Il progetto “Un tuffo nel verde” è risultato vincitore di un concorso di progettazione indetto dalla Città di Lugano per il rilancio sportivo e la valorizzazione turistica del centro balneare di Carona, nel rispetto delle peculiarità paesaggistiche e culturali del luogo.
Riqualificazione del centro balneare di Carona
Il concorso di progettazione per il centro balneare di Carona – un quartiere decentrato del Comune di Lugano – è stato pubblicato lo scorso 13 aprile e ha visto la candidatura di 21 studi di architettura: 8 concorrenti sono stati ammessi a presentare le proposte progettuali e tra questi la giuria ha assegnato all’unanimità il primo premio al progetto “Un tuffo nel verde”, del gruppo capeggiato da Orsi & Associati, con Studio Masotti, ingegnere civile, VRT SA, ingegnere RCVS e L. Gazzaniga Architetti, architetto del paesaggio.
I progetti selezionati sono stati esposti al pubblico dal 13 al 22 novembre scorso alla Galleria La Loggia a Carona.
Il centro balneare di Carona è un impianto esistente, collocato su un ripiano del rilievo che si erge tra due rami del lago di Lugano.
Illustriamo in queste pagine il progetto vincitore, attraverso la relazione descrittiva presentata al concorso.
Architettura
La peculiarità della piscina di Carona consiste nel rapporto diretto con la natura. La vasca con l’acqua è posta all’interno di un parco, immersa nel verde e dunque facente parte del paesaggio, lontano da influenze urbane. Si tratta un luogo bucolico e scevro da influenze umane predominanti: la sensibilità di un buon progetto consiste nel saper fare rimanere tale questo spazio, lasciandone inalterata la percezione nell’immaginario collettivo.
Il concorso richiede che il sedime attualmente occupato dal lido, riesca ad ospitare anche gli spazi e le attività di un moderno campeggio.
“Tuffo nel verde” mira ad integrare con equilibrio le due funzioni, ma soprattutto è un progetto flessibile e resiliente, che permette di ospitare il glamping, ed anche di adattarsi facilmente a scenari futuri in cui il lido torni ad essere presente da solo su tutta l’area.
Il progetto opta per il mantenimento e la valorizzazione dell’identità paesaggistica attuale e per un totale ripensamento degli spazi di servizio, necessità alla base di questo concorso.
La qualità paesaggistica del parco circostante allo spazio acqua risulta enfatizzata dal contesto vivace e parzialmente caotico della piscina, con i suoi utenti in movimento e con l’attività di tuffi. Ad ulteriore consolidamento dello sforzo compensativo per riequilibrare questa dinamica, viene studiata particolarmente la situazione degli accessi, dei percorsi interni e la distribuzione funzionale dei servizi, il cui progetto risponde alle esigenze di tutte le zone.
La principale criticità è costituita dai vari livelli da superare all’ingresso; successivamente, si accede ai servizi aperti al pubblico e agli spazi funzionali.
Il progetto vuole semplificare l’accesso e l’organizzazione, riordinare il comparto solo dove necessario, intervenendo dal punto di vista morfologico limitatamente alla zona ingresso e alle attuali costruzioni, laddove la situazione odierna è stata generata da sovrapposizioni funzionali.
La piscina si trova in una sorta di grande terrazza naturale, che si decide di completare, ampliare e definire, e dove si situano tutti i servizi. Una volta raggiunta questa quota, piscine e servizi sono accessibili su un unico livello; solo la spa ha spazi di servizio al livello inferiore.
Un semplice gesto di un muro sdoppiato, che idealmente a scala territoriale collega due chiese (Madonna d’Ongero e Santa Marta), delimita e amplia il livello delle piscine, con un processo di semplice riempimento. Il muro diventa un segno ordinatore a livello territoriale che definisce in modo chiaro un solo grande spazio orizzontale, che verso monte si fonde in modo naturale nella topografia e che in corrispondenza del muro viene invece concluso in modo preciso.
Un primo muro di contenimento in cemento che all’arrivo diventa simbolo e elemento di orientamento, accompagna tramite una rampa (a norma) dall’ampliato posteggio verso la cassa posta più in alto. Una volta entrati, tutto si svolge in modo pratico e funzionale allo stesso livello, e in prossimità, senza dovere usare scale o ascensori. Ristorante, spogliatoi, servizi, piscine, e custode sono organizzati in modo semplice e flessibile sotto un’unica grande copertura che diventa un tetto di protezione da pioggia o sole anche per diversi spazi esterni ad uso utenti piscina e ristorante. La copertura è alleggerita da lucernari e aperture, pensati secondo le esigenze funzionali. L’idea è che questa zona di servizi (ristorante, spa e sale riunioni) possano godere di una posizione e di una configurazione che permetterebbe la loro apertura anche ben oltre il periodo della piscina, anche tutto l’anno, limitando l’accesso all’esterno alla sola terrazza coperta.
