Riutilizzo funzionale di una pista di pattinaggio ad Andria

Il progetto consiste nella trasformazione di una vecchia pista di pattinaggio in un’area sportiva polifunzionale, coperta da una struttura metallica che le dia anche un aspetto architettonicamente riconoscibile.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 316

Nel 1993 l’Amministrazione Comunale realizzava una pista di pattinaggio, con annesso un piccolo edificio destinato a servizi e spogliatoi.
L’intervento comprendeva la realizzazione della pista piana, rettangolare, e di quella veloce, ad andamento variabile, di forma ovale. Sul lato sud est, il piccolo edificio suddetto lambisce il rettilineo della pista veloce, affacciandosi direttamente sull’area sportiva. Tale posizione ha favorito la utilizzazione di parte della copertura come tribuna per spettatori, all’aperto, cui si accede direttamente dall’esterno tramite due rampe di scale simmetriche, che si innestano sui lati corti dell’immobile, definendo due volumi semicilindrici. La tribuna è chiusa visivamente fra le due piccole “torri” che la inquadrano, dove sono collocati i servizi soprastanti.
Tale tribuna risultava ormai non idonea all’uso da parte degli spettatori, in quanto non rispettava le norme di sicurezza e di fruibilità definite dal CONI.
L’Amministrazione comunale ha pertanto deciso di procedere ad un intervento di rifunzionalizzazione e di riqualificazione dell’area, in modo che, pur mantenendo l’originaria funzione di pista di pattinaggio, ma eliminando la pista di velocità, si creasse una struttura polifunzionale, in cui concentrare una molteplicità di funzioni, legate alle diverse attività sportive previste. Lo scopo, quindi, è la realizzazione di uno spazio flessibile, che possa rispondere alle diverse esigenze della popolazione, soprattutto giovanile, non solo del quartiere, costituendo una nuova centralità.
Sulla base di quanto suddetto, il progetto ha riguardato la trasformazione della struttura preesistente in un impianto sportivo di esercizio. Non è prevista la possibilità di svolgere manifestazioni aperte al pubblico, in quanto le caratteristiche della tribuna esistente non risultano conformi alle norme vigenti.

