La sfida della gestione piscine: vince chi sa coniugare i bisogni degli stakeholder

Una serie di considerazioni indirizzate ai gestori di impianti natatori, formulate da chi ha una lunga esperienza nel campo. Fondamentali in un momento di crisi come questo.

(tutte le immagini sono relative a impianti gestiti da Kinema)

Cosa significa oggi gestire un impianto natatorio? Disporre di un paio di vasche per il nuoto e l’acquafitness, la segreteria, uno staff di istruttori e assistenti bagnanti e qualcuno che si occupi degli impianti tecnologici. Questi elementi potrebbero sembrare quelli fondamentali e forse sufficienti a far funzionare una piscina pubblica o privata. La realtà della gestione piscine è molto diversa.

La gestione di un impianto sportivo oggi è un affare molto più complesso di quanto non appaia alla maggior parte degli amministratori pubblici e degli investitori privati. Una buona gestione è la somma di competenze e strategie che precedono o dovrebbero precedere di molto la posa della prima pietra.

Nel panorama italiano la maggior parte degli impianti sportivi, compresi quelli natatori, sono di natura pubblica con partnership private, nati in pieno boom economico con la volontà di creare spazi di aggregazione e opportunità sportive sull’onda di una crescente consapevolezza rispetto al valore della socialità, del tempo libero e del benessere psico-fisico dell’attività sportiva.

Un periodo di entusiasmo e vitalità dell’edilizia che ha prodotto un gran numero di impianti, realizzati spesso sulla base di progetti nati sulla carta da amministratori e progettisti, che solo in un secondo momento hanno fatto i conti con la gestione ordinaria, a partire dai costi di mantenimento della struttura e dalle caratteristiche del mercato.

La realizzazione che precede l’analisi: un errore che in molti casi paghiamo ancora oggi, con impianti di grandi dimensioni e dai costi elevatissimi in territori incapaci di assorbirli in termini di utenza o costruzioni non funzionali alle attività per le quali sono state create.

Piccoli e a volte grandi problemi che si affrontano con un’attenta gestione dell’impianto, che nel corso del tempo può condurre anche a trasformare l’impianto per renderlo più aderente alle esigenze del mercato e di conseguenza, maggiormente redditizio.

Riavvolgiamo il nastro allora e parliamo di cosa contraddistingue nella realtà una buona gestione impiantistica, pensando in particolare alle piscine pubbliche e ai parchi acquatici.

La buona gestione

Il primo e insostituibile tassello di una buona gestione è l’analisi, da realizzare dopo aver conseguito un’attenta indagine di mercato che ci aiuti a posizionarci sul territorio rispetto al pubblico, la concorrenza, i servizi e i portatori di interesse con una visione generale delle opportunità e delle possibili criticità nel medio e lungo periodo. Nelle condizioni ideali, questa fase di analisi dovrebbe precedere la progettazione dell’impianto, ma è fondamentale anche nel caso in cui la struttura esista già e si pensi a una nuova gestione. È solo dopo che si può pensare a mettere insieme il puzzle della gestione che prevede la definizione di orari e attività, politiche di prezzo, reclutamento e gestione del personale, strategia commerciale, ricerca di partner per le attività che costituiranno il core business e i servizi collegati (se non svolti in gestione diretta) – come bar, ristorazione, shop, estetica, pulizie, etc.

A questo si aggiunge la gestione degli impianti tecnologici e della sicurezza con un occhio attento al risparmio energetico e al rispetto di tutte le norme in materia di sanità, igiene, sicurezza e privacy, sempre in costante aggiornamento. Un ruolo importante nel contesto attuale lo occupano le strategie di marketing e comunicazione, che possono fare la differenza rispetto alla concorrenza insieme alle relazioni istituzionali sul territorio che interessano gli enti pubblici, i cittadini, le associazioni sportive e di volontariato, le autorità sanitarie e gli organismi adibiti alla pubblica sicurezza o tutti coloro che a diverso titolo ricoprono un ruolo nella vita della struttura. In un impianto sportivo infatti, convergono interessi e obiettivi di diversa natura che coinvolgono soggetti differenti. Da un lato ci sono gli amministratori pubblici e la funzione sociale che può avere un impianto sportivo sul territorio, soprattutto se di prossimità, a cui si aggiungono i partner privati che si aspettano risultati economici soddisfacenti e, non ultima, l’utenza che si aspetta servizi adeguati al prezzo a cui è disposta a pagarli con la massima attenzione ai propri bisogni.

Più che un puzzle una partita a RisiKo! perché un buon gestore può definirsi tale solo quando riesce a mantenere in equilibrio tutti i bisogni in campo, compreso il proprio. Un compito molto difficile che si può portare a termine solo se si è in grado di mettere a sistema competenze e strategie in un’organizzazione efficace ed efficiente di strumenti e persone.

(A cura di Kinema Srl, una società nata da UISP – Unione Italiana Sport Pertutti, che opera da decenni nel settore sportivo affiancando partner pubblici e privati nella gestione di strutture più o meno complesse in Emilia-Romagna.)

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