L’dea del grande tetto, con tutti gli spazi quali padiglioni orientati verso le piscine e il verde, sistemati sotto lo stesso, permette una grande flessibilità funzionale in coerenza con l’idea architettonica originale. L’uso di una struttura in legno conferisce all’architettura il carattere idoneo al luogo e alla funzione.
La spa è organizzata all’interno della piccola costruzione esistente a ridosso della ex-cava, è accessibile dal livello piscina tramite una rampa, e gode di una terrazza solarium dedicata sopra la centrale termica. Lo spazio della ex-cava può diventare una piscina relax.
Al livello inferiore, con accesso diretto anche dalla strada adiacente, che assume finalmente la sua connotazione propria di strada di servizio, sono posti i locali tecnici, dietro un secondo muro in calcestruzzo.
Il minigolf è riorganizzato con un percorso più lineare intorno alla collinetta nei pressi dell’accesso, nella zona ludica a ridosso delle piscine bambini.
Lo spogliatoio campo calcio con i depositi è proposto dove richiesto in una forma semplice e razionale.
I percorsi e la circolazione degli utenti corrispondono a quanto previsto; gli stessi si situano all’interno di un sistema variabile in cui gli spazi e le attività possono essere delimitate e chiuse a seconda delle necessità.
Paesaggio
Il progetto opta per il mantenimento e valorizzazione del carattere e dell’identità paesaggistica attuale e per un totale ripensamento degli spazi di servizio, necessità alla base di questo concorso.
Le piscine restano nella posizione e con le dimensioni attuali, ma intorno ad esse un progetto paesaggistico rivalorizza l’ambiente; arbusti bassi caratterizzano ma anche delimitano e impediscono il passaggio laddove necessario, nuove piante creano nuove zone ombreggiate (che sono la peculiarità della piscina di Carona), oltre che creare un ambiente più naturale, e nuove pavimentazioni riordinano l’uso dello spazio. Le gradonate a lato della piscina principale sono mantenute ma rese verdi. Tutte le definizioni spaziali tra i vari comparti, che devono essere separati o con accessi controllati, sono realizzate con piantagioni di arbusti bassi dalle forme organiche e non geometriche, in una forma tale da non permettere il passaggio. Si prevede una vegetazione bassa di cespugli, fiori e graminacee, con variazioni cromatiche. Piccoli interventi puntuali prevedono la piantumazione di alto e medio fusto, con essenze tipiche del luogo, come acero, faggio e leccio.
Il concetto paesaggistico vuole dunque essere poco invasivo, solo correttivo di quegli elementi troppo artificiali rispetto al contesto. Si decide di non intervenire sui margini verso il bosco per preservare la continuità orografica e naturale, e di ri-definire solo il lato ingresso.
Il villaggio glamping è organizzato, nel modo più compatto possibile, sul lato collinare del comparto, con acceso separato, e con una cortina verde che separa e protegge reciprocamente l’area glamping e quella della piscina. I percorsi del glamping sono previsti in ghiaia, mentre le tende o capanne potranno trovare posto su piattaforme in legno orizzontali poste sul terreno in pendenza (quello meno utile alla piscina), che se vuote possono essere utilizzate come prendisole; dunque se del caso perfettamente funzionali anche alla piscina, in un eventuale “dopo glamping”.
L’idea è che la presenza del glamping non necessiti di interventi paesaggistici invasivi, e che la sua percezione sia secondaria a quella paesaggistica dell’anfiteatro naturale intorno alla piscina, che conserva le sue caratteristiche naturali.
Le tende si protraggono fino al limite del bosco e insieme al sistema di piattaforme mirano ad essere removibili e ben integrate da un punto di vista ecologico.
Struttura
L’intervento interessa una parte di interrati esistenti e una nuova edificazione modulare che si sviluppa su un solo piano, a livello del terreno.
In particolare, il nuovo Blocco A è posto sopra il corpo interrato principale esistente che sarà in parte demolito e completato in direzione del Blocco B; tale completamento (pareti perimetrali, platea, soletta) è previsto in calcestruzzo armato gettato in opera, mentre per l’altro interrato esistente, assieme ai livelli superiori, è prevista la demolizione, sgombero e colmatura con materiale idoneo.