Le scelte progettuali
Il progetto è partito dall’idea di trasformare questa area in una nuova centralità, nel sistema delle infrastrutture del quartiere ed anche al di fuori di esso.
Da qui, un valore sotteso all’idea progettuale è stato quello della “riconoscibilità”: si vuole, cioè, creare uno spazio che abbia una propria identità di luogo, identità legata alle sue funzioni molteplici, ma anche ad un preciso segno architettonico che le dia “qualità”, che la distingua come “emergenza” nel tessuto urbano. Tanto più forte risulta tale esigenza se si considera il contesto di “emergenze” in cui essa è inserita, soprattutto per la presenza del palazzetto e della adiacente chiesa di S. Andrea Apostolo, con il suo alto campanile mistilineo.
Il progetto, dunque, si identifica in due temi principali: da un lato la rifunzionalizzazione della struttura, dall’altro il tema della copertura, che amplia le possibilità di utilizzo della stessa anche durante le stagioni invernali, ma che contestualmente assume il ruolo di “valenza architettonica”.
In quest’ottica si delinea la forma della copertura, ad arco ribassato ed a sezione variabile, definita da grandi arcate, di circa 30 metri di luce interna, realizzate con strutture metalliche a traliccio, collegate da elementi longitudinali tubolari.
In direzione della tribuna esistente, le tre arcate principali interne si interrompono, tagliate dai pilastri in ferro, che si piegano accogliendone il carico.
L’idea dell’arco a sesto ribassato permette di mantenere, in corrispondenza dello spazio di attività, fasce di rispetto comprese, l’altezza minima interna di 7 metri in modo da consentire l’agevole svolgimento della pratica sportiva e secondo le indicazioni delle federazioni delle discipline previste, tenendo conto dell’eventuale presenza degli attrezzi sul campo e senza dover raggiungere altezze eccessive all’esterno. Questa scelta architettonica ben precisa deriva dalla volontà di evitare di entrare in competizione con il verticalismo del campanile della chiesa adiacente, con i suoi elementi fortemente simbolici ed espressivi.
La struttura deve invece apparire leggera, nonostante le sue dimensioni, e piacevolmente accogliente. Da qui l’idea di snellire le sezioni riducendole gradatamente, e di lasciare completamente aperto lo spazio sottostante, soprattutto sui lati corti, in modo da poter facilmente traguardare al suo interno, anche da fuori del perimetro della recinzione, proprio come uno spazio aperto.
A tale scopo, si è ipotizzata una struttura costituita da arcate binate realizzate con elementi tubolari di circa 19 cm di diametro, collegate da tubolari di 16 cm di diametro, secondo la direzione longitudinale e trasversale. Le parti più sollecitate avranno uno spessore strutturale maggiore, ma esteticamente gli elementi appaiono omogenei.
Anche la forma ed il trattamento dei pilastri rispondono ad una esigenza di creare una sensazione di leggerezza delle strutture, nonostante la loro notevole dimensione. Lo studio dettagliato del pilastro ha permesso di conciliare una esigenza architettonica con i livelli di prestazione qualitativi e di sicurezza strutturali, dando origine ad una forma snella, che si integra con le forme della copertura, mediando il passaggio dalla stessa all’edificio adiacente degli spogliatoi.
Infatti, un’altra problematica affrontata in sede progettuale è l’integrazione della nuova struttura in ferro, con quella esistente in c.a. degli spogliatoi.
Il ritmo definito dall’interasse dei pilastri è infatti costruito sulle misure dell’edificio preesistente: i pilastri centrali inquadrano la tribuna esistente simmetricamente, mentre le arcate agli estremi sembrano avvolgere l’edificio, con le loro forme curve, che si accavallano alle curve dei muri dei corpi laterali.
I tre pilastri centrali sono costituiti, anch’essi, da un sistema binato, in questo caso di travi HEA, il cui aspetto risulta unitario grazie ad elementi di collegamento in lamiera elettrosaldata. Lungo le facce laterali, inoltre è giustapposta un’ala in lamiera che conferisce all’elemento strutturale in questione una maggiore snellezza ricalcandone l’andamento e creando una linea di collegamento tra la base e la sommità. Quest’ultima è orientata in modo da accogliere le arcate, mediante un sistema di flange di collegamento, direzionandone il carico verso il pilastro sottostante.

Gli interventi per la rifunzionalizzazione della pista
Il secondo grande tema del progetto è la riqualificazione dell’area prospiciente il fabbricato, dove in precedenza erano ubicate le piste di pattinaggio. Tale esigenza è nata dalla presa d’atto che di fatto la struttura è rimasta sostanzialmente non utilizzata, evidentemente anche a causa della specificità della sua funzione, limitata ad una sola attività, per altro tradizionalmente non molto diffusa nella città.
Da qui, l’esigenza di intervenire per “rigenerare” tale struttura in termini di ampia flessibilità.
Il progetto, quindi, ha previsto la realizzazione di un’area attrezzata per lo svolgimento di una pluralità di attività sportive: basket, pallavolo, calcetto, pallamano, oltre che il pattinaggio stesso trasformando il sedime della preesistente pista piana nell’area attrezzata coperta. A tale scopo, dunque, si è proceduto alla rimozione delle marmette di cemento esistenti e del massetto sottostante, al fine di realizzare una nuova pavimentazione in resina epossidica, materiale indicato per aree gioco all’aperto, e con caratteristiche compatibili allo svolgimento di tutte le attività sopra descritte, in conformità alla tabella A delle norme CONI sugli impianti sportivi. Tale materiale è posato in opera su strato di bitume, previa preparazione del sottofondo costituito da massicciata opportunamente costipato e rullato.
L’area coperta con le resine epossidiche coincide con il perimetro della pista di pattinaggio, nonché con il limite della fascia di rispetto del campo di pallamano: all’interno di questo perimetro sono contenute tutte le dimensioni degli altri campi e delle rispettive aree di rispetto.
Il limite di tale pavimentazione è segnato da una fascia di pietra calcarea locale, di circa 20 cm di larghezza, lungo la quale è posizionata la ringhiera di protezione prevista per lo svolgimento delle attività del pattinaggio. Al di là di tale perimetro si estende una zona di dimensioni variabili lungo i lati del campo, pavimentata in battuto di cemento (tipo pastina di cemento), che si estende fino al perimetro esterno della struttura e fino alla facciata dell’immobile esistente. A sua volta, tale area è delimitata da fasce in pietra calcarea locale, di dimensione variabile, che definiscono l’attacco alla pavimentazione del piazzale costituita da asfalto.
Alla luce delle considerazioni finora esposte, e in virtù della normativa vigente nell’ambito sportivo, si è creato uno spazio destinato sostanzialmente all’attività di esercizio, ovvero uno spazio in cui possano essere svolte attività regolamentate dalle Federazioni Sportive Nazionale e Discipline Sportive Associate, ma non destinate all’agonismo, assieme a tutte le attività propedeutiche, formative o di mantenimento delle suddette discipline.
Questo deriva anche dalle caratteristiche dell’edificio preesistente, parte integrante dell’intero impianto sportivo, che ospita gli spogliatoi degli atleti e degli arbitri e tutti gli spazi di servizio alle attività.

