Lo sport outdoor senza impianti sportivi.
Trekking
Vista dal Sentiero del Viandante sopra l’abitato di Lierna (foto Luca Casartelli)
Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e una ampia costiera dall’altra parte…
È in questo punto (la cui descrizione abbiamo preso a prestito da più qualificata penna) che si diparte il “Sentiero del Viandante”, un percorso escursionistico costituito in gran parte da sentieri e mulattiere che fiancheggia il lato orientale del lago di Como e continua poi in Valtellina, partendo da Lecco e terminando a Morbegno, per un totale di circa 70 km.
Lo spunto per parlarne nasce dall’occasione del progetto di intervento paesaggistico sulla sponda lacustre pubblicata su Tsport 360 (qui la versione web): il “Sentiero” parte infatti proprio da qui. Il tratto iniziale che va da Lecco ad Abbadia Lariana è stato reso percorribile solo nel 2020 con i fondi del Programma di cooperazione “Interreg V-A Italia Svizzera 2014-2020”, integrati con risorse dei due Comuni, rendendo concreto il cammino internazionale, con le sue diramazioni, fino al San Bernardino, in Svizzera.
E ne parliamo in occasione dello “Speciale Outdoor” cui è dedicato il numero di TSPORT ora in uscita, considerato che il trekking è uno sport accessibile a tutti, le cui “venues” sono gli ambienti naturali con i sentieri percorribili solo a piedi: uno sport quanto mai “sostenibile”, sempre che il comportamento degli escursionisti sia attento e rispettoso.
Al pari di altre discipline sportive, anche il trekking richiede una certa preparazione atletica, che consenta di passare dai percorsi più semplici, adatti anche ai principianti o alle famiglie con bambini, a quelli più complessi, che necessitano di una tecnica affinata: non sono rari, nella cronaca, i casi di escursionisti improvvisati che si perdono o si infortunano a causa di un equipaggiamento inadeguato.
Il trekking è dunque uno “sport outdoor” che merita una menzione su queste pagine pur non potendo gareggiare per tecnologia impiantistica con i grandi e piccoli progetti dedicati agli sport tradizionali e anche a quelli più recenti, come gli sport “urbani”, promossi ormai nei programmi olimpici, che illustriamo all’interno della rivista.