L’ossatura portante principale della parte in elevazione, è caratterizzata da una nuova struttura in legno composta da una serie di telai in legno lamellare incollato, incernierati al piede e con incastro nel nodo di collegamento “doppia colonna/trave”; i telai sono posti trasversalmente all’edificio con regolare interasse (5 m). La campata principale è di 15 m con sbalzi di 2.50 m.
I telai sostengono la soletta di copertura, composta da elementi piani prefabbricati in legno a “cassone alveolare” e posati perpendicolarmente agli stessi; questi elementi sono assemblati tra di loro e fissati ai telai, tali da costituire un piano rigido orizzontale.
La serie di telai del Blocco A e parzialmente del Blocco B, appoggiano sul cantinato esistente/completato mentre i rimanenti telai (Blocco B parz., Blocco C) sulla nuova platea superficiale.
In funzione delle risultanze della campagna geognostica, sarà da valutare l’interesse di un riempimento e addensamento con misto granulare fino al raggiungimento della quota sotto-platea; in caso di situazione sfavorevole, è ipotizzabile un’eventuale implementazione con micropali in corrispondenza delle colonne.
Al fine di gestire al meglio eventuali assestamenti differenziali fra l’interrato esistente/completato e la nuova platea superficiale, gli elementi di copertura (pannelli alveolari) sono concepiti con un adeguato giunto strutturale nel Blocco B.
L’adozione del legno per la parte in elevazione permette di contenere i carichi da trasmettere alle sottostanti parti sottostrutturali (Blocchi A/B parz.: interrato esistente/ampliato; Blocchi B parz./C: nuova platea).
I carichi possono essere facilmente trasmessi al terreno attraverso la rigidità della sottostante soletta/muri/ platea del cantinato; rispettivamente alla nuova platea in calcestruzzo armato.
I moduli posti internamente alla struttura portante principale sono pure previsti in legno.Appoggiano direttamente sulla soletta e su platea senza particolari difficoltà statico-costruttive. Sono autoportanti, autostabili e indipendenti dalla struttura portante principale.
La stabilità della struttura portante principale in legno è assicurata: trasversalmente, dalla rigidità dei telai stessi con trasposizione delle forze direttamente nelle parti con cantinato; rispettivamente direttamente in platea superficiale; e longitudinalmente, attraverso la rigidità della soletta di copertura.
Le forze orizzontali sono trasposte dalla soletta di copertura, in sommità a telai longitudinali (portali), quest’ultimi posti perimetralmente in testa ai singoli Blocchi.
Questi telai sono formati dalla combinazione strutturale: “travi perimetrali longitudinali/colonne”.
La stabilità generale al sisma è assicurata dalla combinazione di rigidità dei telai posizionati nelle due principali direzioni.
La parte superiore in legno, è prefabbricata in officina, trasportata e montata con autogru.
In generale, l’esecuzione non pone particolari problemi e grazie alla prefabbricazione (parte in legno) risulta di buona qualità (fabbricazione in officina) e di veloce messa in opera.
Tutti gli elementi portanti in legno non sono toccati dall’azione diretta delle intemperie e risultano comunque protetti con appositi trattamenti, così da contenere gli oneri di manutenzione.
Impianti
Gli aspetti tecnici legati all’esercizio della struttura sono rappresentati da alcuni elementi base di seguito riportati:
· produzione di energia termica attraverso la legna della centrale di teleriscaldamento delle AIL SA e sfruttamento di energia residua dalle acque reflue;
· impianti di ventilazione per ricambio igienico dell’aria della gastronomia e sala riunioni;
· trattamento dell’acqua delle piscine;
· concetti funzionamento e di manutenzione impianti.
Impianto Riscaldamento
In linea con i principi della politica energetica nazionale per gli edifici pubblici, la produzione di calore verterà sull’impiego prioritario di cippato di legna con sfruttamento quindi di energia indigena rinnovabile e sostenibile; la centrale termica è già esistente e non viene quindi indicata nella descrizione per il concorso.
Seguendo lo stesso principio di politica energetica sia gli stabili in oggetto sia gli impianti previsti per le piscine, saranno concepiti secondo lo standard Minergie.
L’alta efficienza di questi moderni impianti, combinati con sistemi di resa del calore a bassa temperatura, permetteranno il contenimento dei consumi energetici e conseguentemente di ridurre al minimo l’impatto ambientale. Inoltre, per un’accresciuta efficienza energetica del sistema, verrà sfruttato il calore residuo delle acque reflue della struttura (docce, WC, gastronomia, acque scarico filtrazione piscine). Tale calore sarà utilizzato e amplificato dalla termopompa acqua-acqua per l’aiuto alla produzione di acqua calda sanitaria.
