Nelle mani del progettista

La realizzazione di opere e impianti che si dimostrino efficaci e funzionali parte dal buon lavoro dell’architetto o dell’ingegnere. Affinché i conti tornino.

Pubblicazione cartacea su: Tsport 330
La “Vela” di Calatrava oggi (Google Street)

L’aggiornamento dell’anagrafe delle opere pubbliche incompiute in Italia, previsto da un’apposita legge (D.M. 13 marzo 2013, n. 42), censisce al 30 giugno 2019 un numero di 546 opere, per un valore di 4.068.090.161,43 euro.

Le cause del grande numero di opere pubbliche bloccate sono diverse: cattiva stesura dei bandi o dei capitolati, ricorsi strumentali all’organo giudiziario da parte di esecutori e di esclusi; oppure si tratta di opere che rimangono incompiute per insufficiente copertura finanziaria, dovuta anche all’incompletezza dei progetti, non abbastanza dettagliati o addirittura errati, che impongono numerose varianti in corso d’opera e una conseguente lievitazione dei costi rispetto al quadro economico di progetto.

È gratificante l’immagine dell’architetto che – secondo un’inchiesta presentata al Congresso nazionale degli architetti nel 2018 – verrebbe tutt’oggi percepita dal pubblico: “colui che genera idee capaci di soddisfare le esigenze dell’intero corpo sociale, in grado di migliorarne la qualità di vita e di relazioni nel tempo…”.

Tuttavia, nel nostro quotidiano incontro con le realizzazioni in tema di impiantistica sportiva, tra le eccellenze e i buoni progetti di cui diamo conto ci è capitato di vedere realizzazioni carenti, per progettazione o per esecuzione, sospese, ritardate, inaugurate e già non agibili…

Sono casi minori naturalmente, sono incidenti di percorso, coincidenze sfortunate. Però facciamo appello ai progettisti: le misure corrette, i materiali adeguati, le forme più idonee, sono il punto di partenza per arrivare all’opera compiuta, bella e utile, come quelle che trovate (quasi sempre) nelle nostre pagine. E riprendendo una segnalazione fatta recentemente da Bruno Cattaneo (presidente Fipav), sta al progettista tener presente che un campo di pallavolo deve avere un’altezza interna minima di 7 metri, non un centimetro di meno…

L’immagine di copertina

Icona dell’”opera incompiuta”, il polo sportivo progettato da Santiago Calatrava a Tor Vergata (Roma) per i mondiali di nuoto 2009, ha raggiunto costi maggiori di 11 volte rispetto ai fondi stanziati ed è stato segnato da diversi procedimenti giudiziari nei confronti di diversi soggetti coinvolti.

Alcune scene della serie TV “Suburra” di Netflix sono state girate nel 2018 in questi spazi abbandonati.