leggera” della piscina coperta chiusa lateralmente da ampie vetrate panoramiche.

Le forme architettoniche sono contenute sostanzialmente all’interno dei profili altimetrici esistenti garantendo un’ampia gamma di visuali libere verso il mare e verso la città. Inoltre i colori dei manufatti si mescolano con i colori della terra e della macchia mediterranea.

Il sistema dei bastioni gradonati orientati verso il mare fa sì che l’orizzonte marino costituisca lo sfondo naturale di ogni attività.

Le soluzioni architettoniche

Lo stadio del nuoto di Taranto 2026 è organizzato su tre livelli degradanti verso il mare in modo tale da garantire l’ottimale rapporto visivo tra le due piscine e di queste con il mare e il profilo della costa, intesi come sfondo ideale di ogni attività e manifestazione. L’architettura si configura come un disegno di suolo che asseconda l’andamento naturale del terreno. La grande copertura della piscina si presenta come una sorta elemento sospeso per effetto delle ampie vetrate poste su tutti i fronti tale da apparire come una sorta di “vela” sostenuta dall’azione del vento.

Il progetto prevede poi una risistemazione della costa con un molo connesso a una banchina ribassata che consente l’accesso al mare per le attività in acque libere oltre a una gradonata che degrada verso il mare costituendo il supporto per la visione delle manifestazioni oppure uno spazio di carattere ludico che all’occorrenza consente di sostare per socializzare o per prendere il sole. I disegni riportano un secondo molo di cui si suggerisce la realizzazione per la creazione di un tratto di mare protetto utilizzabile per attività in acque libere.

La sistemazione della costa prevede poi una piccola spiaggia connessa con il retrostante giardino che offre possibilità di usufruire del mare o dell’ombra degli alberi a scopo ludico o come attività di relax connessa con le attività principali. All’interno del giardino trova posto anche un eventuale chiosco bar stagionale.

Si specifica infatti che sono previste alcune attività a carattere ludico-sportivo che il centro natatorio ospita come attività correlate ed eventualmente come fonte di proventi nella gestione. Le attività correlate sono: il bar ristoro, alcuni ambulatori di carattere medico-sportivo e tre spazi palestra da poter utilizzare anche per corsi e attività legate allo sport, alla rieducazione motoria o alle attività ginniche per categorie protette.

È presente infine, sul fronte ovest verso il mare, un sistema di tende a rullo meccanizzate che all’occorrenza si abbassano automaticamente per filtrare i raggi solari diretti.

Il grande spazio della piscina coperta è costituito materialmente soprattutto dall’elemento paesaggistico che attraverso le ampie vetrate poste a 360 gradi consente un rapporto diretto e significativo con il luogo. Il mare, la costa e la città sono idealmente presenti nelle attività della piscina e viceversa la piscina diventa parte della città e del paesaggio in favore del senso di appropriazione della cittadinanza di una importante struttura sportiva posta a servizio della città.

Il piano vasca e le tribune, unitamente alla copertura in legno lamellare a “vela” e al “bosco” dei pilastri metallici ramificati, determinano uno spazio arioso ed equilibrato in sintonia con i caratteri del luogo.

I rapporti tra spazio collettivo e spazio privato

Il progetto dello stadio del nuoto per Taranto 2026 prevede una netta distinzione degli spazi funzionali e dei percorsi di circolazione degli spettatori, degli atleti e degli operatori.

Gli spettatori per accedere alla piscina coperta entrano nella parte alta, a monte, dove lo spazio a loro dedicato è confinato all’atrio, con i servizi annessi, e alle tribune. Nel caso dell’accesso alle tribune della piscina all’aperto sono previsti percorsi panoramici dedicati.

Anche gli atleti hanno un ingresso principale nell’atrio posto alla quota alta, anche se in occasione di manifestazioni importanti possono entrare anche da appositi accessi secondari posti ai livelli -1 e -2. Infine si è posta particolare attenzione nella distinzione tra le aree dedicate agli atleti (piedi scalzi) come gli spogliatoi e i piani vasca, e le aree percorribili a piedi calzati.

Gli spogliatoi e i locali di supporto delle attività natatorie si trovano nei basamenti del livello alto e di quello intermedio sfruttando le pareti dei “nuovi bastioni” per prendere luce ed aria attraverso ampie aperture. Il progetto si percorre, per il raggiungimento delle funzioni, come in una passeggiata lungo una bassa costa che scende al mare.

Si specifica che per le attività della piscina all’aperto e quelle libere in mare si possono utilizzare, oltre agli spogliatoi aggiuntivi, anche quelli principali attraverso un collegamento diretto che passa dal piano vasca della piscina coperta.

Le piscine sono pensate per funzionare in sinergia offrendo una vasta gamma di utilizzazioni.

La presenza di ponti mobili consente poi il frazionamento delle vasche moltiplicando gli spazi di utilizzo. Si tenga presente che considerando il lato corto della vasca all’aperto di 25 m sarebbe possibile l’utilizzo in larghezza rendendo probabilmente obsoleta la presenza del ponte mobile esterno.