La termopompa ad alta temperatura potrà, parallelamente alla prioritaria rete di teleriscaldamento, essere quindi in grado di garantire la riduzione del rischio di proliferazione della legionella dell’acqua calda sanitaria durante il periodo estivo, quando potrebbe risultare non necessario e non opportuno l’inserimento della caldaia a legna, incrementando quindi l’efficienza e il ciclo di vita della centrale di teleriscaldamento delle AIL SA.
Per la copertura del forte fabbisogno di calore dato dalle punte di utilizzo di acqua calda sanitaria, ma anche per aspetti di sicurezza d’esercizio, la caldaia a cippato di legna contenuta nella centrale AIL SA è funzionale e idonea a tale scopo.
Negli spazi tecnici del centro balneare sarà installata la sottostazione di allacciamento alla rete di teleriscaldamento. Non si tratta quindi di un impianto di produzione di calore ridondante alternativo al teleriscaldamento ma di un impianto che potrà essere gestito in parallelo per recuperare l’energia termica delle acque reflue altrimenti perso.
Tutti i nuovi involucri costruiti e riscaldati risponderanno ai requisiti RUEn e Minergie base.
L’energia termica prelevata dal teleriscaldamento viene distribuita per soddisfare i seguenti fabbisogni:
· riscaldare gli ambienti utilizzati durante il periodo invernale (gastronomia + sala riunioni);
· riscaldare tutte le piscine esterne.
La distribuzione del calore avviene con gruppi di distribuzione definiti in base alle utenze.
L’emissione del calore in ambiente avviene nel modo seguente:
· gastronomia con serpentine e spazi annessi con corpi riscaldanti;
· sala riunioni con serpentine;
· ventilazione gastronomia e spazi annessi;
· ventilazione sala riunioni.
Si prevede a tale scopo sulla copertura l’installazione di un impianto solare fotovoltaico utilizzato per la produzione di energia elettrica.
Impianti Ventilazione
(Dimensionamento e realizzazione dei sistemi di ventilazione secondo SIA 382/1 Edizione 2014).
Per il ricambio igienico dell’aria dei vari ambienti gastronomia e spazi annessi, si prevedono singoli impianti di trattamento aria, tutti operanti sul principio del recupero del calore sull’aria, della minimizzazione dei consumi energetici e che permette il riscaldamento dell’aria.
L’ubicazione del monoblocco di immissione e aspirazione è prevista a soffitto nelle rispettive zone. L’immissione e l’aspirazione dell’aria avverranno da soffitto con canali ovali e circolari nascosti.
Per il ricambio igienico dell’aria della sala riunioni è previsto un impianto di trattamento aria, operante sul principio del recupero del calore sull’aria, della minimizzazione dei consumi energetici e che permette il riscaldamento dell’aria. L’ubicazione del monoblocco di immissione e aspirazione è prevista a soffitto nella rispettiva zona. L’immissione e l’aspirazione dell’aria avverranno da soffitto con canali ovali e circolari nascosti.
I WC sono previsti ventilati naturalmente dove possibile e meccanicamente per i locali interni aventi espulsione dell’aria direttamente all’esterno.
Impianto Raffreddamento
Considerato il genere e destinazione d’uso della struttura è previsto il raffreddamento del locale elettrico che conterrà server dedicati alla parte audio, accessi e videosorveglianza.
La dissipazione del calore avverrà sull’acqua delle piscine recuperando quindi la totalità dell’energia termica.
Impianto Sanitario
L’approvvigionamento di acqua potabile ad alta pressione è già garantito dalle AIL SA.
Sono previsti apparecchi sanitari usuali per tutti gli spazi pubblici nuovi. Sono previsti dei bagni adatti all’utilizzo da parte di disabili.
Per i punti acqua esterni e l’alimentazione delle piscine è previsto un gruppo di distribuzione dedicato provvisto di disgiuntore idraulico contro i problemi legati a possibili riflussi della rete idrica.
Impianti Piscine
Le vigenti prescrizioni e norme sul trattamento igienico dell’acqua delle piscine ad uso collettivo verranno rispettate con l’impiego di singoli impianti di filtrazione, di disinfezione, di circolazione dell’acqua e particolare cura verrà prestata alla progettazione degli impianti atti ad evitare la proliferazione della legionella.
La norma SIA 385/9 Edizione 2011 con relativa correzione viene scrupolosamente rispettata.
