Copenaghen (Danimarca): CopenHill

La spettacolare pista da sci su materiale plastico si snoda sul tetto di un termovalorizzatore all’avanguardia nella gestione dei rifiuti urbani.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 330

Il nome della città di Copenaghen (in danese København) ha il significato originario di “porto dei mercanti”. Si comprende così l’appellativo di CopenHill dato a questo impianto, unico nel suo genere, dove “Hill” (collina) ha preso il posto di “havn” (porto). Così come l’altro nome con cui CopenHill è conosciuta: Amager Bakke, dove “Bakke” significa collina in danese, e Amager è il nome dell’isola su cui sorge.
CopenHill è un termovalorizzatore, situato alla periferia della capitale danese, che ha preso il posto di un inceneritore di rifiuti risalente a cinquant’anni fa: il nuovo impianto aumenta il livello di ottimizzazione delle risorse con un’efficienza energetica del 107%.
Pur nel tentativo di ridurre quanto più possibile la dipendenza dai combustibili fossili nella produzione di energia elettrica e termica, gran parte dell’approvvigionamento energetico si baserà ancora sui combustibili fossili per i decenni a venire. Di conseguenza, la Danimarca ritiene che gli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti continueranno a dare un importante contributo al raggiungimento degli obiettivi climatici e degli obiettivi di elevata efficienza energetica.
L’impianto di Amager Bakke, è stato realizzato da Amager Resource Centre (la società intercomunale di risorse di proprietà di cinque comuni dell’area metropolitana di Copenaghen) come un passo importante per soddisfare la domanda futura fornendo elettricità a basse emissioni di carbonio a 550.000 persone e teleriscaldamento a 140.000 famiglie.
Ma la filosofia della sostenibilità ambientale – contrassegnata dall’obiettivo di far diventare Copenaghen la prima città al mondo a zero emissioni di carbonio entro il 2025 – è stata portata all’estremo, facendo convivere un termovalorizzatore di 41.000 mq con un centro ricreativo urbano e un polo di educazione ambientale, dove le infrastrutture sociali diventano per di più un landmark architettonico.
Da un lato, il nuovo inceneritore di CopenHill integra le più recenti tecnologie nel trattamento dei rifiuti e nella produzione di energia; d’altra parte, con la sua posizione sul lungomare industriale dell’isola di Amager, dove le strutture di esistenti impianti industriali sono diventate la sede di sport estremi, dal wakeboarding al go-kart racing, il nuovo termovalorizzatore aggiunge lo sci, l’escursionismo e l’arrampicata sportiva.

L’impianto sportivo

I volumi interni della centrale sono determinati dal preciso posizionamento e dall’organizzazione dei macchinari in ordine decrescente di altezza, creando così un tetto inclinato, a pendenza costante, che si presta a disegnare un comprensorio sciistico di 9.000 mq, con una lunghezza delle piste di 400 metri su un dislivello di 85 metri.
La pista su cui si scia è costituita da un materiale plastico, completamente riciclabile e rigenerabile, che simula al limite del reale la sciata sulla neve. Studiato ad hoc da un’azienda italiana, è realizzato in cinque diverse sfumature di verde, con l’intento – richiesto dai committenti – di rendere la pista il più possibile simile a un prato naturale.
­­­­L’apertura al pubblico è avvenuta il 4 ottobre scorso; i primi 300 metri a quota più bassa erano stati aperti in anticipo a un ristretto numero di riders danesi tra cui alcuni freeskiers e telemarkers che si sono esibiti in andatura forward e switch confortando i promotori circa il sicuro successo futuro dell’impianto.
I tracciati sciistici prevedono diverse difficoltà, a partire dalla pista nera della stessa lunghezza di un halfpipe olimpico, oltre a un percorso di slalom e, alle quote più basse, piste adatte ai principianti e ai bambini. Quanto ai servizi, skilift, tapis-roulant ed ascensore di vetro (con vista sull’interno dell’inceneritore) consentono di raggiungere la cima della “collina”, dove è presente un punto di ristoro e il noleggio di sci e scarponi. Un ambiente ricreativo di 600 mq è presente poi al livello terra.
Oltre alla pista da sci, il tetto comprende una zona di crossfit, un parco freestyle per la pratica di salti e trick, e 490 metri di sentieri alberati – adatti alla corsa o all’escursionismo – in un paesaggio studiato anche con finalità ecologiche: le specie vegetali sono scelte con precisi criteri biologici e mirano ad assorbire il calore, rimuovere le polveri sottili dall’aria e regolare il deflusso delle acque meteoriche. Sulla facciata più alta della struttura, è stata creata inoltre una parete di arrampicata sportiva che viene ad essere, con i suoi 85 metri, la più alta del mondo.
L’involucro dell’edificio è concepito per inserirsi nel contesto locale; la facciata continua di CopenHill è composta da elementi di alluminio alti 1,2 m e larghi 3,3 m impilati come giganteschi mattoni sovrapposti tra loro. Nel mezzo, le finestre vetrate permettono alla luce diurna di raggiungere in profondità l’interno della struttura, mentre aperture più ampie sulla facciata sud-ovest illuminano le postazioni di lavoro ai piani amministrativi.

L’impianto di termovalorizzazione

Sotto la pista da sci, i forni e le turbine trasformano 440.000 tonnellate di rifiuti all’anno in energia pulita sufficiente a fornire elettricità e teleriscaldamento per 150.000 abitazioni. Le necessità tecnologiche della centrale elettrica, dai pozzi di ventilazione alle prese d’aria, contribuiscono a creare la variegata topografia di una montagna artificiale. Dieci piani di spazi amministrativi sono destinati all’azienda che gestisce l’impianto, tra cui un centro di formazione di 600mq per visite accademiche, workshop e conferenze sulla sostenibilità.
Il termovalorizzatore ha due caldaie a grata, ciascuna di capacità pari a 35 ton/h e carico termico nominale di 112 MW, due linee di depurazione fumi a umido con condensazione del vapore acqueo e una turbina da 67 MWe.
La configurazione scelta garantisce il massimo recupero di energia elettrica e termica, sopportando variazioni consistenti nella composizione del rifiuto conferito: vapore prodotto ad alta temperatura e pressione (440°C/70 bar, con possibilità di aumentare la temperatura fino a 480°C), ridotto eccesso d’aria (da cui una concentrazione di O2 nei fumi secchi pari al 6%), SCR front-end (ad alta temperatura), turbina a vapore con rendimento isentropico e numero di pale elevati. Inoltre, il sistema di condensazione del vapore dei fumi in due step permette di recuperare il calore di condensazione, incrementando di circa 20 punti percentuali il recupero di energia, da cui un rendimento complessivo di 107%: il primo passaggio raffredda i gas mediante uno scambiatore di calore posto sulla linea di ritorno del teleriscaldamento, recuperando 10 MW di calore per ciascuna linea, mentre nel secondo una pompa di calore ad assorbimento ne abbassa la temperatura fino a 20-30°C, aggiungendo altri 15 MW per caldaia al teleriscaldamento.
L’elevato grado di flessibilità operativa è garantita dalla connessione a due distretti della rete di teleriscaldamento di Copenhagen.