Le dotazioni
In definitiva è stato realizzato un campo da gioco di dimensioni pari a m22 x 44, dove sono distinte le aree gioco nelle dimensioni previste dalle rispettive Federazioni Sportive Nazionali e Discipline Sportive Associate, mediante la segnature delle linee secondo la normativa vigente: trattandosi di campo polivalente esse hanno diversa colorazione, onde consentire una facile individuazione dei differenti campi. Nella definizione delle aree di gioco si è tenuto conto anche delle aree di rispetto piane, libere da qualsiasi ostacolo sia fisso che mobile, tali da consentire un adeguato margine di sicurezza nello svolgimento delle diverse attività sportive.
Al fine di garantire lo svolgimento di tutte le attività previste la struttura – le cui finiture sono in fase di completamento – sarà dotata di tutti gli arredi necessari con la possibilità di rimuoverli e di riporli in un luogo protetto e inaccessibile a soggetti esterni all’impianto, essendo lo stesso dotato di un deposito sufficientemente grande.
In particolare si fornirà un impianto per la pallacanestro mobile e rispondente alle necessità dello sport, una rete da pallavolo e una coppia di reti per la pallamano e per il calcio a 5, oltre a tutti gli elementi accessori, quali postazioni per gli arbitri e per gli altri componenti della squadra.
Il limite estremo del campo è definito dal perimetro della pista di pattinaggio, per la quale si dovrà ripredisporre in modo amovibile la recinzione preesistente, in grado di garantire la sicurezza dei fruitori.
L’edificio esistente ospita gli spazi di supporto alle attività e gli spogliatoi. Questi ultimi, rispondendo alla normativa sportiva vigente, sono protetti contro l’introspezione e divisi in spogliatoio per atleti/e e per arbitri. Hanno, inoltre, caratteristiche dimensionali sufficienti ad ospitare le diverse tipologie di squadre e sono dotati di doccia per utenti diversamente abili.
Per quel che riguarda gli spazi di supporto alle attività, la struttura esistente è dotata di locale di primo soccorso facilmente accessibile dallo spazio di attività tramite un collegamento agevole e senza interferenze con le vie d’uscita, e di un deposito, oltre che di spazi per gli addetti alla pulizia e manutenzione dei locali.
Dal punto di vista impiantistico, previa rimozione dei quattro alti pali esistenti ai lati delle piste, il progetto riutilizza i proiettori esistenti, per riposizionarli all’interno della copertura e illuminare in tal modo l’area di gioco, rendendola utilizzabile anche nelle ore serali.