Il progetto dello stadio del nuoto per Taranto 2026 caratterizza in modo particolare gli spazi principali che ospitano le piscine; questi si trovano in ambiti ariosi e ben relazionati con l’intorno. Gli ambienti di servizio si trovano all’interno dei basamenti mantenendo purtuttavia tutti i requisiti necessari al loro corretto funzionamento. Laddove si rende necessaria l’aero-illuminazione naturale questi sono dotati di ampie finestre che si aprono a lato del basamento.

L’impianto funzionale ripropone sostanzialmente quello del progetto di fattibilità messo a base di gara. La piscina al chiuso si trova in posizione più elevata con ingresso principale del pubblico e degli atleti da est (viale Virgilio) mentre la piscina all’aperto e il solarium si trovano ad una quota inferiore e in prossimità del mare dove si affaccia la tribuna inferiore che raggiunge la quota dell’acqua per le attività in acque libere.

L’ingresso degli operatori avviene alla quota bassa, dal nuovo parcheggio adiacente a quello della Camera di Commercio. In corrispondenza di viale Virgilio viene creata una piazza urbana connessa con l’edificio della torre d’Ayala e con l’eventuale hortus conclusus che si verrebbe a formare con la parziale demolizione delle superfetazioni edilizie operate eventualmente per armonizzare il rapporto tra il bell’edificio in pietra e le pertinenze. Il piazzale mette in relazione gli elementi sopracitati con le aree a parcheggio, individuate nella medesima collocazione del progetto preliminare, ed il viale alberato pedonale/ciclabile che si dirige in direzione sud-ovest verso lo stadio del nuoto.

Le sistemazioni esterne sono realizzate con materiali che si relazionano per analogia con il luogo (terra, macchia mediterranea, pietra, mare). Le strade e i percorsi pedonali/ciclabili nella loro forma semplice e lineare si mescolano con i colori e le texture esistenti: le pavimentazioni color terra, le alberature tipiche e le murature nel caldo colore della pietra contribuiscono fattivamente all’integrazione del nuovo intervento nel paesaggio.

(Nell’immagine a lato, l’adattamento del progetto alla morfologia del suolo).

La sistemazione a verde

L’intera area circostante il nuovo stadio del nuoto per Taranto 2026 è intesa complessivamente come un parco costiero affacciato sul mare e caratterizzato al suo interno da vari ambiti che possono essere fruiti indipendentemente dalla presenza o meno di manifestazioni sportive.

Gli ambiti sono ben distinti per l’uso delle specie vegetali di progetto e per le funzioni inserite ed è stata evitata ogni forma di suddivisione in modo da permettere le contaminazioni fra i vari ambiti, ognuno dei quali è una sorta di cammeo che mostra un frammento di paesaggio in relazione al più ampio contesto di riferimento.

Il tema principale è l’avvicinamento al mare, di cui idealmente fa parte il nuovo stadio del nuoto; un passaggio graduale dal tessuto urbano all’ambiente costiero arricchito dalla presenza dei ritrovamenti archeologici.

La sistemazione a verde della zona archeologica asseconda la collocazione dei ritrovamenti e le varie associazioni fra arbusti, piccoli arbusti e tappezzanti sottolineano i percorsi e le aree di rispetto dei vari manufatti.

Il parco mediterraneo in prossimità della marina e del parcheggio funziona da interfaccia fra lo stadio e le infrastrutture ed è il solo ambito, per il suo carattere di luogo relazione, in cui è evidente un disegno delle aiuole che accolgono alberi e arbusti adatti al contesto marino e in grado di fronteggiare l’azione eolica.

Le specie arboree in generale sono state scelte in base all’autoctonia, alla capacità di adattarsi al contesto marino e di evocare il paesaggio originario del contesto, con un’unica eccezione lungo il viale d’ingresso dove è stata scelta la jacaranda, per la sua capacità di creare una sorta di tunnel vegetale con ombra leggera, di confrontarsi in maniera adeguata ma non ostentata con la nuova architettura e di segnare con chiarezza la direzione verso l’edificio.

La sistemazione delle aree funzionali dei parcheggi è stata concepita come parte integrante del progetto di paesaggio complessivo e in modo che la loro funzione infrastrutturale non prevarichi l’inserimento paesaggistico.

Le specie vegetali selezionate sono rispondenti ai CAM poiché rispondono alle seguenti caratteristiche:

  • autoctonia e rusticità;
  • assenza di monospecificità;
  • ridotto fabbisogno idrico;
  • resistenza alle fitopatologie;
  • capacità di adattamento al luogo d’impianto.

L’unica eccezione all’autoctonia è l’impiego della jacaranda, che comunque per la sua riconoscibilità e spettacolare fioritura, unita alla capacità di adattarsi al clima marino, è da tempo utilizzata in molti interventi nei waterfront nell’Europa meridionale.

Soluzioni impiantistiche e ambientali per lo stadio del nuoto di Taranto 2026

L’impianto di condizionamento sarà del tipo a tutt’aria con canalizzazioni a vista equipaggiate con ugelli regolabili. Le UTA saranno installate nel basamento al di sotto del piano della piscina coperta. Una sarà dedicata al trattamento della facciata al fine di evitare il fenomeno della condensa sulle superfici vetrate, mentre la seconda sarà dedicata al rinnovo dell’aria ed al trattamento dei carichi derivanti dall’occupazione.