Sono previsti in tal senso 2 impianti idraulici indipendenti per il trattamento dell’acqua delle piscine: vasche bambini 1 + 2, vasca nuotatori e tuffi.
I sistemi di trattamento delle acque con impianto di trattamento delle acque di balneazione a 5 stadi con la combinazione di processi, secondo norma SIA 385/9 Edizione 2011 tipo III a):
· flocculazione;
· filtrazione (filtro a sabbia a pressione);
· ozonizzazione con portata del 60% e possibilità futura di incrementarla fino al 100%;
· filtrazione ad assorbimento con portata del 60%;
· clorazione attraverso l’ipoclorito di calcio.
Il sistema misto di disinfezione con l’ozonizzazione e l’ipoclorito di calcio permette una riduzione dei costi di investimento e di esercizio, predisponendo comunque la possibilità di passare completamente all’ozonizzazione in futuro.
Per il contro lavaggio nei filtri è prevista una vasca di accumulo indipendente utilizzata in modo alternato sui 2 impianti bambini e nuotatori.
Saranno edificate nuove vasche di compensazione e lavaggio interrate aventi capacità le seguenti capacità indicative:
· 70 m³ per piscine bambini 1 + 2 (comprendente eventuali futuri ampliamenti);
· 130 m³ per piscina nuotatori e tuffi;
· 70 m³ per lavaggio filtri.
Operando con canale perimetrale a sfioro, obbligatorio per piscine collettive, si garantirà alle vasche una corretta circolazione dell’acqua e quindi l’evacuazione delle impurità, che grazie poi alle vasche di compenso e di raccolta permetteranno di garantire le necessarie condizioni igieniche dell’acqua, come pure un recupero del calore.
Il canale perimetrale di sfioro potrà ancora essere definito, se con l’adozione o meno di una griglia in funzione del dettaglio esecutivo; lasciando quindi la possibilità di ricorrere a un pediluvio scoperto che permette un risparmio della griglia sull’investimento complessivo.
Questo faciliterà sia la manutenzione da parte del personale per la rimozione delle foglie data la presenza di alberi, SIA nel contempo garantirà il prelavaggio dei piedi degli utenti prima dell’ingresso in piscina, favorendo direttamente la pulizia della piscina stessa.
Per il periodo notturno, solo con piscina coperta e quindi non utilizzata, sono previsti automatismi che permettono di inibire la circolazione dell’acqua dalle canalette di sfioro riducendo al minimo il raffreddamento dell’acqua e il rumore generato verso il vicinato.
Nel rispetto dei requisiti RUEn e Minergie sono previsti appositi teli di copertura mobili avvolti su rulli; questo tema andrà approfondito con il Committente data la risposta negativa ai quesiti posti dai concorrenti. Considerata la dimensione della piscina nuotatori sono previsti 5 rulli contrapposti posizionati sui lati corti. Essi saranno sommersi e integrati nelle piscine in modo da garantirne sia l’autopulizia sia preservarne il ciclo di vita.
Sono previsti impianti per il recupero delle acque meteoriche al servizio dell’irrigazione e l’alimentazione dei WC così da ridurre al minimo il consumo di acqua potabile.
La distribuzione sanitaria agli apparecchi è prevista mediante dispositivi che permettono di garantire shock termici per limitare i rischi legati alla proliferazione del batterio della legionella.
Le condotte di scarico in getto o sottomuro delle acque luride fecali, non fecali e meteoriche sono in polietilene ad alta densità (PE-HD), dove necessario esse sono avvolte con guaina disaccoppiante.
Le medesime condotte posate in vista o nei vani tecnici sono in polietilene ad alta densità (PE-HD), dove necessario in versione con forte spessore e isolate fonicamente in funzione delle esigenze dei locali attraversati da quest’ultime.
Concetti di funzionamento e di manutenzione impianti
Per la parte produzione calore non è stata prevista una ridondanza in quanto non necessaria data la presenza prioritaria della centrale AIL SA.
Per tutti gli impianti sono state considerate le necessità di manutenzione degli apparecchi, in particolare per quelli dedicati alle piscine che negli anni potrebbero necessitare di manutenzioni straordinarie frequenti, visto l’uso pubblico.
Tutta l’impiantistica, in particolare quella relativa alle docce, è prevista dotata dei necessari dispositivi di riduzione del rischio di proliferazione della legionella dell’acqua calda sanitaria.
Sono stati considerati tutti gli accorgimenti tecnici necessari per garantire agli impianti una protezione dal gelo qualora il centro balneare non venisse utilizzato durante il periodo invernale.