La gestione della transizione autunnale nei campi in bermudagrass

Con l’utilizzo crescente di bermudagrass per i tappeti erbosi di campi sportivi anche negli stadi di serie A e B, si rende necessaria una riflessione sulla sua gestione della transizione autunnale.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 359

Negli ultimi anni abbiamo assistito a un crescendo impressionante dell’utilizzo di bermudagrass per la costituzione dei tappeti erbosi di stadi, centri sportivi, percorsi golfistici, piste e campi ostacoli, anche a latitudini impensabili solo pochi anni fa.

La bermudagrass fece infatti il suo esordio nel calcio professionistico allo Stadio Renzo Barbera di Palermo e allo Stadio Olimpico di Roma nel 2002. Allora apparve come un forte azzardo per la totale assenza di esperienza della gestione della transizione autunno-invernale a contrastare l’inevitabile decolorazione della foglia della stagione fredda. Una vera e propria scommessa supportata solo da letteratura americana, non sempre aderente alle nostre condizioni pedoclimatiche o alla particolarità, unica tra le grandi nazioni calcistiche, della condivisione del campo di gara tra due squadre. Insomma tanta “sperimentazione” sul campo alla ricerca dell’equilibrio con inevitabili incidenti di percorso.

Da allora sembra trascorso un secolo, la bermudagrass è oggi sicuramente l’essenza più diffusa negli stadi e nei centri sportivi di Serie A e Serie B, non solo a Sud. Viene scelta da tecnici e operatori del settore anche con le nuove tecnologie ibride, sia “Lay-N-Play” che di “hybrid stiching”, molti percorsi da golf sono stati oggetto di riconversione floristica ed è ovviamente divenuta unica scelta nelle isole e nelle regioni centro-meridionali.

Eppure la gestione della transizione autunnale, se non eseguita correttamente rispetto alle caratteristiche del singolo stadio o campo, può rappresentare ancora oggi un problema anche per il professionista più preparato ed esperto. Le ragioni vanno ricercate nelle moltissime variabili che sono in gioco e che possono fare la differenza se non correttamente esaminate e valutate. 

La transizione autunnale della bermudagrass: garantire il verde del campo, ma non solo

Ma cosa si intende per “transizione autunnale”? La risposta è da ricercarsi nel termine transizione, ovvero la gestione di un passaggio nella vita metabolica della bermudagrass che, con il progressivo abbassarsi delle temperature di aria e terreno e della riduzione del fotoperiodo, riduce il vigore vegetativo fino ad arrestarlo totalmente con perdita di colorazione della foglia più o meno accentuata (dormienza invernale) e, contestualmente, il necessario inserimento di altre essenze con forte vigore metabolico autunno-invernale per garantire non solo la colorazione verde attesa in un campo sportivo, ma anche la funzione di giocabilità mediante la tecnica della trasemina (overseeding), da eseguire preferibilmente nei mesi di settembre/ottobre a seconda della latitudine. 

La valutazione da effettuare per eseguire una transizione efficace include:

  • tempo disponibile ed effettivo di fermo totale del campo;
  • maturità della bermudagrass su cui operare e tipologia di campo (naturale/ibrido);
  • meteo e temperature medie previste nel breve e nel medio periodo (aria/terreno);
  • progressività e frequenza dell’utilizzo previsto a breve del campo;
  • sistemi artificiali di stimolazione fotosintetica/ impianti di riscaldamento del terreno.

L’analisi di queste variabili determinerà infatti le scelte operative, che sono e dovrebbero essere sempre una combinazione efficiente di controllo della possibile competizione vegetativa, di scelta delle essenze corrette da inserire, delle lavorazioni meccaniche preliminari, di valutazione della o delle traseminatrici da utilizzare, dei piani di biostimolazione e nutrizione da mettere in atto, della protezione da fitopatie in agguato.

È opportuno però rimarcare che in ambito professionistico si è spesso costretti ad eseguire operazioni “antiagronomiche” poiché le performance richieste al campo sono dettate dai calendari e non dai tempi agronomicamente necessari ed auspicabili. Il tecnico responsabile deve quindi valutare le interconnessioni tra forzature agronomiche e progressione stagionale per poi adottare i correttivi utili e necessari per tempo, prima dell’evento agonistico successivo e così fino al termine della stagione!

I controlli e i correttivi da attuare: tra performance, tempi agronomici e calendari sportivi

Si potrebbe pertanto schematizzare come segue.

Il tempo di fermo e la progressione di utilizzo nel breve periodo determineranno:

  • l’invasività dell’intervento e delle lavorazioni meccaniche preliminari;
  • la scelta di cultivar di Lolium spp. con insediamento ed accestimento veloce (p.es. cultivar tetraploidi come FABIAN);
  • un controllo della competizione da iniziare molto prima delle operazioni mediante utilizzo di fitoregolatori di ultimissima generazione (calcio-proesadione).

La maturità della bermudagrass e il tipo di campo (naturale/ibrido) sarà alla base delle scelte relative a:

  • tipologia di lavorazione preliminare (scalping, verticut, asportazione della parte aerea con martelli salvafibra);
  • controllo della competizione;
  • nutrizione delle nuove essenze inserite.

Il meteo previsto e le temperature (aria/terreno) avranno influenza su:

  • controllo della competizione;
  • scelta delle essenze da inserire (genetica americana più competitiva e resistente ad alte temperature con colorazione scura per es. Lolium perenne cv. THRIVE  o genetica europea di ultima generazione più brillante ad elevatissime prestazioni p.es Lolium perenne cv. GILDARA/ALATHEA);
  • attenzione particolare alla nutrizione iniziale per non stimolare indesiderate ripartenze della bermudagrass e attenzione alla protezione da fitopatie (p.es utilizzando organici di qualità associati a consorzi specifici di microorganismi).

La presenza di riscaldamento e/o l’uso di lampade sintetiche o meno potrebbe prevedere:

  • ciclo di trasemine progressive in cui inserire oltre ai citati LP, anche L. annuali specifici per l’uso sportivo di ultima generazione (p.es. FADE / UPSTART in blend) o Poe trivialis recenti, che non necessitano di stimolazione luminosa per il rigoglio vegetativo invernale, anche in assenza di impianto di riscaldamento nel terreno. 

Lavoro consapevole e scelte attente produrranno quindi i risultati attesi di una delle più delicate attività manutentive di un campo sportivo in bermudagrass.

Filippo La Franca

Nato e cresciuto a Palermo in una famiglia del vivaismo storico siciliano, consegue la laurea in Germania in Scienze Agrarie applicate al Paesaggio, specializzandosi in inerbimenti tecnici e sportivi.

Si è occupato per oltre 35 anni con attività d’impresa di realizzare, trasformare e mantenere innumerevoli campi sportivi di primaria importanza in Italia e all’estero, completando la filiera del verde sportivo con la produzione di tappeto erboso precoltivato in zolle, in Sicilia prima ed in Toscana successivamente.

Dal 2022 in BOTTOS dove ricopre il ruolo di responsabile Ricerca & Sviluppo, si occupa in Italia ed all’estero del Servizio Tecnico Verde Sportivo, cura il canale riservato ai produttori di tappeto erboso e della formazione tecnica promossa dall’azienda.