La produzione dei fluidi caldi e freddi avverrà attraverso pompe di calore condensate ad acqua di mare. Tale soluzione impiantistica consente di raggiungere efficienze energetiche molto superiori rispetto ad un tradizionale impianto ad acqua che consentiranno di ridurre i consumi di circa il 30%. Le UTA saranno dotate di sezione di recupero con possibilità di free cooling. La portata dell’aria esterna sarà regolata da sonde di CO2 in grado di modulare le portate in funzione dell’effettivo affollamento. Gestire e controllare l’apporto della luce naturale all’interno dell’edificio permette di trarre i maggiori benefici possibili e di evitare situazioni di discomfort e di ridurre i consumi elettrici associati grazie all’impiego di sensori di luminosità in grado di dimmerare l’intensità del flusso luminoso. I pannelli solari in copertura ridurranno sensibilmente i consumi elettrici e parte della produzione di acqua calda sanitaria.

Saranno previsti sistemi di raccolta e riutilizzo dell’acqua piovana. L’acqua raccolta potrà essere utilizzata sia per fini irrigui sia per gli usi non potabili come gli scarichi dei WC.

Saranno installate rubinetterie e docce a bassa portata e cassette dei WC a doppio flusso.

La presenza di una vasca esterna consente di mettere in relazione elementi propri del lanscaping con strategie impiantistiche come la fitodepurazione, un sistema che sfrutta la capacità delle piante di trattare in maniera naturale le acque inquinate. È infatti possibile creare una zona umida artificiale dove le piante agiscono da biofiltro, depurando le acque grigie di scarico che vengono poi riutilizzate per fini non potabili. Selezionando attentamente le specie vegetali da piantare è possibile rimuovere i sedimenti e gli inquinanti presenti nelle acque. Alcune zone umide possono anche servire come habitat per la fauna selvatica nativa e migratoria, anche se questo non è di solito il loro scopo principale. Dopo attenta analisi si è deciso di non utilizzare sistemi di desalinizzazione dell’acqua in quanto estremamente energivori.

Il progetto dell’opera è stato pensato in linea con i più importanti obiettivi climatici e ambientali delineati dagli obiettivi di “Non arrecare danno significativo” (PRINCIPIO DNSH) e dai requisiti CAM previsti dal DM 23 giugno 2022. Il rispetto di questi requisiti è inoltre uno strumento indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo di sostenibilità dell’Agenda 2030 definiti dall’ONU, denominati come Goals (Sustainable Development Goals – SDGs).

In particolare, è stato valutato che il progetto rispettasse i seguenti principi:

– mitigazione dei cambiamenti climatici, non portando significative emissioni di gas serra (GHG);

– adattamento ai cambiamenti climatici, non causando un maggiore impatto negativo del clima attuale e futuro, sull’attività stessa o sulle persone, sulla natura o sui beni;

– uso sostenibile o alla protezione delle risorse idriche e marine, stando attenti alle qualità e tipologie di materiale non dannosi per il buono stato dei corpi idrici (superficiali, sotterranei o marini) determinandone la loro buona conservazione qualitativa;

– economia circolare, inclusa la prevenzione, il riutilizzo ed il riciclaggio dei rifiuti, prevedendo materiali atti al riciclo/riutilizzo piuttosto che allo smaltimento con una progettazione atta a studiare tutte le fasi di vita dell’edificio garantendo l’obiettivo minimo del 70% di materiali da destinare a riciclo e riutilizzo attraverso la stesura di un dettagliato “Piano di gestione dei rifiuti” destinato alle fasi di esecuzione e futuro smaltimento;

– prevenzione e riduzione dell’inquinamento;

– protezione e al ripristino di biodiversità e degli ecosistemi, con la realizzazione di aree verdi limitrofe che permetteranno di recuperare il suolo degradato e ripristinare la biodiversità delle specie naturali impattando positivamente sull’ambiente mediante il contrasto dell’effetto “isola di calore”.

L’illuminazione artificiale garantirà i requisiti stringenti che una piscina olimpica richiede e al contempo sarà studiata per essere completamente integrata nell’architettura, così da lasciare inalterata la vista principale verso la vetrata. Un ulteriore obiettivo del progetto illuminotecnico sarà quello di garantire il massimo comfort visivo per l’utente e per gli atleti, studiando la posizione dei corpi illuminanti per evitare il più possibile le riflessioni sull’acqua.

Si prevederanno a tal proposito delle tende speciali che, con una texture controllata, eliminano l’abbagliamento diretto della luce del sole, non escludendo la vista verso l’esterno, così da godere del panorama suggestivo. L’utilizzo delle tende garantirà inoltre le migliori condizioni per le riprese televisive, molto importanti per eventi sportivi di alto livello. La condensazione ad acqua consente l’installazione indoor delle macchine e l’azzeramento dell’impatto degli impianti sulle aree esterne.